Almeno 7 motivi certificano la veridicità di queste apparizioni alla mistica austriaca. Tra cui le veggenze, le malattie che ha subito, e un rapporto compilato da un monsignore
Ad un certo punto della sua esistenza la mistica Maria Simma, scomparsa nel 2004, trovò la vocazione che Dio le ha assegnata, cioè aiutare le anime del Purgatorio con la preghiera, la sofferenza espiatoria e l’apostolato.
Nel libro “Maria Simma – 365 giorni con l’amica delle anime purganti” (edizioni Segno) a cura di don Marcello Stanzione, si parla delle apparizioni di anime alla mistica austriaca, che si annunciavano sempre personalmente, senza che Maria rivolgesse loro delle domande. Nello stesso mese d’ottobre del 1954 un’anima del purgatorio le disse che durante la settimana dei morti avrebbe potuto fare delle domande a tutte le anime i cui parenti erano disposti ad aiutarle, accordando loro i soccorsi necessari.
Le richieste delle anime in Quaresima
In ottobre e in novembre, fino all’Immacolata Concezione (8 dicembre), ogni notte vennero delle anime del purgatorio per le quali Maria Simma doveva sia pregare, sia soffrire.
Durante la Quaresima, le anime non si manifestano che per domandare alla mistica austriaca di soffrire per loro durane la notte e anche di giorno. Succede pure che le anime del Purgatorio appaiono sotto forme straordinarie che fanno paura. Alle volte parlano, come durante la loro vita, nel loro dialetto. Queste apparizioni sono vere, o sono invece il frutto dell’immaginazione? Diversi fatti garantiscono la loro autenticità, come quella delle sofferenze espiatorie.
1) Non sono state malattie ordinarie
Maria Simma desiderò, già dalla tenera infanzia, aiutare le anime del purgatorio: mise pure tutto il suo zelo per guadagnarsi le indulgenze di certi giorni particolari e recitò per le anime innumerevoli preghiere indulgenziate. Ma fino a questo punto, non sapeva che potesse espiare per le anime soffrendo per esse. Queste sofferenze espiatorie sono dure come quelle del Purgatorio.
Fu necessario tutto il suo spirito di sacrificio e la coscienza del suo voto fatto per accettare volontariamente di poter soffrire così per gli altri. Le anime la svegliano, le rivolgono la parola e vanno a lei con le loro sofferenze. Alle volte succede che deve soffrire durante la giornata, mentre sta facendo il suo lavoro quotidiano. La prova che non si tratta di malattie ordinarie è il fatto che queste sofferenze sono certe volte annunciate e poi cessano immediatamente, una volta che è passato il numero fissato delle ore.
2) Le manifestazioni notturne a Maria Simma
Più volte è stato espresso il desiderio di potere osservarla la notte, senza però essere visti da lei, per scoprire, se veramente Maria Simma possedesse “qualche cosa”. È ciò che fecero, spinti dalla curiosità, alcuni giovani: F.N., A.N., W.B., E.B., W.B. e, in parte, una ragazza, K.B., credendo ad una manifestazione. Le due notti antecedenti la festa dell’Immacolata Concezione, nel 1954, salirono, per mezzo di una scala, fino ad un balconcino fiorito che stava davanti alla finestra aperta della camera di Maria Simma.
Essi sentirono Maria gemere sordamente e piangere in mezzo alle sue sofferenze; la videro cercare il fazzoletto per asciugarsi le lacrime; la sentirono parla- re con le anime del Purgatorio, fare delle domande; la videro prendere delle note. Gli osservatori non videro né sentirono nulla delle anime, ma poi cessarono di ridere e di prendere in giro le apparizioni delle anime del Purgatorio.
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3) Gli esiti del rapporto Rschann
Si può verificare la verità dei fatti constatando l’esattezza delle indicazioni date da Maria Simma a proposito delle anime. Queste indicazioni dovevano essere trasmesse ai loro parenti che, nella maggior parte dei casi, erano completamente sconosciuti ad ella.
