Alto? Bello? Simpatico? Forse. Eppure eri Dio, eri fine e principio, mortale e divino. Potevi avere tutto ai tuoi piedi, invece ti sei fatto calpestare da tutti. Hai scelto di rivelare la tua potenza davanti a dei pescatori, a degli ignoranti che non avrebbero capito. Avresti potuto mostrarti ai saggi ed ai potenti, al mondo, nel tuo trionfo, nella tua gloria. Avresti potuto sciogliere ogni nostro dubbio, allora come oggi.
Perché scegli di nasconderti? Perché non scendi a lottare il male, con le tue schiere di angeli, e non ci risparmi la fatica di combatterli da soli? Perché ci hai fatto così piccoli, così fallibili e ci hai affidato una missione così grande? Cosa vuoi dimostrare? Come speri di vincere con noi? Ti nascondi in un po’ di pane e forse neanche riusciremo mai a capirlo fino in fondo. Eppure ti fai ancora piccolo, ogni giorno, ogni messa. Come potremmo mai coglierne il mistero?
Con te sembra sempre di risolvere un rebus, e ci piazzi davanti dei ragazzi pieni di domande a cui le nostre risposte non possono bastare, perché a volte le ragioni che ci “balbettiamo” non bastano a noi. Ci metti in situazioni scomode, in circostanze assurde, davanti a paradossi che a fatica cogliamo, con le nostre forze limitate.
Scendiamo anche noi da quel monte, pieni di una gioia vera, ma anche un pò storditi e con ancora tante domande come quei discepoli che continuavano a chiedere cosa significasse “resurrezione”. Eppure, anche Pietro, Giacomo e Giovanni sarebbero rimasti a contemplare la luce, quella che spesso sembra solo filtrare tra le crepe, nelle pareti della nostra vita e vorremmo sapere da dove viene e cosa ha a che fare con noi. Forse non capiremo mai fino in fondo cosa è successo su quel monte, quando è capitato anche a noi di esserci, ma quella luce è la luce della verità che chiama quella parte di noi che nemmeno sapevamo di avere, che avevamo sopìto, ma che vuole rispondere.
Sappiamo riconoscerla, la luce: attrae, riempie, dà senso. Sappiamo riconoscerla, più difficile è sceglierla. E forse è questo il punto. Diceva Sant’Agostino
La verità è come un leone. Non avrai bisogno di difenderla. Lasciala libera. Si difenderà da sola
E’ questa fiducia che a volte dimentichiamo. Altrimenti è come voler stuccare quelle crepe, per non sopportarne la presenza, è solo accendere una lampadina, per non rischiare di rimanere accecati dalla Luce vera. E’ la ragione che vorrebbe avere la meglio perché non sa fidarsi di ciò che non può essere spiegato. Forse è questo che dimentichiamo con i ragazzi, con l’amico ateo, con i commenti sui social, quando cerchiamo troppe parole per spiegare le nostre ragioni: dimentichiamo che Lui non ha bisogno di essere spiegato, perché ci ha donato molto di più che un manuale di risposte.
Ci ha lasciato un dono, che è l’unico essenziale: la capacità di riconoscerlo. Quando ci sentiamo inadeguati, quando non sappiamo come dare ragione della nostra fede, quando non riusciamo a spiegare o dare una risposta, allora fidiamoci. Lui non ha bisogno di essere difeso, ha la Verità dalla sua. Lui non ha bisogno di farsi vedere, ha noi.
Restiamo noi stessi, come quella Galadriel. Forse abbiamo una buona dialettica, le migliori risposte, l’ironia giusta, forse potremmo persino convincere qualcuno, ma questa è la nostra prova: ci è chiesto solo di sceglierLo restando ciò che siamo. Piccoli, inadeguati, pieni di domande, ma con la certezza che “non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi, non ci donerà forse ogni cosa insieme a lui?”. Tutto il resto è una trappola di superbia e paura che oltre a non avvicinare nessuno, allontanerà anche noi da Lui.