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L’orazione teresiana, un intimo rapporto di amicizia con l’unico da cui ci si sa amati

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Così insisteva San Teresa: “Chi ha cominciata l’orazione non la lasci; e chi non l’ha cominciata, io lo scongiuro per amor di Dio a non privarsi di tanto bene”

“L’orazione a mio parere, non è altro che un intimo rapporto di amicizia, nel quale ci si trattiene spesso da solo a solo con quel Dio da cui ci si sa amati”  (Vita 8,5 – Santa Teresa)

Ho scoperto l’orazione teresiana durate il lockdown grazie a Debora, una ragazza che ha frequentato per un po’ di tempo le Clarisse.
Conoscere la sua esperienza a riguardo, mi ha permesso di poter approfondire questa tipologia di preghiera molto intima e silenziosa tanto efficace e perfetta per il mio modo di vivere la spiritualità in modo interiore.


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Il cuore che prega

In sostanza questo tipo di orazione è una preghiera RELAZIONALE e intima che non necessita di formule di preghiera specifiche continue ma la base è la Scrittura.
In questo modo si pratica una la preghiera del cuore secondo Santa Teresa perché è proprio il cuore che prega.
(riguardo la preghiera del cuore trovate anche questo post)

“Chi l’ha cominciata [l’orazione] non la lasci; e chi non l’ha cominciata, io lo scongiuro per amor di Dio a non privarsi di tanto bene; se persevera io spero nella misericordia di quel Dio che nessuno ha mai preso invano come amico; giacché l’orazione mentale non è altro – per conto mio – che un trattare con amicizia, intrattenendosi molte volte da soli con Chi sappiamo che ci ama” (Vita 8,5).

Essendo legata all’interiorità della relazione, può essere sempre diversa poiché condizionata dall’emotività, per cui ciò che proviamo un giorno con una lettura, il giorno successivo non sarà necessariamente uguale.
Se in quel momento siamo tristi avremo un certo tipo di vissuto mentre se saremo felici, ne avremo uno diverso.
La cosa da fare è orientare tutto verso il TU di Cristo, mettendosi davanti a Lui come in una relazione vera e propria.

Ora entriamo nello specifico di questa pratica:

Cosa serve per fare questo tipo di orazione?

La Bibbia (o solo i vangeli), una candela, un’icona e soprattutto il silenzio.
Se volete, potete utilizzare il vostro diario di preghiera per appuntare ciò che ritenete necessario.
L’icona aiuta a rimandare al Signore.

prayer corner

Marvin | Cathopic CC0

L’orazione permette di andare da me alla scrittura, dalla scrittura alla mia interiorità e nella mia interiorità emerge il TU del Signore, quello con cui dobbiamo metterci in relazione profonda.

Come fare l’orazione o per meglio dire, come nutrirci con questo incontro?

Ci si siede composti e comodi in un luogo tranquillo e possibilmente silenzioso (che con dei figli diventa difficile ma facciamo finta che sia possibile).

Si inizia con il segno della croce fatto piano e in modo consapevole; si procede chiudendo gli occhi e mettendo da parte tutti i nostri problemi e pensieri, come dice Santa Teresa,

Occorre farsi un po’ di violenza per raccogliersi e contemplare il Signore nel proprio interno (CP 26,8) Non si può parlare con Dio nel medesimo tempo che con il mondo.

E’ possibile fare anche un’invocazione allo Spirito Santo e un breve esame di coscienza per cantare le misericordie del Signore nella nostra vita.

Il passo successivo è tanto importante quanto difficile (non voglio scoraggiarvi ma rendervi consapevoli che raramente si fa in modo cosciente) ovvero, prendere coscienza che Dio, in Gesù, suo figlio, è presente.
Dobbiamo instaurare un rapporto di amicizia con il Signore, per questo ci può aiutare pensare che sia al nostro fianco, realmente in persona vicino a noi.
Teresa dà molta importanza all’Incarnazione, motivo per cui è presente un’icona.

Oltre all’invocazione allo Spirito Santo, potete recitare anche un Padre Nostro.

Lettura

Poi passiamo alla scelta del brano da leggere; sulla scelta del brano potete decidere voi, oppure utilizzare la lettura del giorno.
Se ne avete il tempo potete aggiungere anche una scrutatio limitandosi alla parte meditativa.

Il brano va letto con calma, cercando di assimilare parola per parola assaporandone il contenuto.
Cercate il punto che più vi colpisce, che sia una parola, più parole o un versetto ripetendolo più volte anche mantenendo gli occhi chiusi.
Cercate di entrare dentro di voi, di percepire la compagnia di Cristo, la sua presenza.



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Tutto ciò non è facile, ci saranno tante distrazioni soprattutto all’inizio, la mente andrà altrove, potranno spuntare pensieri, i nostri impegni etc, ma non bisogna demordere, la perseveranza è la strada per poterci riuscire.
Pensare ci porta a parlare a noi stessi, pregare invece ci porta al dialogo con Dio e quella è la strada.

Come detto all’inizio, questa è una preghiera emotiva, per cui:

Se siete nella gioia potrete contemplare Cristo risorto, se siete afflitte o nei travagli potete contemplarlo mentre si reca al giardino degli ulivi.

Anche se doveste fare il peggiore dei peccati, non lasciate mai l’orazione!

PRAY

Shutterstock

Il Signore può abitare il vuoto che stiamo vivendo soprattutto in questo tempo, fatto di attese, paure, incertezze.

Una presenza continua

L’orazione non termina nel momento in cui chiudiamo le Scritture e ci congediamo, ma continua costantemente.
Possiamo immaginare che Gesù sia al nostro fianco durante la giornata, durante le nostre normali faccende e occupazioni, in quelle occasioni pensiamo che ci guardi con amore e che possiamo ricambiare questo sguardo.

Essere “da solo a solo” come scritto nella citazione all’inizio di questo articolo, non significa pregare isolato dagli altri, benché possa sembrare così. Soprattutto perché certe volte ne sentiamo proprio la necessità. Lo stesso Gesù nel corso della sua vita terrena ha dei momenti in cui si deve isolare.
Ma “io e Dio” oppure “tu e Dio” possiamo avere quest’esperienza di intimità anche se ci troviamo in una grande assemblea; quel “solo a Solo” significa che per me, per te… in quel momento, c’è solo Lui e io o tu, non desideriamo altro che staccarci da tutto ciò che non è Lui e che distrae da Lui.

Concludiamo questa preghiera con un’offerta semplice, per la carità verso il fratelli e il prossimo, oppure per delle intenzioni che sappiamo essere necessarie.

Una volta iniziata questa pratica sarà difficile farne a meno.
A presto.

QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO DA STILE DI VITA DI UNA FOLLE DONNE CATTOLICA

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