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Léa Sharibu, nelle grinfie di Boko Haram da più di mille giorni 

Leah Sharibu
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Maria Lozano - Aiuto alla Chiesa che Soffre - pubblicato il 26/02/21
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Nigeriana quattordicenne, Léa Sharibu è stata catturata il 19 febbraio 2018 dallo Stato Islamico in Africa Occidentale, una fazione di Boko Haram. È dunque ricorso il terzo anniversario dal suo rapimento, il che significa che da più di mille giorni la ragazza è in cattività: la sua famiglia, mediante la voce del pastore Gideon Para-Mallam, ha tenuto a ricordare le sofferenze della ragazza e a richiedere la sua liberazione. 

«È difficile sapere con esattezza dove si trovi attualmente». Le parole sono dolorose da pronunciare, per questa famiglia nigeriana di cui il pastore Gideon Para-Mallam si fa eco. La loro figlia, Léa Sharibu, è stata rapita il 19 febbraio 2018 da membri di Boko Haram quando non aveva che 14 anni. Oggi, poco più di tre anni dopo il suo rapimento, il nucleo della giovane condivide la loro sofferenza e la speranza di vedere Léa liberata. 

Quali sono le ultime notizie che avete di Léa? 

Pastore Gideon Para-Mallam: Alcune notizie su Léa ricevute in novembre sono inquietanti, ma ora non vorrei entrare nei dettagli. Non c’è alcun modo di verificarle, ma dobbiamo pregare per lei e compiere ogni sforzo, sia su scala locale sia su scala globale, per ottenere la sua liberazione il prima possibile. Tuttavia, la buona notizia è che Léa è ancora viva: fino a oggi, questa è la notizia più incoraggiante che abbiamo sul suo conto. 

Quando l’avete vista o sentita parlare l’ultima volta? 

L’ultima volta che Léa è stata vista dalla madre, Rebekah, è stato alla fine del gennaio 2018, ossia dalla visita di quest’ultima al pensionato del liceo pubblico per ragazze di Dapchi, nello stato di Yobe, nel nord del Paese. Alcuni dicono che lo Stato di Yobe sarebbe il covo di Boko Haram e, oggi, con lo Stato di Borno, il centro delle sue operazioni. Ad ogni modo, i suoi genitori non l’hanno più vista dal 19 febbraio 2018, quando lo Stato Islamico in Africa Occidentale ha invaso la sua scuola e sequestrato 110 ragazze, tra cui Léa Sharibu. Un mese più tardi, il 20 marzo 2018, quando le 110 ragazze sono state liberate, Léa è stata trattenuta perché rifiutava di rinunciare alla sua fede in Cristo. Le ultime persone ad aver visto Léa sono le sue compagne di classe. Un video in cui Léa lanciava un appello per essere liberata dalla sua cattività è stato pubblicato nel settembre 2018. Da allora più nessuno ha avuto notizie dirette di Léa. 

Ma l’anno scorso siete tornati a ricevere notizie sul suo conto? 

Nel gennaio 2020 una persona rapita dallo Stato Islamico in Africa Occidentale e successivamente rilasciata ci ha trasmesso un messaggio da parte di uno dei prigionieri che si trovavano con Léa. Per il momento, una parte del contenuto di questo messaggio non sarà divulgata: lo faremo al momento più appropriato, quando il Signore lo permetterà.

NIGERIA

“Catalyst for Global Peace and Justice” – ACN
Manifestazione per la liberazione delle ragazze rapite da Boko Haram in Nigeria

Sapete dov’è Léa? 

È difficile sapere con esattezza dove si trovi attualmente. Stando a quanto abbiamo sentito dire, i terroristi non tengono le loro prigioniere in un solo sito, ma le spostano da una parte all’altra. È dunque difficile sapere esattamente e con certezza dove Léa potrebbe trovarsi adesso. Talvolta sentiamo dire che è nella regione del lago Ciad, talaltra nella Repubblica del Nigero o in Ciad: è difficile essere precisi. Ricordiamo che alla fine del mese di ottobre 2018 i suoi rapitori hanno dichiarato che Léa e altre persone, come Alice Ngaddah (l’operatrice dell’Unicef, madre di due figli, rapita il 1º marzo 2018), sarebbero state schiave a vita. Poi sarebbero state date in mogli a certi capi del gruppo. 

