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Nostra figlia è amata più di quanto sia malata. Perché non lo capiscono?

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La Croce - Quotidiano - pubblicato il 26/01/21
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Questa è una delle innumerevoli testimonianze di madri meravigliose che antepongono senza vacillare la vita del figlio alla paura e al dolore che pure sperimentano. E che invece che trovare sostegno e conforto in medici e ostetriche spesso, non sempre, incontrano disapprovazione se non disprezzo.

Gravidanza difficile

“Donne sotto la Croce”: rubrica periodica di colloqui al femminile. Scrivi la tua riflessione o le tue domande alla mail: donnesottolacroce@gmail.com

Sono sconvolta e non faccio altro che piangere. La bambina tanto amata che porto in grembo, è malata. I medici non sanno bene cos’abbia e bisogna aspettare che nasca. Questo non sarebbe un problema, io e mio marito ci amiamo e l’amiamo tantissimo, ma ogni volta che – sola, anche per via del Covid – mi reco per un controllo ostetrico, vengo giudicata da battute chiaramente disapprovanti la nostra scelta, se non da domande che, chiaramente, mi “bollano” come ‘cattolica oltranzista’, ‘madre irresponsabile’, ‘bigotta egoista’ solo per il fatto che ho anteposto alla mia vita, quella di mia figlia. Ora, la mia Fede non vacilla neppure per un attimo, ma come affrontare questo continuo terrorismo psicologico? P.

A difesa della vita, sempre

Di Rachele Sagramoso


NEWBORN, MUM, SHOULDERS
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P. cara, P. magnificamente madre, sono completamente dalla tua parte. La Medicina – a parte esempi lungimiranti e preziosissimi, e per questo ostacolati sapientemente – è composta da persone che sono abituate a donne che delegano ogni scelta: questo sta bene alle donne (che pensano di essere alleggerite da grosse responsabilità) e sta bene alla Medicina (che in tal modo si libera da ipotetici guai giudiziari). Tu hai scoperto un nervo dolente del meccanismo: la donna e l’operatore sanitario non sono in una posizione gerarchica – dove l’operatore è sopra e la donna sottomessa -, ma sono due persone alla pari.

Assistere, non prevaricare

L’operatore capace mette in grado la donna di compiere scelte personali, di assumersene la responsabilità e si adegua, facendo la medesima cosa: agendo per ciò che gli compete. Tu e tuo marito avete fatto una scelta nobile e per nulla scontata: avete accettato di mettere al mondo una creatura che non è figlia vostra, ma di Colui che ve l’ha affidata. Egli ha una smisurata fiducia in voi: sa che farete tutto quello che vi sentirete in grado di fare, per la vostra bambina.

Ovvio: la scelta di donare la vita e accettarla, nuoce all’immagine della perfezione mondana moderna, e non è facile da accettare. Non c’è nulla di bigotto o troppo cattolico, in quello che avete optato per vostra figlia: semplicemente ve ne prendete cura anteponendo a voi, la sua vita e il suo bene. Lo scopo dei genitori è questo: far capire ai figli che vale la pena nascere e venire al mondo! Per alcuni medici è incomprensibile, questo. E dobbiamo perdonarli. Nel contempo, se fossi in te, mi premurerei di attaccare una grande etichetta sul quaderno degli esami, con scritto: “Sì, LO SO: PER ME, MIA FIGLIA È PERFETTA”. Poi contatta il Prof. Noia dell’associazione “Il cuore in una goccia” e chiedi consiglio per trovare un riferimento il più vicino possibile a te. Coraggio e un abbraccio!!

 



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