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In tempo di paura la speranza cristiana ricorda all’uomo che nulla sfugge all’Amore

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Guilherme Stecanella | Unsplash

Impresa orante - pubblicato il 21/07/20

Nei momenti di fatica e scoraggiamento bisogna aumentare le dosi di Cielo.

Di Mariachiara Martina

In una piccola valle delle montagne qui intorno a Torino, c’è un monastero benedettino tra i più antichi del nostro territorio, risale al 726 d.C. Se c’è un effetto post lockdown che mi è rimasto, è quello di un bisogno enorme di riempire il vuoto generato dall’impedimento prolungato alla frequentazione di spazi fisici sacri, con permanenze prolungate in spazi speciali in cui la presenza di Dio è forte. Allora alcune abbazie, monasteri e santuari diventano mete ambite, come una fontana d’acqua in piena arsura. Quando serve resistere alla pressione del male, che tanto si fa forte di questi tempi, manifestandosi in molti modi e rigenerandosi continuamente con vie ogni volta più sofisticate, bisogna aumentare le dosi di Cielo, oliare la relazione con Dio con adorazione e preghiera d’ascolto per contenere la barriera che la carne pone agli slanci dello spirito nel guardare verso l’Alto nel momento di maggior fatica o, sia mai, scoraggiamento.




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Come cristiani, siamo dei privilegiati, altroché storie. Abbiamo un esempio potente in Gesù, vero Dio e vero uomo, da cui abbondantemente prendere spunto e attingere forza per guardare con coraggio al futuro prossimo, quand’anche difficilissimo. Il coraggio non ce lo diamo da soli, però. Il coraggio nasce dal lavoro in noi di una Speranza che trova la sua origine nel Dio della vita, nel Dio della vittoria del Bene sul male. La paura rende schiavi solo chi esaurisce tutta la sua esistenza in questa dimensione terrena e, pertanto, all’idea di perdere la vita, è convinto di perdere tutto. E, così, per proteggere la vita vissuta nella sola dimensione orizzontale, via all’affanno di trovare soluzioni drastiche che, in preda alla paura umana, si rivelano molto spesso miopi e tutt’altro che risolutive. Il cristiano può e deve fare la differenza nel vivere un tempo di paura. Il cristiano dalla relazione oliata con Dio, più forte è la paura dell’ambiente che lo circonda, più forte è la sua risposta di Speranza. Che non vuol dire irresponsabilità, ingenuità o superficialità. Al contrario.

È quella forza che viene dal riuscire a sollevare lo sguardo, a vedere le cose secondo la logica provvidenziale per cui sappiamo che nulla sfugge all’Amore, che tutto è secondo un piano d’Amore. Siamo nelle mani di Dio sempre, ancor più quando le cose si mettono male. Di che cosa aver paura? Certo, serve avere un po’ di accortezza e attrezzarsi come si deve per riuscire a reggere la sfida, quando la paura si fa accerchiante. Come, allora? Intanto va dosato molto bene l’accesso all’informazione: se è un’apoteosi di sciagure, se si focalizza sempre e in modo ossessivo sul negativo/male trascurando le tracce di positivo/bene che ci circondano, non è un’informazione degna della nostra attenzione e le va impedito di intossicarci, pena la perdita di lucidità. Poi, in parallelo, va aumentato l’accesso a “pezzi di cielo”, luoghi, storie e persone che hanno in sé, e rilasciano, la forza che viene dal bello, meglio se questo bello trova la sua sorgente in Dio. Cerchiamo monasteri, santuari e chiese che abbiano segnato la terra in cui si ergono con storie che narrano la potenza di Dio e mettiamoci in preghiera di ascolto lì.

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Leggiamo storie di Santi, uomini e donne di tutti i tempi che hanno speso la loro vita per il Bene, non retrocedendo di fronte alle difficoltà. Tra queste storie, privilegiamo quelle di mistici, ad esempio, o il passo del Vangelo in cui Gesù è sulla barca e dorme nel bel mezzo di una tempesta. Perché? Perché quando il male sembra prevalere con la sua violenza e la sua forza tanto da annilichilirci, conoscere la potenza di Dio nella storia di questi uomini e donne o leggere le parole rassicuranti di Gesù, annulla l’effetto paralizzante e disorientante della paura e aumenta la resilienza interiore. In ultimo, altri “pezzi di cielo”, dal potere tutto speciale, sono adorazione e digiuno, come dal nostro piano A R D (adorazione – rosario – digiuno) così come riscoprire la forza che viene dal condividere in comunità esperienze di vita.
A questo proposito, vorrei rivolgere un ringraziamento speciale al Pezzo di Cielo per eccellenza, Maria.

Grazie a Te, Madre dolcissima, ci ritroviamo uniti in preghiera nella Tua comunità di Impresa Orante, porto rassicurante in questi tempi bui. Grazie a Te, Madre dolcissima, il rosario on line, che ci troviamo a pregare ogni lunedì sera da qualche mese in qua, è quel piccolo ma potente pezzo di cielo che si attacca al nostro cuore, curandolo dalle ferite umane, allenandolo alla relazione celeste e ancorandolo alla Speranza divina con meticolosa dolcezza. Grazie, Madre dolcissima. Sei il nostro Pezzo di Cielo da novanta. Amen.

QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO DA IMPRESA ORANTE

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