Nel rapporto indirizzato a monsignor Rschann figurano delle lunghe liste dei nomi di defunti con le loro richieste. «Ho inviato la maggior parte delle indicazioni ai curati affinché le potessero esaminare, pregandoli di darne risposta nel caso che queste indicazioni fossero conformi alla realtà: per i casi sottolineati nel mio rapporto mi è stato segnalato che le indicazioni erano esatte».
4) Le veggenze sulla valanga del 1954
Nei fatti indicati dalle anime per le quali ella ha dovuto sopportare delle sofferenze espiatorie, ho potuto rilevare certe circostanze di cui la Simma non poteva saper nulla, tenendo in considerazione la sua ignoranza.
Questo vale per il caso del prete di Colonia che aveva cooperato al martirio di sant’Orsola e delle sue compagne. Durante le valanghe catastrofiche del gennaio 1954 in Vorarlberg, regione montuosa dell’Austria, morirono 125. Alcune anime del Purgatorio dissero a Maria Simmache c’erano degli infortunati seppelliti vivi sotto la neve. L’ultimo fu ritrovato vivo a Blons due giorni più tardi.
5) Il bisogno di dormire
Nel carattere di Maria Simma non c’è nulla di complicato, nulla di teso. Da quando ha cominciato ad offrirsi soffrendo di espiare, la mistica dà l’impressione di una grande calma e di un’uguaglianza d’umore maggiore di quella di prima.
Dopo la fine dell’anno mariano risentì la fatica dei mesi che precedettero l’Immacolata Concezione. Provò un gran bisogno di sonno, ciò che potrebbe accadere ad ogni essere normale nelle medesime circostanze.
6) In linea con la Dottrina e il Magistero
Ciò che ella ha imparato per mezzo delle anime, ciò che ha visto per sua istruzione e conforto concorda pienamente sia con gli insegnamenti di fede sulla giustizia e la misericordia divine, sia con la dottrina del Purgatorio, sia con i giudizi e le dottrine dell’autorità ecclesiastica.
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7) Grazie per le anime
Il fatto che Maria Simma abbia potuto fare delle domande e ricevere delle risposte concernenti le anime del purgatorio, ha fatto nascere dei dubbi. Si ha ragione di temere che gente curiosa tramuti i fatti, cercando in essi qualcosa di sensazionale. All’inizio, alcune persone pregarono Maria Simma di fare delle domande alle anime sui loro parenti defunti. Verso metà ottobre, le fu annunciato che durante la settimana dei morti avrebbe potuto fare delle domande per tutte le anime i cui parenti avessero intrapreso o compiuto le buone opere di cui avevano bisogno. Senza alcun dubbio è gradevole a Dio che i parenti si preoccupino dei loro defunti.
Ma Maria seppe che ci sono pure in Purgatorio delle anime alle quali poteva interessarsi, senza tuttavia essere obbligata a farlo. Si trattava, per la maggior parte, di anime che si trovavano nel più basso grado del Purgatorio. Per un disegno speciale della pietà della madre della Misericordia, queste anime potevano domandare ad ella la loro liberazione.
“Non hanno il diritto di importunarti una seconda volta”
Ciò le fu detto parola per parola così: “Queste devono informarti che non sei obbligata ad interessarti a loro, ma che lo puoi. Si, per un certo numero di esse, tu devi domandare per mezzo della preghiera di potertene incaricare. Se tu scarti queste anime non sei colpevole di nessuna colpa, ed esse non hanno più il diritto di importunarti una seconda volta. Ma se tu t’incarichi con sollecitudine, riceverai le maggiori grazie, e noi potremo darti delle informazioni maggiori concernenti i defunti”.
Qui non si tratta dunque di impressioni, ma di grazie per le anime. Soltanto quando le si ponevano delle domande per curiosità – si è perfino cercato di farlo a proposito di Hitler e di Stalin – non riceveva risposta od opponeva un rifiuto.
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