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La basilica di San Marcello al Corso e il Crocifisso miracoloso

La chiesa appartiene al Patrimonio del Fondo Edifici di Culto - Ministero dell'Interno.

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Marinella Bandini - pubblicato il 24/03/21
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Rivivi l’antica tradizione quaresimale dei cristiani di Roma. Alla scoperta delle “chiese stazionali”

Siamo nella basilica di San Marcello al Corso. Qui Papa Francesco ha pregato un anno fa per la fine della pandemia. Qui è custodito il Crocifisso miracoloso che nel 1522 liberò Roma dalla peste.

La basilica sorge vicino al luogo del martirio di Papa Marcello (IV secolo), condannato ai lavori forzati nelle stalle imperiali, fino alla morte. La basilica fu ricostruita nel VII secolo e poi nel XVI secolo dopo un incendio che la distrusse completamente.

Da quell’incendio, la notte del 22 maggio 1519, si salvò solo il Crocifisso ligneo del ‘400, da allora venerato come miracoloso. Tre anni dopo, la peste colpì Roma. Una solenne processione penitenziale per 16 giorni percorse le vie della città, con alla testa il Crocifisso miracoloso. Al passare della processione la peste indietreggiava, fino a cessare del tutto il 4 agosto 1522, con l’arrivo a San Pietro.

Il Crocifisso miracoloso viene portato in processione a San Pietro negli Anni Santi e in occasioni particolari, come l’apertura del Concilio Vaticano II. Durante il Giubileo del 2000, Giovanni Paolo II pregò davanti a questo Crocifisso durante la “Giornata del perdono”. Il 27 marzo 2020, Papa Francesco ha voluto che il Crocifisso miracoloso fosse presente in Piazza San Pietro per la veglia di preghiera per la fine della pandemia.

Dal 1369, la basilica è affidata all’Ordine dei Servi di Maria, i cui sette santi fondatori sono celebrati nella prima cappella a sinistra.

Se rimanete fedeli alla mia parola,

sarete davvero miei discepoli;

conoscerete la verità e la verità vi farà liberi

Gv 8,31-32

* In collaborazione con l’Ufficio comunicazioni sociali del Vicariato di Roma