Sua Eminenza Willem Jacobus “Wim” Eijk alza la voce contro il disegno di legge sulla “vita compiuta”. L’Olanda, denuncia il porporato, “non è più una nazione cristiana”
L’ultima battaglia del cardinale Willem Jacobus “Wim” Eijk, arcivescovo di Utrecht è forse la più importante della sua “vita da porporato”. Provare a frenare il folle disegno di legge che il Parlamento olandese rischia di dover votare a breve: l’allargamento dell’eutanasia volontaria agli over 75.
«La ‘cultura della morte’, contro la quale Giovanni Paolo II ci ha messi in guardia soprattutto nella sua enciclica Evangelium vitae – spiega in una intervista a Inside Over (4 ottobre) – rimane un rischio reale. Alcuni continuano a cercare un allargamento delle possibilità dell’eutanasia, del suicidio assistito e della terminazione di vita senza richiesta. Il fondo di questo piano inclinato non è ancora raggiunto».
Il disegno di legge sulla “vita compiuta”
Tuttavia, aggiunge il cardinale, un segno di speranza è «la resistenza in ampi settori contro la perorazione di un disegno di legge sulla cosiddetta ‘vita compiuta’. Questo disegno implica che la gente con una età superiore a quella di 75 anni, di per sé non malata, ma sana, convinta che la sua vita non abbia più un senso e sia perciò ‘compiuta’, possa chiedere il suicidio assistito».
Il limite di 75 anni «suggerisce che la vita perda il suo valore essenziale da questa età. Contro questo disegno di legge esiste una forte resistenza animata da gruppi diversi nella società, fra cui la maggior parte dei medici, psichiatri, con l’associazione nazionale dei medici olandesi in prima linea».
L’eutanasia in Olanda
L’Olanda è la nazione europea pioniera dell’eutanasia, contemplata da una legge del 2002, insieme al suicidio assistito (nella sostanza si distinguono solo nella modalità di esecuzione: nell’eutanasia il medico fa l’iniezione letale, mentre nel suicidio medicalmente assistito porge al malato il bicchiere da bere con il farmaco che lo ucciderà).
La radice di questa ulteriore evoluzione della morte assistita, per chi è stanco di vivere e ha più di 75 anni, sta già tutta nei criteri con cui l’eutanasia entra nell’ordinamento giuridico: in presenza di una sofferenza che percepisco come intollerabile è meglio la morte, che diventa un diritto esigibile. Qualsiasi sia la fonte del soffrire. Sappiamo che ogni volta che l’eutanasia entra nell’ordinamento giuridico si trasforma in atto medico, una sorta di palliazione estrema, all’interno di un percorso di cura, senza più connotazioni negative. La morte procurata su richiesta, per stanchezza di vivere, toglie anche l’ultimo alibi: non serve neanche il dottore, basta un professionista dedicato. Come un qualsiasi altro servizio fornito dalla amministrazione statale: è sufficiente presentarsi allo sportello giusto, al funzionario apposito (Avvenire, agosto 2019).
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Le cause della scristianizzazione
Ma cosa sta accadendo all’Olanda? Perché sta diventando la nazione dove è più marcato l’allontanamento da un valore, la tutela della vita, che è tra i più importanti per un cristiano.
In passato, osserva il cardinale Eijk sempre nell’intervista ad Inside Over, l’Olanda è stata una nazione protestante. «Tuttavia, negli anni ’30 del secolo scorso – evidenzia Eijk – in cui l’Olanda era ancora una nazione cristiana, la percentuale dei cattolici ha oltrepassato quella dei protestanti. Parecchi protestanti, appartenenti alla Chiesa Riformata Olandese, l’hanno lasciata. I cattolici avevano in genere famiglie numerose, mentre i protestanti avevano meno figli».
Negli anni ’60, la scristianizzazione «si è manifestata, però, anche fra i cattolici in modo rapidissimo. Sempre più cattolici non sono più in chiesa, mentre le loro famiglie diventavano molto più piccole a causa dell’introduzione di contraccettivi ormonali. Era il 1964. Statisticamente parlando, l’Olanda non è più una nazione cristiana: nel 2018, per la prima volta, meno della metà degli olandesi (49% delle persone con un’età di 15 anni o più) si definiva credente o appartenente a una religione. Il 24% di queste persone è membro della Chiesa Cattolica Romana, mentre 15% è protestante. L’Olanda perciò non è più una nazione cristiana».
Dio vive ancora in Olanda. Ma come?
«Cristo non abbandona mai l’umanità – sentenzia il cardinale di Utrecht – e neppure la popolazione olandese. Tuttavia, per lui sta diventando più difficile raggiungere il popolo olandese tramite la Chiesa, dove lui è presente nel sacramento dell’Eucaristia. Il numero delle chiese nelle diocesi diminuisce rapidamente a causa della mancanza di fedeli attivi, volontari e mezzi finanziari. Questo implica che anche l’incontro con Cristo nella sua casa diventi più difficile per la gente».
Chiese più aperte
Perciò, chiosa, «è importante che le chiese che rimangono aprano il più possibile le porte, cosicché la gente possa pregare al loro interno, ed essere presso Cristo, accendere una candela per Maria e pregare la sua intercessione per noi presso Suo Figlio».
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