Eppure le donazioni si possono ammortizzatori con importanti agevolazioni fiscali
Calano le offerte, così il covid sta mettendo a dura prova ogni parrocchia. E allo stesso tempo aumentano le famiglie in difficoltà che si rivolgono ai sacerdoti a causa della crisi economica.
Lo sfogo del parroco di tre paesi friulani
Le offerte dei fedeli più che dimezzate e l’aumento delle spese mettono in sofferenza i bilanci delle parrocchie di Santa Maria Assunta a Fagagna, dei santi Cosa e Damiano di Ciconicco, di Pietro e Paolo di Villalta che raccolgono intorno a loro circa seimila anime guidate con equilibri, ascolto e generosità da monsignor Adriano Caneva di 87 anni. Lo sfogo del parroco: «Ho già usato i miei risparmi per pagare i debiti» (IMessaggero Veneto, 9 novembre).
Offerte calate del 30 per cento
«Le offerte dei fedeli in parrocchia sono calate del 30%, abbiamo dei problemi per le spese, i soldi sono sempre meno e la gestione è sempre la stessa». Don Claudio Gatti, parroco della concattedrale del Duomo di Rovigo, rappresenta il disagio di tutti i parroci di fronte alla crisi che si è abbattuta sulle parrocchie a causa dell’epidemia da covid. Bollette, mutui, contributi ai collaboratori, magari l’idraulico da chiamare per il guasto imprevisto (Il Resto del Carlino, 8 novembre).
Le agevolazioni fiscali per le parrocchie
Il decreto ‘Cura Italia’ ha infatti introdotto un significativo risparmio di imposte per le liberalità effettuate nel corso del 2020 a favore degli enti pubblici e privati che sono stati (e, anche se in modo diverso, sono ancora) in prima linea in modo da agevolare il finanziamento degli interventi in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19′ (art. 66 del D. L. 18/ 2020), comprese le misure ‘ finalizzate a misure urgenti di solidarietà alimentare’, come ha chiarito l’Agenzia delle entrate nella circolare 8/ E/ 2020.
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Il “vincolo” di “progetti Covid”
Anche la parrocchia e gli altri ‘enti religiosi civilmente riconosciuti’ (diocesi, istituti religiosi, Caritas diocesane…) rientrano tra gli enti a favore dei quali è possibile effettuare queste offerte liberalità particolarmente ‘premiate’ fiscalmente e rigorosamente vincolate alla realizzazione di ‘progetti covid’.
In particolare per questi servizi: la gestione di strutture (anche provvisorie) di assistenza e accoglienza di persone in stato di bisogno a causa dell’emergenza epidemiologica, sia sotto il profilo sanitario che economico e sociale; il sostegno alimentare a favore di soggetti in condizioni di fragilità; la fornitura di beni di prima necessità a nuclei familiari in difficoltà (Avvenire, mercoledì 30 settembre).
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