«Una famiglia che non rispetta e non ha cura dei suoi nonni, che sono la sua memoria viva, è una famiglia disintegrata», scrive il papa argentino nella sua esortazione sulla famiglia. È un testo che verte sull’amore tra gli sposi, ma il pontefice non vi ha trascurato le persone anziane, dedicando loro espressamente, anzi, ben quattro paragrafi. Gli anziani sono per lui così importanti che ne parla subito dopo aver evocato il posto dei bambini nella coppia. Essi sono per lui uno dei pilastri della famiglia allargata.
La presenza degli anziani ha difatti nutrito Jorge Bergoglio fin dalla più tenera infanzia:
Una delle sue nonne, Rosa Bergoglio, occupa comunque un posto speciale nel suo cuore. È «la sola ad avere una grande influenza su Jorge» durante la sua infanzia – ha riassunto il biografo.
Fin dall’età di un anno, il futuro Papa passava infatti gran parte del suo tempo con Rosa, che andava talvolta a prenderlo per occuparsi di lui e di suo fratello. Mentre il padre Mario non parlava che lo spagnolo, la nonna gli trasmetteva l’amore per l’Italia e lo aiutava ad accogliere quell’identità meticcia che i genitori sembravano aver messo in sordina per meglio integrarsi in Argentina.
Le storie che gli sussurrava Rosa, mescolate alle epopee guerriere del nonno, marcarono profondamente il futuro Papa. Indubbiamente spiegano la ragione per cui egli avrebbe insistito tanto sulla necessità di una tradizione fra le generazioni. Ha scritto infatti nella sua Esortazione Apostolica:
Da Rosa il Papa ha mutuato un amore incondizionato per la letteratura italiana, e in particolare per Alessandro Manzoni, in assoluto uno dei suoi autori preferiti. Benché non lo citi nell’Esortazione, si può facilmente pensare che l’epopea storica e amorosa dei Promessi Sposi abbia ispirato alcune righe del testo magisteriale.
Rosa fu pure quella che catechizzò il futuro pontefice e che accompagnò la sua vocazione al sacerdozio. Meno di dieci giorni dopo la sua elezione, del resto, il Papa aveva confidato: «Ho ricevuto il primo annuncio cristiano da parte di una donna: mia nonna». Oltre a insegnargli la vita dei santi, a educarlo al senso dell’adorazione o a recitargli il rosario, ella fu la prima a porre uno sguardo di misericordia su coloro che sembravano fuori dai sentieri battuti – qualità che al piccolo Jorge mancava.
«Quando un vicino divorziava o si separava non aveva più il diritto di venire a trovarci», si sarebbe ricordato il Papa. Mentre i suoi genitori erano piuttosto rigidi, Rosa gli insegnava a guardare al di là delle apparenze e avrebbe così sfumato la sua visione del mondo. Senza dubbio questi ricordi d’infanzia e l’attitudine di apertura della nonna possono lumeggiare la scrittura di alcuni passaggi di Amoris Lætitia.
L’amorosa presenza di Rosa Bergoglio avrebbe segnato il futuro Papa fino al 1970, data del suo volo al Cielo. Quando l’ava morì, il futuro Papa la tenne fra le braccia fino a che quella non ebbe esalato l’ultimo respiro. Sua nonna visse in quell’ora il momento «più importante della sua vita», avrebbe detto più tardi. Dopo questo addio – lo sappiamo perché la sorella di padre Bergoglio l’ha raccontato ad Austen Ivereigh – il gesuita si alzò e si riavviò pacificato.
È probabilmente trasportato dal ricordo di questo ultimo abbraccio con la donna più importante della sua vita che il papa argentino avrebbe insistito con fermezza sulla necessità di accompagnare con dignità le persone anziane fino alla morte, bocciando ogni forma di eutanasia. Scrive infatti in una parte dedicata al lutto, momento-cerniera della vita famigliare:
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]