L’edizione di giovedì scorso di Avvenire.it riporta una notizia per molti aspetti straordinaria: quella di Suor Anna Maria a cui, alla veneranda età di 101 anni, è stata somministrata la seconda dose di vaccino contro il coronavirus.
Ma chi è che questa religiosa centenaria? Era l’estate del 1920 quando la neonata di appena 4 mesi Anna Perfumo, in frazione San Carlo di Roccagrimalda (Alessandria), fu colpita da una violenta broncopolmonite: a quei tempi non c’erano gli antibiotici per curarla, e il destino era segnato. (Avvenire)
Così quando la madre chiese al medico di tornare a visitare la piccola l’indomani ebbe come risposta una terribile prognosi: la bambina non sarebbe arrivata al giorno dopo.
Ma quando la medicina non può fare miracoli, la preghiera rappresenta la risorsa a cui i credenti affidano la propria vita e quella dei loro cari, e così fece con tutto il suo fervore questa mamma disperata.
Oggi suor Anna Maria del Sacro Cuore delle Adoratrici del Santissimo Sacramento, a 101 anni ha da poco completato la procedura vaccinale senza effetti avversi, e partecipa con le consorelle a tutti i riti e i momenti di adorazione che si svolgono quotidianamente nel Monastero di Seregno.
Era diventata novizia all’età di 72 anni, quando “il Signore mi ha finalmente aperto la porta”, come lei ha raccontato parlando della sua vocazione e riferendosi all’attesa durata 65 anni dal momento in cui, bambina, aveva chiesto a Gesù di mettersi al suo servizio come suora di clausura.
Ma i piani celesti prevedevano per lei un lungo cammino e apprendistato al servizio dei fratelli prima di realizzare il suo sogno.
Diplomatasi maestra a Chiavari a 17 anni, ha fatto da educatrice ed insegnante per i figli degli armatori Costa a Genova e Rapallo, aiutando contemporaneamente in famiglia - composta dai genitori e due sorelle - e dedicandosi all’insegnamento religioso negli asili parrocchiali del capoluogo ligure, oltre che all’assistenza di un sacerdote malato per 30 anni.
Così Suor Anna Maria racconta in una bellissima video-intervista a cura di Mimma Russo.
Sul comò della sua stanza un centrino con i fiori, la foto di Papa Francesco e di Benedetto XVI, la statua della Vergine Maria, l'immagine di Gesù Misericordioso... accanto al letto tanti libri, fogli, faldoni. Suon Anna Maria tiene la Bibbia tra le mani con le pagine consumate, il bastone poggiato con qualche giro di scotch per sostenerla negli acciacchi. Anche se il suo viso è vispo e vigile, la voce chiara e gentile, i pensieri ed i ricordi ancora ben nitidi.
Laureatesi e sposatesi le sorelle, dopo la morte dei genitori – per ultima la mamma nel 1991 - si è riaffacciata prepotentemente la nostalgia per la vita di clausura. Ma a 72 anni avrebbe potuto trovare qualche ordine religioso disponibile ad accoglierla? Racconta nel video suon Anna Maria che non aveva il coraggio di chiedere perché bloccata dall'età, "mi sembrava quasi una presunzione" dice.
Sempre nell'intervista a Mimma Russo racconta che fece richiesta a tre monasteri di clausura sotto consiglio del parroco, le prime a rispondere - erano i giorni della Novena all'Immacolata - furono proprio le Sacramentine. Il Signore è generoso visto che il suo desiderio più profondo era proprio quello di entrare in un ordine dove si adorava in particolare Gesù Sacramentato.
Così è avvenuto il secondo “miracolo”, ed Anna nel 1992 è finalmente entrata in convento. Ecco cosa ricorda nel filmato del primo incontro con la Madre Superiora:
Oggi, più che centenaria, animata da una matura e totale disponibilità alla vita claustrale, recita il Magnificat all’Altissimo, lodandolo e pregandolo con le altre consorelle ma anche, in qualunque ora del giorno e della notte, in solitudine.
Con questo atteggiamento – assicura suor Anna Maria –
Quando non prega, anche se cammina con l’aiuto del bastone, si dedica alla cura e all’assistenza in infermeria delle più giovani consorelle malate:
Dice semplicemente, con il suo sorriso straordinariamente sereno.
Oggi, ormai vaccinata, è ancora pronta a “contagiare” con la sua straordinaria fede e l’ardente passione per Cristo le novizie accolte nel Monastero, ma anche quanti di noi, immunizzati o meno contro il virus, rimangono ancora tiepidi o addirittura distanti di fronte all’Amore di Dio per i suoi figli.