Crolla la leggenda del Vaticano “disimpegnato” per salvare gli ebrei dai massacri dei nazisti. Un nuovo libro svela come sono andate le cose
Due Papi e un cardinale hanno contribuito a salvare gli ebrei dall’Olocausto. Cade definitivamente la “leggenda nera” del Vaticano che avrebbe coperto i crimini nazisti contro gli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale.
Nell’ultimo libro di Johan Icks “Le Bureau. Le Juifs de Pie XII” (Il Bureau. I giudei di Pio XII), pubblicato in francese, e basato su documenti ufficiali, si evidenziano le 2800 richieste di intervento e aiuto al Vaticano che vanno dal 1938 al 1944. Coinvolti migliaia di ebrei.
Perché Ickx è così informato?
Ickx è da trenta anni a Roma, e da dieci a capo dell’Archivio della Seconda Sezione della Segreteria di Stato vaticana. È stato responsabile dell’enorme lavoro di digitalizzare e mettere a disposizione degli studiosi gli archivi del periodo del pontificato di Pio XII, aperti lo scorso marzo.
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Gli sforzi di Papa Pio XII
Spiega Ickx, che «gli sforzi e le intenzioni» del Vaticano erano «volti a salvare ogni singolo essere umano», durante l’Olocausto, «a prescindere dal colore e dal credo». Non solo cattolici, ma anche ebrei e persone appartenenti ad altre minoranze religiose.
A leggere le carte dipanate da Ickx, scrive Aci Stampa (7 gennaio), si scopre che in quegli anni Papa Pio XII era perfettamente informato nei territori ad Est, proprio come lo erano gli inglesi e gli americani. Anzi, fu proprio Myron Tylor, rappresentante del presidente Roosevelt presso la Santa Sede, a portare all’attenzione della Segreteria di Stato una informativa su quello che stava accadendo.
Una “condotta diplomatica”
Allo stesso tempo, la Santa Sede doveva prestare attenzione a non essere usata da nessuna delle forze in guerra, a mantenere una sua imparzialità. Era una condotta diplomatica prudente, non un silenzio, tanto che nel suo messaggio di Natale del 1942, Pio XII denunciò la situazione in termini certamente cauti, ma sufficientemente chiari da non lasciare spazio ad ambiguità.
Pio XII decise di non intervenire direttamente per non compromettere né vite umane ne azioni umanitarie portate avanti dalla Santa Sede.
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L’unico al mondo
Scrive Ickx: «Per quanto ne so, sempre molto limitatamente, la segreteria di Stato del Vaticano era l’unico ministero degli Esteri al mondo con un ufficio apposito e una completa rete internazionale destinata al soccorso delle persone perseguitate durante la Seconda guerra mondiale. Oggi, la serie Ebrei ne è la dimostrazione».
Le cifre degli ebrei protetti
Ne sono la dimostrazione, prosegue Aci Stampa, anche le cifre già a disposizione. Secondo cui dei supposti 9.975 ebrei presenti a Roma nel giorno della Liberazione al termine della Seconda Guerra Mondiale, 6.381 erano stati aiutati e protetti da Pio XII, le istituzioni vaticane e il Vicariato. E così sono scampati all’Olocausto.
Come lo dimostra anche il lavoro della Rome Escape Line, la via di fuga guidata da padre Hugh O’Flaherty, religioso irlandese che sempre sfuggì alla Gestapo.
Non vi sfuggì, invece, Anselmus Muster, agostiniano, che fu prelevato dai nazisti in spregio ad ogni extraterritorialità vaticana nella Basilica di Santa Maria Maggiore, dove si era rifugiato, e fu torturato, ma mai tradì i compagni. La sua storia, il modo in cui la Santa Sede dovette affrontare la situazione dal punto di vista diplomatico, sono una delle parti più interessanti del libro di Ickx.
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Un altro Papa e un cardinale
Anche altri importanti personaggi del Vaticano hanno aiutato ebrei a scampare al massacro durante l’Olocausto. Angelo Giuseppe Roncalli, allora amministratore del Vicariato Apostolico di Istanbul e futuro Papa Giovanni XXIII, fu coinvolto in alcune operazioni di salvataggio di ebrei. Il Cardinale Aloizije Stepinac, beato, anche lui come Pio XII vittima di una leggenda nera, si spende a Roma per evitare che gli ebrei siano discriminati, e riesce solo ad evitare che gli ebrei convertiti non siano costretti a portare la stella gialla.
Storie da contestualizzare
Tutte le storie del libro di Ickx vanno contestualizzate, come la prudenza del Vaticano alle prime segnalazioni dei campi di concentramento ad Est, che una polemica recente ha voluto spacciare per pregiudizio antisemita. Vanno contestualizzate le scelte di Pio XII, che voleva prima di tutto salvare vite umane ed era consapevole del ruolo delicato che aveva la Santa Sede. Solo così si può dare una lettura nitida al libro di Ickx e agli interventi del Vaticano.
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