La Celebrazione della Pasqua si sviluppa per le sette settimane che si sono aperte domenica e culmineranno a Pentecoste: una settimana di settimane, dunque, la prima delle quali vale come una domenica lunga sette giorni (detta appunto “ottava di Pasqua”). Per tutta l’Ottava, Aleteia vi accompagnerà nella santificazione del Tempo Pasquale con celebrazioni quotidiane della Parola di Dio.
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Indicazioni per l’uso:
- Se si è soli, è preferibile leggere semplicemente le letture e le orazioni della messa della domenica nel messalino e/o seguire la messa in televisione.
- Questa celebrazione richiede la presenza di almeno due persone.
- La si può fare dal sabato sera (celebrazione vigiliare) alla domenica sera, ma la domenica mattina resta comunque il momento più appropriato.
- La celebrazione è particolarmente adatta a un quadro famigliare, amicale e di vicinato. Tuttavia, nel rispetto delle misure di isolamento, non si inviteranno amici né vicini ove questo sia proibito (e quand’anche lo si faccia, si presterà la massima attenzione al rispetto delle misure di prevenzione).
- Si collocano sedie per il numero necessario davanti a un angolo di preghiera, rispettando la distanza di un metro l’una dall’altra.
- Una semplice croce, o un crocifisso, deve sempre campeggiare sulla parete.
- Si accendono una o più candele, da porre su supporto non combustibile (candelieri, piattini in porcellana) e si sta bene attenti a spegnerle alla fine della celebrazione.
- Se si possiede un giardino, se ne raccolgono fiori, la cui presenza è particolarmente indicata per esprimere la gioia pasquale: tutto quel che per il Venerdì Santo era stato tolto può ragionevolmente essere ripristinato.
- Si designa la persona che condurrà la preghiera (in ordine di priorità: un diacono, un laico istituito in un ministero laicale [lettore o accolito], il padre o la madre di famiglia).
- Colui che conduce è anche colui che stabilisce la durata dei momenti di silenzio.
- Si designano dei lettori per le letture.
- Si prepara in anticipo la Preghiera dei Fedeli (a seguire c’è un modello) e si designa la persona che la leggerà.
- Si possono preparare dei canti appropriati.
Martedì dell’Ottava di Pasqua
Celebrazione della Parola
«Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto!»
Tutti siedono. Colui che guida la celebrazione prende la parola:
Fratelli e sorelle,
la Pasqua di Cristo è la nostra Pasqua: Alleluia! Siamo risorti con lui: per suo mezzo siamo salvati dalla seconda morte, sfuggendo al potere del Principe di questo mondo e al tormento dei suoi demonî; in lui, siamo stati destinati alla felicità eterna nella comunione dell’Amore divino.
Ecco perché dobbiamo, fin da quaggiù, nel corso del nostro pellegrinaggio fino al santuario celeste, vivere di quest’amore del quale ci è promessa la pienezza.
Malgrado le trappole e le prove di cui la strada che ci resta ancora da percorrere è disseminata, non verremo meno: non saremo delusi dalla nostra Speranza.
Al contrario, stimolati dalla gioia di Pasqua vogliamo attingere alla grazia del nostro battesimo e nutrirci del sacramento dell’Eucaristia per ritrovare le nostre forze e rendere grazie al nostro Salvatore, che ci ha dato la più grande prova d’amore: la sua vita per la gloria di Dio e per la salvezza del mondo.
Pausa
O Gesù, siamo impediti a perpetuare l’offerta della tua vita mediante la partecipazione all’Eucaristia: più che mai tu ci chiedi di attualizzarla amandoci gli uni gli altri come tu ci hai amati.
Dopo un adeguato momento di silenzio, tutti si alzano e si segnano dicendo:
℣.: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. ℟. Amen.
Colui che guida prosegue:
Per prepararci ad accogliere la Parola di Dio e perché essa possa guarirci, riconosciamoci peccatori.
