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Prete ucciso a Como, i migranti: così don Roberto ci ha salvato

DON ROBERTO MALGESINI
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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 16/09/20
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Il ricordo commosso dei poveri di don Roberto Malgesini. La zia Giuliana: era talmente buono che faceva i funerali anche agli uccellini morti

Il popolo di Como piange don Roberto Malgesini, accoltellato a morte da un migrante. In centinaia hanno preso parte alla veglia in suffragio e al suo funerale. Sono numerosi coloro che hanno ricevuto un gesto di aiuto da questo sacerdote molto amato.

Don Roberto era il coordinatore del gruppo colazioni, i volontari che tutte le mattina si preoccupano di portare un the caldo o qualcosa da bere ai senzatetto della città. E proprio uno di loro lo avrebbe aggredito a morte per cause da accertare.

Nel giorno dei funerali, La Stampa (15 settembre), descrive scene di sincera commozione davanti alla chiesa:

Il ragazzo che piange lontano da tutti si chiama Mamadou: «La vedi questa camicia? Me l’ha regalata lui sabato mattina». La donna che tira manate contro la porta chiusa della casa parrocchiale, invece, è arrivata qui al confine fra Italia e Svizzera partendo dal Gambia: «I miei figli sarebbero morti di fame senza don Roberto.

I funerali agli uccellini

Duramente colpita dalla notizia anche l’adorata zia Giuliana. «L’ho cresciuto a casa mia, come fosse mio figlio – racconta la donna di 83 anni – Lui e il fratello Mario, finite le lezioni a scuola, venivano a casa mia, si trattenevano sino a sera. I genitori lavoravano, non potevano badare a loro. Mi sono affezionata a lui come a un figlio. Sin da piccolo diceva che voleva fare il prete. Giocava nel giardino con mia figlia Emma, erano legatissimi i due cugini, e quando trovavano un uccellino morto nel verde, lui saliva in solaio, prendeva dei vecchi abiti, li indossava perché ne celebrava il funerale. Era il più buono di tutti i cugini. Ha fatto tanto del bene».


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“Gli ultimi sono il suo pane”

«È sempre stato un prete molto in gamba – ricorda don Vito Morcelli, il parroco della popolosa frazione del Comune di Cosio Valtellino – e sin da piccolo aveva espresso il desiderio di fare del bene agli altri. C’è riuscito alla perfezione. E l’ha fatto, giorno dopo giorno, con entusiasmo. Con radicalità evangelica. Voleva stare con gli ultimi. “Gli ultimi sono il suo pane“, proprio come ripete Papa Francesco» (Il Giorno, 15 settembre).

Papa Francesco: ucciso da uno che lui stesso aiutava

Proprio il Papa, durante l’udienza del mercoledì in Vaticano, ha detto: «Desidero ricordare in questo momento don Roberto Malgesini, sacerdote della diocesi di Como che è stato ucciso da una persona bisognosa che lui stesso aiutava, una persona malata di testa».

«Mi unisco al dolore e alla preghiera dei suoi famigliari e della comunità comasca – ha proseguito il Pontefice – e come ha detto il suo vescovo, rendo lode a Dio per la testimonianza, cioè per il martirio, di questo testimone della carità verso i più poveri».

«Preghiamo in silenzio per don Roberto Malgesini – ha concluso – e per i tutti i preti, suore, laici, laiche che lavorano con le persone bisognose e scartate dalla società!» (Rai News, 16 settembre).



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