Padre Maurizio Patriciello ci presenta la storia di Giovanna e del suo bambino che “ha corso il rischio più orribile che un essere umano può correre: essere trascinato via dal suo guscio, contro la sua volontà”.Sul quotidiano Avvenire è comparsa il 14 gennaio la testimonianza fatta da padre Maurizio Patriciello della storia di Giovanna, una neomamma oggi felicissima, che tra l’indifferenza e i consigli a scegliere la strada apparentemente più facile è stata sul punto di abortire.
Il video che vede protagonista Daniele nato da poche ore mentre si agita nella sua culletta, mostrato con gioia immensa al sacerdote, è il segno inequivocabile che la vita ha vinto ancora una volta.
Ho rischiato di abortire mio figlio
Il piccolo Daniele…
(…) ha corso il rischio più orribile che un essere umano può correre: essere trascinato via dal suo guscio, contro la sua volontà. Non è successo grazie a Dio. (Ibidem)
Il Signore si è servito di Mariella, “donna dolce e forte”, una volontaria del gruppo di padre Maurizio che si impegna per proteggere la vita nascente.
Un incontro, quello con Giovanna, “cuore a cuore”, in cui sono stati presenti gli ingredienti della autentica vicinanza a chi si trova di fronte ad una scelta drammatica:
comprensione, dialogo, empatia, promesse di aiuti concreti. (Avvenire)
Spesso chi si prodiga per aiutare le donne in difficoltà a scegliere di portare a termine la gravidanza viene offeso, additato, tacciato di oscurantismo, racconta padre Maurizio.
Fortunatamente in altri casi – come quello di Giovanna, che non smette mai di ringraziare il buon Dio per averle impedito di abortire suo figlio – questi volontari vengono accolti come angeli inviati dal Signore.
Giovanna adesso non smette di ringraziare il buon Dio che le ha impedito di fare quello che stava per fare, e coloro di cui il buon Dio si è servito. (Ibidem)
Leggi anche:
Grazie a Mena, donna di fede con la sclerosi multipla, Rosa non abortì
Il messaggio che essi rivolgono alle donne che vivono momenti così angosciosi è semplicemente quello di…
(…) credere che la gioia che ogni mamma sperimenta quando stringe al petto il suo bambino (…) (Avvenire)
le ripagherà di tutte le sofferenze patite.
È sempre stato così – riflette padre Patriciello – Non ho mai visto una donna che fu sul punto di abortire, e fu aiutata a cambiare idea, rimpiangere la scelta fatta. (Ibidem)
Abortire genera ferite che non si chiudono
Mentre spesso, nel caso dell’aborto procurato, le ferite che si aprono non si chiudono nemmeno a distanza di decenni.
Conosco donne – continua il sacerdote – che contano gli anni di quel bambino non nato come se fosse vivo e dovesse spegnere le candeline. Con una tristezza immensa, naturalmente. (Avvenire)
E sottolineando il contrasto tra la vita che sprizza gioia di Daniele e le urla festanti in Argentina per la legalizzazione dell’aborto fino alla 14esima settimana, padre Maurizio è costretto a constatare che:
Oggi di aborto tra persone educate non si parla, se non per ribadire che è un diritto acquisito che non deve in nessun modo essere messo in discussione. È incredibile l’ipocrisia che accompagna questo atto, che pur tutti sono concordi a definire come un dramma. Ma proprio perchè dramma che, oltre al bambino, si abbatte sulla mamma mancata e sull’intera società, occorrerebbe fare di tutto per impedirlo. (Ibidem)
Mentre proprio i fautori della tolleranza, quando in un discorso “si accenna, oltre ai diritti della donna incinta, anche a quello del bambino a nascere”, diventano intolleranti schermandosi dietro l’esempio della minorenne che rimane gravida in seguito ad uno stupro.
Dimenticando che, a fronte di questi casi certamente dolorosi ma sporadici, assistiamo ogni anno a più di 70 milioni di aborti, dietro ai quali si muovono interessi economici enormi.
Leggi anche:
73 milioni di aborti all’anno: come possono essere una “cura”?
Ma bando alla tristezza – questo è l’invito finale del sacerdote – Oggi dobbiamo festeggiare. Daniele è vivo perché i nostri volontari hanno osato incontrare, incoraggiare, aiutare la sua mamma e le sono rimasti accanto. (Avvenire)
“Sono convinto che un giorno sarai tu, Daniele, ad aprirmi le porte del Paradiso”
E poi le parole più commoventi:
Ho guardato e riguardato il video, e ogni volta mi sono ritrovato a sussurrare: “Sono convinto che un giorno sarai tu, Daniele, ad aprirmi le porte del Paradiso”. (Ibidem)
Un pensiero che mi ha fatto risuonare:
“In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. (Matteo 25,40)