Alcuni media hanno parlato della sua conversione all’islam. C’è una prova di questo o si tratta di speculazioni? 

Sì, è vero, il rumore circolava da un certo periodo, e un testimone oculare mi ha confermato la voce in privato. Però pongo una semplice domanda: è stata una conversione volontaria o forzata? Si può considerare una conversione all’Islam avvenuta in cattività come volontaria? Non bisogna scordare che se Léa è stata trattenuta è stato anzitutto perché aveva deciso, all’età di 14 anni, di restare fedele alla fede cristiana. La fede di Léa è eroica! Preghiamo che resti salda nella sua fiducia in Cristo, anche in quest’ora oscura in cui la prova della sua fede è spinta a limiti che neanche gli adulti affronterebbero facilmente. Léa, resta forte in Dio! 

Che età ha Léa adesso? 

Léa è stata rapita all’età di 14 anni. Ha celebrato il suo quindicesimo anniversario in cattività il 17 maggio 2019, poi il suo diciassettesimo nel maggio 2020. Perché il mondo resta inerte mentre lei è trattenuta in ingiusta prigionia? Alzatevi, cittadini del mondo, rompete il muro del silenzio e reclamate la liberazione di Léa Sharibu! 

Come si sentono i membri della sua famiglia? Sperano di rivederla un giorno? 

Ho parlato coi genitori di Léa ancora questo pomeriggio. Di tanto in tanto ci sentiamo. Restano incrollabili nella fede, e saldi nella fiducia di rivedere Léa un giorno. Non hanno chinato il capo, però soffrono molto. Il padre di Léa, Nathan Sharibu, mi ha detto: «Speriamo sempre che Léa sia liberata, un giorno». E la madre, Rebecca Sharibu, afferma: «Tutto è tra le mani di Dio, e per la Sua grazia un giorno rivedremo Léa». Che le loro preghiere siano esaudite, amen! Personalmente, prego per Léa e per altri come Alice Ngaddah, Grace Tuka, Lillian Daniel Gang, il pastore Lawrence Zongo e altre due donne – tutti cristiani –, nonché per molti altri prigionieri. Ieri [martedì 16 febbraio 2021], mentre pregavo per Léa, Dio mi ha ispirato queste parole di incoraggiamento per Léa: «Non temere, figliola, vengo in tuo soccorso – dice l’Eterno» (Is 41,13-14). 

Che messaggio dà agli amici e ai benefattori di ACS? 

Incoraggio tutti i benefattori e gli amici di ACS a pregare con fede per Léa. Sostenete i genitori di Léa per quanto vi è possibile. Lanciate un appello ai vostri governi perché utilizzino i loro poteri e le loro vie diplomatiche per richiamare l’attenzione del nostro Presidente e delle istituzioni nigeriane deputate sul destino di Léa e delle altre prigioniere. Insomma, come può un governo essere così impotente e imbelle? Ricordiamoci che oltre a Léa ci sono pure altre ragazze di Chibok che sono scomparse. Sfortunatamente, 27 altre scolare sono state rapite ieri a Kagara, nello stato del Niger in Nigeria. 

Mi sembra che ci siano troppe zone fuori controllo in Nigeria, e che la nostra integrità territoriale, come nazione, sia dunque compromessa. I Nigeriani dovrebbero unirsi, e così i cittadini di tutto il mondo! Non si tratta qui della sola Léa Sharibu: si tratta della nostra umanità comune. È incredibile ma, a oggi, Léa Sharibu ha già passato 1.096 giorni in cattività, tra le grinfie di Boko Haram. Uniamoci al di là di tutte le frontiere e agiamo per liberare Léa.



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REBECCA BITRUS
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[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]