Il giorno dell’anno per me più coinvolgente è il Giovedì Santo. Lo è stato anche per Gesù che dice:
Ho desiderato con desiderio di mangiare questa Pasqua con voi (letteralmente).
Questa ripetizione mi commuove: mi fa sentire il battito del cuore di Gesù che ha consapevolezza del momento che sta per vivere: l’ho desiderato con desiderio, afferma.
Nel giovedì santo c’è tutto. C’è l’amore di Dio che giunge a lavarci i piedi. San Giovanni racconta che Gesù
Tutta la civiltà occidentale passa da qui. Se non si fosse manifestato in Gesù l’amore di Dio e l’obbligo dell’amore reciproco, l’Occidente, con tutti i suoi difetti, non sarebbe stato come lo conosciamo ma un succedersi di sopraffazioni di un popolo sull’altro, come era stato in precedenza.
Nel Giovedì santo viene istituito il sacerdozio cristiano e il sacramento dell’Eucarestia accompagnato da un discorso infiammato d’amore che San Giovanni ci ha trasmesso nel suo vangelo.
Si prefigura la prossima morte di Gesù e la Sua Risurrezione per rimanere sempre con noi soprattutto nella santa messa e nei tabernacoli. Infine Gesù esce nella notte per andare incontro al Suo destino e noi possiamo accompagnarlo nella preghiera davanti ai monumenti, detti comunemente sepolcri, così radicati nella devozione popolare.
Lì possiamo pregare in silenzio tenendogli compagnia, cercando di non lasciarlo solo come gli apostoli che si addormentano. Sono ore di una devozione indicibile, di vero ringraziamento a Dio.