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L’inquietudine che proprio a Natale mi prendeva più forte

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MIENMIUAIF - MIA MOGLIE ED IO - pubblicato il 24/12/20
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Come il giovane Holden mi facevo tante domande e mi portavo in giro la mia inquietudine e il desiderio di sfuggire agli altri. Fino a che, proprio un Natale…by la nostra inviata da Boston, radical chic pentita, Serena Di

Mi regalavano Calvino ma io volevo leggere Salinger

Quanto ho detestato, in gioventù, Italo Calvino. Più che lui il cervello fritto di Marcovaldo, i fuochi fatui de Il visconte dimezzato, lo stucchevole Cosimo de Il barone rampante. Calvino io proprio non lo soffrivo e, quando, per disgrazia, i miei genitori mi regalavano un suo libro (guarda caso sempre a Natale) non vedevo l’ora che il supplizio finisse per poterlo tradire con quelli che a mio avviso erano veri scrittori e scrittrici – Carver, Dostoevskij, London, Bukowski, Tolkien, Jackson, Plath – e poi c’era naturalmente lui, l’idolo delle masse dei teenager di ogni generazione dal 1951: J.D. Salinger.

Il giovane Holden, la sua inquietudine, le sue domande

Mi immedesimavo nel giovane Holden Caulfield, adolescente ramingo che, durante il periodo di Natale, per sfuggire a una ramanzina e alla conseguente umiliazione per l’espulsione da scuola, si sballottola tra amicizie tradite, delusioni amorose, prove di forza, prime ubriacature e domande, tante, nevrotiche, una su tutte è passata alla storia: “Chissà dove se ne vanno le anatre d’inverno, quando il lago ghiaccia?”



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I tormenti di una giovane me, a Natale

Anche per me Natale era un piccolo momento di tormento, tempo di domande perniciose, due settimane con me stessa senza le distrazioni della spiaggia e i lunghi tramonti estivi che spianano la strada ai buoni propositi settembrini. Ma io come potevo tentare di migliorare in due settimane? A quali dei buoni propositi, di cui tutti parlavano, potevo realmente ottemperare? Come potevo deludere meno gli altri? Come potevo impegnarmi di più? Come potevo essere d’aiuto?

Io cercavo le risposte ma ero anche arrabbiata, confusa, e soprattutto a Natale mi arrovellavo il cervello con gli stessi fondamentali quesiti che alla fine portano Holden in analisi:

“Dove vanno le anatre d’inverno?”

Una domanda semplice, che nel libro viene ripetuta più volte, e alla quale però nessuno sembra saper dare una risposta. Come nessuno sembra sapere o volere aiutare Holden.

Il desiderio di sfuggire a tutto e tutti

A dire il vero il problema del ragazzo non sono le anatre, ma piccole e grandi angosce che lo portano a vagabondare per un intero fine settimana intorno a casa e fare di tutto per non affrontare il giudizio dei genitori e della società, dalla quale vuole rifuggire.

Negli anni ho fatto di tutto per rimanere giovane, nel fisico e nella mente, forse perché, anch’io come Holden, amavo sfuggire alle ramanzine, alle delusioni, al dolore. Non mi hanno aiutata le meditazioni yoga, l’analisi, né le piccole fughe fisiche e mentali, il girovagare a lungo e intorno agli ostacoli senza affrontarli mai.

Qualcosa è cambiato, proprio a Natale

Finché un Natale qualcosa è cambiato: sono entrata in una chiesa dopo tanti anni, ho ascoltato la Messa e alla fine ho avvertito che il vuoto che mi attanagliava non era poi così vuoto. Uscendo, mi sono chiesta, più che dove vanno le anatre d’inverno, cosa fanno le anatre in quel laghetto di Central Park quando non è ghiacciato.

Ho iniziato a spostare l’attenzione su quello che c’era, e non su quello che non c’era, e la mia prospettiva è migliorata. Perché alla fine la fede è questo, un cambiamento di prospettiva, un dono, non certo una scappatoia che ci spalanca davanti un destino di felicità, né ci dispensa dalla fatica di vivere, dal dolore, dalle responsabilità quotidiane. Chi vive con la fede non è, come lo ero io, o il giovane Holden, stritolato dal vuoto e dalla mancanza di senso, chi ha fede non brancola smarrito nella solitudine del buio senza avvertire il conforto di qualcuno che veglia su di lui.

Chi ha fede abbia anche pazienza per chi è lontano e inquieto

Siamo proprio noi credenti, noi privilegiati, già graziati dalla fede, a non dover allontanare chi vive senza questo conforto.

Dove intravediamo la voglia di remissione, il bisogno di cambiamento, di aiuto, non facciamo mancare la nostra presenza, non giudichiamo, non imponiamo, non facciamo inutili ramanzine, piuttosto accogliamo, comprendiamo, accompagniamo per mano, e (solo se viene chiesto) riserviamo la prima fila in chiesa a chi vuole ritornarci per la prima volta dopo anni.

Educhiamoci alla preghiera, all’amore, all’altruismo, evangelizziamo con l’esempio.


SAN GIUSEPPE
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Lì fuori è pieno di giovani Holden.

Quanto alle sue anatre, non le vanno a prendere con un furgone per portarle allo zoo, come ipotizzava il sedicenne. Se sono in Nord America al 99.9 % le anatre d’inverno vanno in Europa continentale, dove trascorrono il periodo dell’ibernazione.

Semplice.

Come alla fine Holden non era né stupido, né cattivo, né incompleto, ma solo, come diceva Calvino, giovane.

Semplice.

Ecco, almeno in questo periodo dell’anno, ritorniamo alle cose semplici.

Buon Natale.

QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO DA MIENMIUAIF MIA MOGLIE ED IO