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La potenza in parte ancora incompresa dell’allattamento

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Rachele Sagramoso - pubblicato il 27/01/21
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Non è solo nutrire, ma è confermare stabilmente nell’amore il proprio figlio, è riempirlo di sicurezza per crescere sereno; è educarlo alla centralità del contatto e della presenza nell’educazione. Abbiamo l’occasione di formare una nuova generazione di genitori.

Di Rachele Sagramoso

Allattare è un “trucco”

Alle madri del Presente occorre uno sguardo del Passato, per poter prevenire il Futuro.
Allattare è un trucco che la natura ha messo su per garantire al cucciolo di essere nutrito, ma non solo: se s’interpella una qualsiasi mamma che sta allattando e le si chiede se il suo bimbo chiede di ciucciare solo per mangiare, la risposta sarà “no”.
I neonati umani (e non solo) ciucciano perché in quel modo sono certi che mamma non si allontani. Se c’è la poppa, c’è la mamma. Non è un caso che un bimbo di otto, nove mesi, lasciato ad altri adulti per qualche tempo, non vuole qualcosa da ciucciare al posto della poppa, ma qualcosa che sia completamente diverso: pane, biscotti, frutta, acqua. Poi, ovviamente, quando mamma torna, la poppa è l’oggetto del desiderio: se c’è poppa, c’è mamma.
In quali altre circostanze un bimbo in età di esogestazione, ha bisogno di poppare? Sonno, noia, coccola, paura, fame (spuntino), fame (pasto), sete, gioco complice, scherzetto…

Quanto è necessaria la figura di mamma?

Certo, se proveniamo da un’epoca dove l’emancipazione della donna coincideva con il fatto di abbandonare (sì, abbandonare: così si sente un bimbo dalla nascita ai tre anni, quando mamma lo lascia ad altri) i propri neonati, capiamo perché uomini e donne della mia generazione (anni ’70/’80) ritengono normale che un neonato abbia la possibilità di essere allattato solo se il latte c’è, altrimenti la formula è lo stesso. E non fanno un collegamento semplice semplice: allattamento = mamma e non latte materno = formula lattea somministrata (dal caregiver: ossia chiunque si prenda ‘cura’ del bambino).
Poi ovviamente ci sono quelle opinioni che vengono trasmesse al figlio, e con le quali il figlio cresce, convincendosi che mamma è una ganza perché è tornata al lavoro subito, mamma è stata un mito perché non si è fatta chiudere in cucina per tornare alla vita di prima… Tutte frasi fatte che io ascolto in TUTTE le donne che ho preparato alla nascita da quindici anni a questa parte. E TUTTE, una volta partorito e poggiato il figlio sul petto mi hanno confermato che quel distacco – considerato normale nell’epoca della loro infanzia – è stato assurdo dal punto di vista fisiologico.
Se due persone ritengono che il legame che un nascituro possiede con la madre, sia sostituibile da tutt’altro (che magari è adeguato, fornito con dolcezza e ‘studiato’), non hanno mai visto gli spasmi affettivi che io ho veduto in bambini adottati un’ora dopo essere nati. Considerare 9 mesi (o meno) di gestazione, come un forno dove il semino è maturato, è da dilettanti in scienze della scuola primaria.

Allattare non è solo nutrire ma educare

Adesso, chiarito il Passato, torniamo al Presente: affermare che per un bambino sia sovrapponibile un’esperienza di filiazione biologica con la donna che l’ha maturato fisicamente e psicologicamente (MADRE), con quella di qualsiasi altra filiazione (l’adozione, ad esempio, ma poi potremo citarne altri), è manifestare una serie di intenzionali castronerie mostruose in ambito biologico, medico, psichiatrico, che hanno un mero sapore ideologico (i genitori adottivi sanno perfettamente che il legame biologico è importante e sanno che ne devono tenere di conto, amando il loro bambino).
Nel momento in cui le madri attuali allattano, e lo fanno come minimo fino al dodicesimo mese di vita del proprio figlio, ‘riempiranno’ il ‘serbatoio’ dell’amore che servirà al figlio per sentirsi amato e maturare sereno. Ma poi faranno un altro miracolo – e qui parlo del Futuro – daranno al figlio un’informazione chiara: tu sei importante e io sono la persona che ti farà capire cosa significa essere genitore. Bisogna che le madri inizino ad allattare (ossia stare fisicamente vicino ai propri figli) per educare i figli a un tipo di genitorialità che consenta alle generazioni future di sapere quanto la RELAZIONE sia importante, quanto lo sia il CONTATTO e la vicinanza fisica.
Dev’essere chiaro e inequivocabile un concetto: allatta i tuoi figli se vuoi che i tuoi figli allattino, ovvero: sii il genitore che vorresti per i tuoi nipoti.

La meraviglia della maternità e paternità  adottive

Aggiunta al post: mi pare ovvio che la genitorialità adottiva sia quanto di più importante e meraviglioso una persona possa scegliere di fare per dare la famiglia a un bambino. Quando scrivo che il genitore adottivo sa che non è biologico, ne deve tenere conto, è perché adottare significa fare i conti con un passato del figlio, col quale anch’egli dovrà fare i conti.
Mi pare ovvio che il pensiero che la gravidanza non trasmetta una relazione col figlio, sia solo di chi tenta di far finta che la maternità sia un costrutto artificioso (chi è a favore dell’utero in affitto, ad esempio).