Si recita quindi l’atto penitenziale, con queste o simili parole:
℣.: Pietà di noi, Signore:
℟. contro di te abbiamo peccato.
℣.: Mostraci, Signore, la tua misericordia,
℟. e donaci la tua salvezza.
℣.: Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna.
℟. Amen.
Si dice o si canta allora:
℣.: Kyrie, eleison,
℟. Kyrie, eleison.
℣.: Christe, eleison,
℟. Christe, eleison.
℣.: Kyrie, eleison,
℟. Kyrie, eleison.
- Colui che guida recita allora l’orazione colletta:
- O Dio, che nei sacramenti pasquali hai dato al tuo popolo la salvezza, effondi su di noi l’abbondanza dei tuoi doni, perché raggiungiamo il bene della perfetta libertà e abbiamo in cielo quella gioia che ora pregustiamo sulla terra. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
L’incaricato della prima lettura (e del salmo, ove manchi un salmista che lo intoni) resta in piedi, mentre il secondo resta seduto.
PRIMA LETTURA
At 2,36-41
Convertitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo
Dagli Atti degli Apostoli
[Nel giorno di Pentecoste,] Pietro diceva ai Giudei: «Sappia dunque con certezza tutta la casa di Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso».
All’udire queste cose si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: «Che cosa dobbiamo fare, fratelli?». E Pietro disse loro: «Convertitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati, e riceverete il dono dello Spirito Santo. Per voi infatti è la promessa e per i vostri figli e per tutti quelli che sono lontani, quanti ne chiamerà il Signore Dio nostro». Con molte altre parole rendeva testimonianza e li esortava: «Salvatevi da questa generazione perversa!».
Allora coloro che accolsero la sua parola furono battezzati e quel giorno furono aggiunte circa tremila persone.
Parola di Dio
Rendiamo grazie a Dio
Il salmista (se c’è chi intoni e che dunque sia distinto dal primo lettore) si alza, gli altri restano seduti.
SALMO RESPONSORIALE
Dal Salmo 32
℣.: Dell’amore del Signore è piena la terra ℟.
Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra. ℟.
Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame. ℟.
L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo. ℟.
CANTO AL VANGELO (Gv 20,11-18)
Ho visto il Signore e mi ha detto queste cose
Tutti si alzano in piedi per l’acclamazione alla lezione evangelica, che dev’essere trionfale
Alleluia! Alleluia! Alleluia!
Questo è il giorno fatto dal Signore:
rallegriamoci ed esultiamo. [Sal 117,24].
Alleluia! Alleluia! Alleluia!
La pericope evangelica non viene “proclamata” (in senso forte), bensì letta con sobrietà. La forma breve sarà da preferirsi nel caso in cui la presenza di bambini molto piccoli renda difficoltosa la tenuta dell’attenzione. L’apposito lettore introduce con semplicità:
Evangelo di Nostro Signore Gesù Cristo secondo Giovanni
E prosegue:
In quel tempo, Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto».
Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”».
Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.
Alla fine della lezione evangelica, si acclama nuovamente al Risorto:
Alleluia! Alleluia! Alleluia!
Tutti si siedono e colui che guida dice lentamente, scandendo all’attenzione dei presenti:
Lasciamo risuonare questa parola di nostro Fratello nelle profondità del nostro cuore, parola che ciascuno di noi ha ricevuto la grazia di accogliere personalmente e la missione di trasmetterla:
«Va’ a trovare i miei fratelli e di’ loro che salgo al Padre mio e Padre vostro».
Si osservano cinque minuti di silenzio per una meditazione personale e silenziosa. Poi colui che guida introduce alla preghiera del Signore:
Obbedienti alla Parola del Salvatore e formati al suo divino insegnamento, osiamo dire:
Padre nostro, che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
[aggiungendo immediatamente (ossia senza l’embolismo della celebrazione eucaristica)]
Perché tuo è il regno,
tua la potenza e la gloria
nei secoli.
