Il popolare YouTuber ha ospitato il prete social, famoso per i suoi video evangelizzatori. Il risultato è stato un simpatico simparietto
“Ciao ragazzi, sono qui per giocare per la prima volta a Fortnite!”. Esordisce così Don Alberto Ravagnani, approdato sul canale YouTube di Rimoldigno.
Il giovane sacerdote di Busto Arsizio è andato a casa del popolare youtuber per rispolverare una sua vecchia passione: i videogiochi. «Sono gasatissimo per iniziare questa sessione di gioco», dice il prete che sta spopolando sui social network con i suoi video evangelizzatori 3.0.
In due settimane, per intenderci, il video tra Don Alberto Ravagnani e Rimoldigno su Fortnite, è già arrivato a 63mila visualizzazioni.
Don Alberto e la passione per i videogiochi
«In passato – rivela Don Alberto – ho giocato a tanti videogiochi. A casa mia ho la consolle, la XBOX, e ogni tanto mi capita di giocare soprattutto con i ragazzi dell’oratorio. Non so se voi lo fate con il vostro parroco o in oratorio. Ma anche noi ogni tanto possiamo divertici così».
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“Ora vatti a confessare”
Quando inizia la partita a Fortnite, Don Alberto Ravagnani, affiancato da Rimoldigno, mostra subito una certa confidenza con la consolle. Rimoldigno gli spiega i “trucchi” per avanzare nel percorso, ma alla fine il nostro Don perde la partita e, sorridendo, dice all’avversario che lo ha battuto: «Mi raccomando ora vatti a confessare».
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Il recente confronto con Fedez
Don Alberto di recente è stato protagonista di un interessante confronto con il rapper Fedez, nel podcast “Mucchio Selvaggio”. I due si sono confrontati su sessualità, beni materiali, come si diventa preti, la Bibbia e i Vangeli, papa Francesco, la libertà nella Chiesa.
Uno degli argomenti più caldi del dibattito è il celibato. Fedez lo stimola a parlarne. Don Alberto racconta la ragione evangelica del celibato. «Io scelgo di non vivere la mia vita sessuale in forma genitale per il Regno dei Cieli. Quella vita per me è totalizzante, non mi penalizza», dice don Alberto. Fedez lo provoca: «Allora è come non avere gli organi genitali?». «In realtà no – ribatte don Alberto – perché questa cosa presterebbe il fianco al fatto che i preti sono dei “castrati” e che la mia è “castrata”, non è aperta. Invece quella che ho fatto non è una scelta di debolezza, ma per amore di Dio. Io scelgo di vivere la mia vita in questa maniera» (Aleteia, 23 ottobre).
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