“A livello fisico quello che sovente mi colpisce in queste persone è lo sguardo. È difficile da definire”
Psicologi che hanno rinunciato a qualsiasi intervento sui loro pazienti, e li hanno dirottati agli esorcisti. La scienza, infatti, non può spiegare un’azione demoniaca, come si legge nel libro “Il ritorno dell’esorcismo” (edizioni San Paolo), un approfondito studio sugli esorcismi, a cura di Fabrizio Penna.
La prima cosa da fare
L’autore de “Il ritorno dell’esorcismo” ha intervistato Alberto d’Auria, psicologo e psicoterapeuta, che lavora a Verona. È coautore, assieme al sacerdote esorcista Silvio Zonin, del libro “I disagi dell’anima e l’esorcismo”, e da anni collabora con sacerdoti esorcisti nell’ambito della pastorale della salute.
«L’azione di ogni psicoterapeuta parte dall’ascolto attivo della persona. È proprio dalla narrazione portata, unitamente all’analisi della sua sofferenza, sovente peculiare, che emergono degli elementi che ormai ho imparato a riconoscere e che mi fanno pensare che il caso esuli dai canoni classici della psicopatologia».
Le difficoltà dei medici
Inoltre, prosegue D’Auria, «proprio durante i racconti emergono spesso storie generazionali dove si evidenzia una compromissione con la magia e lo spiritismo, oppure liti per motivi ereditari o sentimentali in seguito alle quali hanno cominciato a verificarsi malesseri strani per i quali i medici non riescono a trovare alcuna ragione e, anche se loro non collegano le cose, per me il quadro inizia a delinearsi verso una certa direzione, che ha bisogno di essere indagata da chi ne ha le capacità e l’autorità».
“Solo una preghiera di guarigione”
In questo caso, evidenzia lo psicologo, «invito le persone a incontrare uno dei sacerdoti con i quali collaboro per un colloquio, una benedizione e una preghiera di guarigione, non un esorcismo, solo una preghiera di guarigione. Sono poi i sacerdoti che mi offrono feedback in merito, unitamente ai pazienti quando ritornano. A volte non accade nulla, altre volte avvengono chiare reazioni legate a interventi demoniaci straordinari».
Un punto che accomuna tutti i posseduti
Oltre il materiale raccolto durante la narrazione, lo psicologo nota un punto in comune tra le persone che poi si rivelano avere problemi demoniaci.
«A livello fisico quello che sovente mi colpisce in queste persone è lo sguardo. È difficile da definire… c’è uno sguardo che va oltre la sofferenza o la psicopatologia, lo potrei definire “un pozzo senza fondo”».
I problemi psicologici pre-esistenti
Nell’esperienza di D’Auria, persone che hanno problemi demoniaci hanno anche problemi psicologici.
«Direi che è sempre presente il disagio psicologico, non potrebbe essere altrimenti. Tutte le persone che ho conosciuto mostravano anche problemi legati a una struttura di personalità che potremmo semplicisticamente definire “debole”. Inoltre quando sono presenti problemi demoniaci quasi sempre la persona ha contribuito, coscientemente o incoscientemente, al loro insediamento. Dietro ci sono spesso abitudini spirituali facilitanti, sia personali che da parte di terzi, ai quali le persone sono legate. Si tratta delle già citate pratiche occulte collegate alla magia e allo spiritismo, ad alcune pratiche “energetiche” orientali, ad alcune dipendenze sessuali».
“Ricevo persone inviate da preti o psichiatri”
Don Paolo Morocutti, professore di Psicologia generale all’Università Cattolica di Roma ed esorcista, dal 2016 al 2019, in tre anni di mandato esorcistico, ha ascoltato circa duecento persone, tra le quali solo sette hanno avuto bisogno di essere esorcizzate.
«Io ricevo le persone per ascoltarle – dice don Paolo – E ricevo solamente persone che arrivano presentate dal loro parroco, o da un altro sacerdote, o da una persona che riconosco qualificata, oppure da uno psichiatra. Quando le persone vengono inviate dagli psichiatri esiste già un buon margine di sicurezza sul fatto che la sintomatologia osservata potrebbe essere realmente di origine demoniaca, visto che la scienza medica non ha trovato soluzioni plausibili. Quando invece le persone giungono da altre strade “meno specialistiche” occorre maggior discernimento».
L’equipe
Per questo motivo, lo psicologo-esorcista, ho creato un’equipe di una ventina di professionisti, prevalentemente psicologi e psichiatri, che operano a livello volontaristico e si alternano per realizzare un primo colloquio psicologico approfondito.
«Circa la metà delle persone – evidenzia don Paolo – evidenziano problematiche psicologiche e psichiatriche e vengono accompagnate verso un cammino specifico e indirizzati a terapeuti cristiani di nostra fiducia, perché è fonda- mentale che venga condivisa una comune antropologia. Inoltre molti di questi terapeuti spesso operano gratuitamente, perché molte delle persone inviate versano in gravi condizioni economiche».
Cerchi concentrici
Come si può notare, quella adottata da don Paolo è una procedura a cerchi concentrici, con un primissimo discernimento nelle parrocchie o negli studi degli psichiatri, un secondo discernimento da parte di uno staff di psicologi e psichiatri cristiani debitamente formati e un terzo discernimento da parte dell’esorcista.
«L’esorcista – osserva don Paolo – si occupa esclusivamente dell’azione demoniaca straordinaria. Se le problematiche spirituali evidenziate sono ordinarie, la persona viene subito indirizzata da un sacerdote che aiuti a intraprendere un cammino di fede. Se invece c’è il dubbio di essere di fronte a situazioni intermedie, dove sono presenti vessazioni, cioè disturbi fisici o psicologici che non hanno spiegazioni mediche e che solitamente derivano dalla pratica dell’occultismo, dalla frequentazione a sedute spiritiche o dalla partecipazione a riti magici, non è detto che ci sia bisogno dell’esorcismo, ma occorre comprendere meglio facendo una diagnosi differenziale e parametrandosi con i medici di riferimento».
La possessione demoniaca
Da questa testimonianza emerge che la possessione è il vero terreno di scontro per l’esorcista, anche se devono essere considerate di natura demoniaca anche le vessazioni e le ossessioni, la cui cura dovrebbe essere parte del ministero sacerdotale ordinario partendo dall’ascolto per giungere alle benedizioni.
«Mi preme dire che i problemi spirituali non escludono la com- presenza di quelli psicologici, anzi chi ha problemi spirituali convive quasi sempre con quelli psicologici. Una persona che ha una possessione non può non aver bisogno di ritrovare un equilibrio umano, perché vive una dimensione talmente distonica da rendere utile il ricorso alle scienze umane».
Questi due aspetti, conclude don Paolo, «per molto tempo sono stati visti come in contrapposizione, o c’era il diavolo o c’erano problematiche psicologiche. Invece oggi si è ben compreso che le due cose possono convivere».
“Sono alla ricerca di attenzioni”
È bene dire, chiosa il prete-psicologo-esorcista, «che la maggior parte delle persone che oggi pensano di essere vessate o ossessionate dal diavolo sono in realtà alla ricerca di attenzioni, provengono da storie umane dolorose dove gli aspetti relazionali sono carenti. Sono comunque persone che soffrono e che, come sacerdoti, siamo chiamati ad aiutare in altri modi, non praticando esorcismi, altrimenti la loro credenza viene avallata e amplificata».
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