Colui che guida invita allora gli altri alla condivisione di un gesto di riconciliazione e di pace:
Abbiamo appena unito le nostre voci a quella del Signore Gesù per rivolgerci al Padre. Siamo figli nel Figlio.
Nella carità che ci unisce gli uni agli altri, rinnovati dalla parola di Dio, possiamo scambiarci un gesto di pace, segno della comunione che riceviamo dal Signore.
A questo punto tutti si scambiano (a distanza!) un gesto di pace: un inchino profondo o anche (se si sta soli in famiglia) un bacio.
Ci si siede
COMUNIONE SPIRITUALE
Colui che guida dice:
Poiché non possiamo ricevere la comunione sacramentale, dal momento che non è stata celebrate l’eucaristia, seguiamo l’invito di Papa Francesco a praticare la comunione spirituale, chiamata anche “comunione di desiderio”.
Il Concilio Tridentino ci ricorda che essa «consiste in un ardente desiderio di nutrirsi del Pane celeste, con una fede viva che agisce mediante la carità e che ci rende partecipi dei frutti e delle grazie del Sacramento».
Il valore della nostra comunione spirituale dipende quindi dalla nostra fede in Gesù nostro salvatore e redentore e sul nostro desiderio di unirci a lui per mai da lui essere separati.
In questo spirito, vi invito adesso a inchinare il capo, a chiudere gli occhi e a raccogliervi.
Silenzio
Ai tuoi piedi, o mio Gesù, mi prostro e ti offro il pentimento del mio cuore contrito che si abissa nel suo nulla e nella Tua santa presenza. Ti adoro nel Sacramento del Tuo amore, desidero riceverti nella povera dimora che ti offre il mio cuore. In attesa della felicità della comunione sacramentale, voglio possederti in spirito. Vieni a me, o mio Gesù, che io venga da Te. Possa il Tuo amore infiammare tutto il mio essere, per la vita e per la morte. Credo in Te, spero in Te, Ti amo. Così sia.
Si serba il silenzio per altri cinque minuti.
Quindi si intona un Alleluia per rendere grazie:
Ci si mette in piedi e si recita tutti insieme questa orazione:
Ascolta, Signore, le nostre preghiere e guida questa tua famiglia, purificata col dono del Battesimo, alla luce meravigliosa del tuo regno. Per Cristo nostro Signore.
BENEDIZIONE FINALE
Colui che guida la celebrazioni dice a mani giunte la preghiera di benedizione:
Per intercessione di san N. [patrono parrocchiale, diocesano o nazionale], di tutti santi e le sante di Dio, il Signore della perseveranza e del coraggio ci doni di manifestare con tutta la nostra vita lo spirito di sacrificio, di compassione e di amore di Cristo Gesù. Così, nella comunione dello Spirito Santo renderemo gloria a Dio, il Padre del Signore nostro Gesù Cristo, per tutti i secoli dei secoli.
℟. Amen.
Tutti si segnano. Poi i genitori possono tracciare il segno della croce sulle fronti dei figli.
Si può chiudere la celebrazione intonando il Regina Cœli o un altro canto mariano noto e gioioso:
Regina Cœli lætare – Alleluia!
Quia quem meruisti portare – Alleluia!
resurrexit sicut dixit. – Alleluia!
Ora pro nobis Deum – Alleluia!
Per continuare la santificazione della terza feria d’ottava, sarà cosa buona rinnovare la venerabile tradizione dei vespri celebrando, verso la fine del pomeriggio, la Liturgia delle Ore che si troverà a questo link.
Per tutto il tempo pasquale, vi proporremo ogni giorno delle formule per la celebrazione domestica in modo da aiutarvi a celebrare, malgrado tutto, i tempi forti della nostra vita cristiana, per la gloria di Dio e la salvezza del mondo.
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]