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Perché le rappresentazioni del Paradiso sono sempre molto al di sotto delle aspettative?

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Philip Kosloski - pubblicato il 26/11/20
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Il Cielo non è solo un “luogo” tra le nuvoleCom’è il Cielo? Nei dipinti o nella cultura popolare viene spesso descritto come un luogo fisico, “tra le nuvole”, ma questa e altre rappresentazioni non incoraggiano a intraprendere il cammino per giungere alla nostra meta finale.

San Giovanni Paolo II ha riflettuto sulle varie immagini del Cielo in un’udienza generale del 1999, nella quale ha spiegato che non si tratta di un luogo tra le nuvole, ma di un rapporto intimo con Dio:

“Sappiamo che il ‘cielo’ o la ‘beatitudine’ nella quale ci troveremo non è un’astrazione, neppure un luogo fisico tra le nubi, ma un rapporto vivo e personale con la Trinità Santa. È l’incontro con il Padre che si realizza in Cristo Risorto grazie alla comunione dello Spirito Santo. Occorre mantenere sempre una certa sobrietà nel descrivere queste ‘realtà ultime’, giacché la loro rappresentazione rimane sempre inadeguata. Oggi il linguaggio personalistico riesce a dire meno impropriamente la situazione di felicità e di pace in cui ci stabilirà la comunione definitiva con Dio”.

È di fatto difficile descrivere come sarà il Cielo. Qualsiasi descrizione sarebbe insoddisfacente e non risponderebbe alle nostre aspettative. Il rapporto personale con Dio è quello che desideriamo realmente nella vita, e questo soddisferà tutte le nostre ansie più profonde.



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Cielo e comunione con la Santissima Trinità

Continuava Giovanni Paolo II:

“Quando sarà passata la figura di questo mondo, coloro che hanno accolto Dio nella loro vita e si sono sinceramente aperti al suo amore almeno al momento della morte, potranno godere di quella pienezza di comunione con Dio, che costituisce il traguardo dell’esistenza umana. Come insegna il Catechismo della Chiesa Cattolica, ‘questa vita perfetta, questa comunione di vita e di amore con la Santissima Trinità, con la Vergine Maria, gli angeli e tutti i beati è chiamata ‘il cielo’. Il cielo è il fine ultimo dell’uomo e la realizzazione delle sue aspirazioni più profonde, lo stato di felicità suprema e definitiva’ (n. 1024)”.

Dobbiamo quindi essere felici perché il Cielo non è un palazzo tra le nuvole, ma un luogo reale e intimo, in cui saremo in perfetta unione con Dio e con tutti coloro che sono con Lui.

È un “luogo” di felicità suprema, perché riposiamo tranquillamente nel cuore del nostro Dio amorevole. Anche se non riusciamo a comprenderlo totalmente, possiamo essere certi che sarà uno stato di luce, felicità e pace.