La toccante testimonianza di Monica che racconta come il marito abbia sempre accettato la volontà di Dio anche nella durissima prova della malattia: “Signore, o di qua o di là, basta che io sono con te”.Nel numero di Novembre del mensile Il Messaggio della Casa Santa di Loreto troviamo la toccante testimonianza di Monica, una donna che ha perso il marito Francesco Baldoni per malattia di cui vuole ricordare lo straordinario profilo umano e spirituale.
Chi era Francesco Baldoni
Si erano conosciuti nell’agosto del 1999: Francesco…
(…) era un ragazzo pieno di vita, con grandi ideali e progetti da realizzare, per rendere il mondo migliore. Un vulcano di idee, una persona sulla quale potevi contare sempre, in ogni situazione, che come diceva lui, non si tirava indietro se si “doveva sporcare le mani”.
Ma quello che aveva colpito più Monica era la sua fede luminosa e contagiosa, che si era irrobustita e nutrita di esperienze significative maturate presso l’Istituto Don Guanella di Recanati, dove aveva svolto il servizio civile, con il volontariato al Cottolengo e la collaborazione con le ACLI (Associazione Cattolica Lavoratori Italiani).
La Sclerodermia
Nel novembre del 2000 compaiono i primi sintomi della malattia che nel febbraio 2001 viene diagnosticata come “Sclerodermia con coinvolgimento polmonare”, una delle patologie del tessuto connettivo oggi in aumento esponenziale nel mondo occidentale, che oltre a interessare la cute aggredisce anche organi vitali.
Francesco e Monica si sposano
Non ci lasciammo spaventare e il 20 aprile 2002 ci sposammo, nella buona e nella cattiva sorte, in salute e in malattia.
Francesco Baldoni affronta l’inizio del suo calvario con grande serenità, impegnandosi per dieci anni – nonostante problemi e sofferenze crescenti – come Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Loreto, dove profonde tutte le sue energie per essere vicino alle persone in difficoltà.
Nell’ottobre del 2007 si manifesta uno scompenso cardiaco causato dall’ipertensione polmonare che si era lentamente instaurata, per cui si rende necessario il ricorso all’ossigeno a permanenza.
“Sia fatta la tua volontà”
Dai medici arriva la indicazione sconvolgente circa la necessità di un trapianto polmonare. Francesco reagisce con la saldezza nella fede, rincuorando la moglie ad accettare…
(…) ogni cosa che Dio voleva da noi, perché questa era la sua preghiera “Sia fatta la tua volontà” (…) preghiera che non è venuta mai meno neanche nei momenti più dolorosi della malattia.
Francesco recita Monica la preghiera dell’Abbandono di Charlie de Foucald
Mentre essa progredisce con ulcere delle dita delle mani che portano alla cancrena di due falangi, nel maggio 2009 giunge da Vienna la disponibilità per effettuare il trapianto polmonare. Mentre sono in aereo Francesco recita a Monica per la prima volta la preghiera dell’Abbandono di Charles de Foucauld, la sua preferita, e prima di entrare in sala operatoria sussurra:
Signore, o di qua o di là, basta che io sono con te.
La preghiera dell’Abbandono di Charles de Foucauld
Padre mio,
io mi abbandono a te,
fa di me ciò che ti piace.
Qualunque cosa tu faccia di me
Ti ringrazio.
Sono pronto a tutto, accetto tutto.
La tua volontà si compia in me,
in tutte le tue creature.
Non desidero altro, mio Dio.
Affido l’anima mia alle tue mani
Te la dono mio Dio,
con tutto l’amore del mio cuore
perché ti amo,
ed è un bisogno del mio amore
di donarmi
di pormi nelle tue mani senza riserve
con infinita fiducia
perché Tu sei mio Padre.
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“Non ti agitare, preghiamo insieme”
L’intervento porta ad un buon miglioramento delle condizioni generali di Francesco Baldoni, ma temporaneo, perché la malattia continua a diffondersi subdolamente, tanto che progrediscono le ulcerazioni delle mani e poi dei piedi.
Non è facile per Monica assistere alle gravi sofferenze del marito che nemmeno gli antidolorifici più potenti riescono a lenire, e un giorno in cui lei è particolarmente affranta Francesco le dice:
Non ti agitare, preghiamo insieme e ringraziamo il Signore anche per questa giornata.
“Francesco ha messo al centro del nostro matrimonio Dio e me, non la malattia”
La lode al Signore è stata sempre la caratteristica della fede che ha sostenuto Francesco in una situazione oggettivamente disperante e senza possibilità di guarigione.
Ha messo al centro del nostro matrimonio Dio e me, non la malattia e la sofferenza. È stato sempre lui a consolare me nei tanti momenti difficili vissuti insieme. Ha sempre cercato di farmi soffrire il meno possibile e rendere gioiosa e bella la nostra vita. La tristezza non ha mai regnato nella nostra casa. Il giogo della malattia è stato leggero.
Francesco Baldoni muore il 30 ottobre 2016
Nel settembre del 2016 le condizioni si aggravano, e nonostante il ricovero Francesco muore il 30 ottobre.
Il giorno del funerale che doveva essere il giorno più brutto della vita di Monica si rivela pieno di gioia nel cuore:
Io ho vissuto il funerale come una festa. Come se Francesco mi avesse voluto far capire e vivere quello che lui stava vivendo in quel momento e cioè la festa nei cieli per il suo arrivo in Paradiso.
Il funerale dona gioia a tutti, persino ai piani distanti
Quanti hanno partecipato a quel funerale, anche persone distanti dalla fede, hanno respirato profondamente l’aria di serenità e gioia di cui era intriso per cui avrebbero desiderato che quel momento così intenso non finisse mai.
“La sua assenza morde il mio quotidiano”
La perdita di Francesco continua a “mordere” il cuore di Monica – e non può essere diversamente – ma la vedova trova grande forza e consolazione nel sentire sempre accanto a sé quella Grandezza che, parafrasando l’ultima frase della sua testimonianza, pur lontana li tiene sempre uniti nella Fede.
Chiaro, la sua assenza morde il mio quotidiano ma: Grandezza e Lontananza stanno insieme nella Fede.
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