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La “libertà” di abortire e la crudele solitudine delle donne

CO ROBISZ, KIEDY CHCE CI SIĘ PŁAKAĆ

Amadeo Muslimović/Unsplash | CC0

Semplici scatti - pubblicato il 28/01/21

Non lasciamole sole. Chiunque incontri sulla propria strada una madre tentata di abortire provi a dirle che non è sola, che capite il suo dolore e la sua paura; che uccidere quel figlio non la renderà felice.

Interruzione volontaria di gravidanza

Argomento delicato, molto discusso. Combattuto.
Ogni volta che viene tirato fuori, gli animi si scaldano. A volte si giudica, spesso si litiga, altre, si cerca affannosamente un dialogo.
L’errore più grande che si fa di solito è quello di inscatolare questo confronto in un dibattito tra “cristiani e non”, mortificando l’intelligenza di tutte le persone coinvolte.

“Il problema dell’aborto non è un problema religioso: noi non siamo contro l’aborto per la religione. No. E’ un problema umano, antropologico” (Papa Francesco)




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Vorrei sottolineare, come faccio sempre quando parlo di argomenti così delicati, che non ho alcuna specializzazione, né titoli di studio a riguardo. Sono solo spinta dal grande desiderio di conoscere e approfondire.

La ratio tradita della legge 194

Allora parto proprio da dove tutto ha avuto inizio. La legge 194.
Molti di voi, soprattutto i più giovani, immaginano che l’obiettivo principale di questa legge sia di offrire alla donna la possibilità di scegliere se abortire o no.

Ma è realmente così?

Il Ministero della Salute riassume la prima sezione della legge con queste parole:

“l’obiettivo primario della legge è la tutela sociale della maternità e la PREVENZIONE DELL’ABORTO attraverso la rete dei consultori familiari.”

L’obiettivo primario della 194 quindi non è favorire l’aborto per le donne, ma prevenirlo. E continuando a leggere

La legge 194/78 descrive con chiarezza le PROCEDURE DA SEGUIRE in caso di richiesta di IVG: – esame delle possibili SOLUZIONI dei problemi proposti – aiuto alla RIMOZIONE delle cause che porterebbero alla IVG – certificazione – invito a SOPRASSEDERE per sette giorni in assenza di urgenza, sia entro che oltre i primi 90 giorni di gravidanza”.



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É così, l’incipit di questa legge sembra parlare di tutt’altro, roba nascosta. Vi sareste aspettati di trovare scritto “questa legge conferisce alle donne la libertà di abortire, senza che nessuno abbia facoltà di dire loro A”,  invece la prima sottolineatura, calcata più volte, è una richiesta rivolta proprio a quei responsabili ai quali le donne, nel loro tormento, si affideranno.
Una richiesta, a quei medici che si troveranno davanti una “mamma” con un enorme peso sul cuore.

(Togliete quel masso che le soffoca l’anima; ditele che non sarà sola. Che troverete insieme una soluzione. Ditele che ce la farà).

Dove sono finite tutte queste parole?

La metà di queste donne (l’ottimismo mi contraddistingue anche in queste occasioni) non credo abbia trovato ciò che la legge prometteva loro di trovare.
Al massimo tre domande, un certificato e un in bocca al lupo.
Ma voi, vi prego, chiunque siate, medico, sorella, amico da una vita o accidentale, un angelo che le sfiora per un attimo la vita, se lungo il vostro cammino la doveste incontrare, una donna con questa immane sofferenza, prima di pensare “abortire è un suo diritto”, prendetela per mano, ascoltate il suo dolore, ditele che ci sarete, ora e domani. Aiutatela, “contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurla all’interruzione della gravidanza” (legge 194 art. 2, d).

Provate a toglierle quel masso dal cuore. E se non demorde, continuate a tenerla per mano.


DONNA SGUARDO

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“A 12 settimane il bambino è completamente formato. I movimenti si moltiplicano. Il cuore batte molto rapidamente. Iniziano a formarsi le iridi degli occhi e la bocca può aprirsi e chiudersi.
Muove le braccia e le gambe. Le dita delle mani e dei piedi sono separate e i pollici opponibili. Le unghie iniziano a definirsi. Stringe ed apre i pugni. Sorride e aggrotta la fronte, succhia il pollice. Si formano le corde vocali.
Nella mascella iniziano a formarsi piccole gemme dentali. Si evidenziano i genitali esterni. Deglutisce ed ha il singhiozzo.
I reni iniziano a produrre piccole quantità di urina molto diluita e la vescica inizia a riempirsi. Il fegato, ormai formato, produce globuli rossi e il liquido biliare; il pancreas comincia a produrre insulina.
Lo sviluppo continuo dei nervi inoltre permette al feto di sentire alcuni tipi di dolore.
Sbadiglia”. (Cfr quiqui, Ndr)
Un essere umano. Completo. Complesso. Inequivocabilmente, un uomo.

QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO DAL BLOG SEMPLICI SCATTI

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aborto
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