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Paura del futuro: non cediamo alla rabbia, scegliamo il bene di tutti

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BenEssere - pubblicato il 16/02/21
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Questa crisi prima sanitaria e ora anche sociale ed economica mette tutti noi davanti all’incertezza circa il futuro: il lavoro, le reti sociali, le prospettive di crescita, tutto è messo in discussione e a volte compromesso. Reagiremo come nel dopo-guerra con lo slancio della rinascita o ci lasceremo schiacciare dalla frustrazione e dalla paura?

Caro dottore, intorno a me sembra di vedere persone sempre più arrabbiate verso gli altri, quasi come a voler scaricare la responsabilità della crisi che stiamo
attraversando su un possibile capro espiatorio. Ma a a che cosa serve esprimere e alimentare odio verso gli altri o verso chi ci governa? Alfio Giuffrida, Catania

risponde Francesco Vincelli
psicologo, psicoterapeuta, docente di psicoterapia Aiamc

Le crisi e i comportamenti sociali

Nei periodi di crisi economica e sociale abbiamo assistito spesso alla diffusione di comportamenti caratterizzati da rabbia e odio, nei confronti del prossimo e delle istituzioni. Di recente, come effetto dell’ultima grande crisi economica del 2008, abbiamo potuto osservare una delle ultime stagioni dell’odio, che per la prima volta ha trovato nello strumento dei social network un canale privilegiato di diffusione e sviluppo della rabbia sociale. Proprio mentre iniziavamo a prendere le distanze da questo triste periodo di diffusa insoddisfazione, ci siamo trovati di fronte alla pandemia e ai suoi effetti di devastazione sia sul piano del la salute sia sul piano dell’economia.

Paura e incertezza verso il futuro

La diffusione del coronavirus a livello mondiale, se da una parte ci ha fatto riscoprire alcuni fondamentali valori, dall’altra ha generato un diffuso sentimento di terrore e di incertezza verso il futuro. La malattia che non risparmia nessuno ci ha dimostrato come gli uomini possano essere fragili e tutti uguali, colpiti in maniera indiscriminata a prescindere dallo status sociale, dalla razza e dalla nazionalità.


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Riscoperta di valori essenziali

Ci ha permesso di riscoprire il grande valore della ricerca scientifica e della sanità pubblica con il diritto alla salute per tutti. Ci ha ricordato, attraverso la sofferenza prodotta dall’isolamento, l’importanza della famiglia e di una rete sociale che dà conforto e calore umano. Ma a causa della paura ha generato allo stesso tempo distanza tra le persone, diffidenza verso l’altro, sfiducia verso chi ci governa e terrore per il futuro e per una crescente crisi economica, che giorno dopo giorno rischia di buttare benzina sulla rabbia sociale e sull’odio.

Dopo la crisi, la rinascita?

Dunque che cosa prevarrà nel momento in cui inizieremo a dominare e poi a sconfiggere la malattia?

Sarà la voglia di ricostruire e di rinascere come è stato durante il cosiddetto “miracolo italiano” nel secondo dopoguerra o ci ritroveremo in un Paese ancora più diviso e impaurito? Daremo spazio alla solidarietà e al mutuo aiuto o assisteremo alla guerra tra gli ultimi, tra le diverse categorie e tra il Nord e il Sud?

È innegabile che nel nostro Paese di fronte alla paura verso la malattia, abbiamo potuto osservare una risposta forte e corale, caratterizzata dal rispetto delle regole e dell’altro fino a poter osservare una caduta drastica della curva epidemiologica.

La crisi economica dopo quella sanitaria: come ci comporteremo?

Ma come sapremo comportarci di fronte alla paura determinata dalla crisi generalizzata, dalla perdita del lavoro e dal futuro incerto? Ognuno di noi può essere parte attiva e modello di unità e crescita per l’intera popolazione, respingendo la tentazione alla divisione e all’odio. Quest’ultimo è il sentimento tipico di chi, non sapendo gestire la propria sofferenza, la sfoga desiderando e agendo il male e l’aggressività verso il prossimo.

L’opzione fondamentale: odio per l’altro o aiuto reciproco?

È il sentimento di chi è insicuro, immaturo, fragile psichicamente e intollerante alla frustrazione, colui che per liberarsi dalle sue paure, per far riemergere se stesso, usa l’ira e la violenza distruttiva. Ma fortunatamente siamo nella possibilità di scegliere. Da una parte c’è caos, divisione, distruzione. Dall’altra c’è il bene, la parte costruttiva, l’aiuto reciproco. Perché nel modo in cui tratto l’altro c’è sempre il modo in cui tratto me stesso.


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