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La basilica di Sant’Apollinare e la Madonna ritrovata

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Marinella Bandini - pubblicato il 25/03/21
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Rivivi l’antica tradizione quaresimale dei cristiani di Roma. Alla scoperta delle “chiese stazionali”

La tappa quaresimale di oggi ci porta vicino a Piazza Navona. Siamo nella basilica di Sant’Apollinare, dedicata al primo vescovo di Ravenna. Secondo la tradizione era discepolo di San Pietro e lo stesso principe degli apostoli lo consacrò vescovo.

La chiesa sorge sulle antiche terme di Nerone ed è ricordata per la prima volta alla fine dell’VIII secolo. Dopo vari rifacimenti, Benedetto XIV la consacrò nel 1748. Così la vediamo ancora oggi. Dal 1990, la basilica di Sant’Apollinare è la cappella della Pontificia Università della Santa Croce, affidata all’Opus Dei.

Nell’atrio della basilica di Sant’Apollinare - trasformato in cappella - si trova la cosiddetta “Madonna dell’Apollinare”. La storia narra che, nel dicembre 1494, l’immagine fu coperta con uno strato di intonaco per proteggerla dai soldati di Carlo VIII. Fu poi dimenticata e riscoperta perfettamente intatta nel 1647, al distaccarsi dell’intonaco.

L’evento accaduto nella basilica di Sant’Apollinare fu ritenuto miracoloso. L’immagine diventò presto il centro della devozione popolare. Un’epigrafe sotto l’immagine riporta una preghiera che i romani le rivolsero per ottenere aiuto durante l’epidemia di peste del 1657: “Santa Maria, riparatrice della concordia tra i fedeli cristiani, intercedi per noi presso Dio perché possiamo essere liberati dall’epidemia e dai mali presenti e futuri”.

Anche noi oggi ripetiamo quella preghiera, in tempo di pandemia, e – per una felice coincidenza – nella solennità dell’Annunciazione del Signore.

Eccomi, sono la serva del Signore,

avvenga di me quello che hai detto

Lc 1,38

* In collaborazione con l’Ufficio comunicazioni sociali del Vicariato di Roma