Le grandi anime, anche dentro le sfide più difficili, restano allegre: perché l’anima, ridendo, si spalanca a Dio per tornare rinfrancata dalla Speranza che lo abita.Di Mariachiarara Martina
C’è un Santo che mi ha sempre incuriosito parecchio perché un po’ fuori dai canoni e dal cliché della narrazione: lo chiamavano bonariamente “Pippo buono” ma il suo vero nome è Filippo Neri la cui memoria si celebra il 26 maggio. Ecco, Filippo è uno dei santi che oggi ci serve invocare maggiormente. E perché mai? Perché Filippo, oltre a essere un mistico, un innamorato di Dio e della Vita, un attentissimo e operosissimo soccorritore dei bisognosi, era un uomo spiritosissimo tanto da essere passato alla storia come “il giullare di Dio”.
Leggi anche:
Bevete perché siete felici, ma mai perché siete infelici
Era quel mix di profonda devozione e totale adesione al piano di Dio, da una parte, ed allegra e genuina fiducia nell’Amore e dell’Amore di Dio, dall’altra. Era il classico personaggio che spiazzava per il genio con cui rispondeva all’arroganza dei potenti o con cui riusciva a far comprendere la gravità dei peccati a chi da lui ricorreva in confessione. Ma, soprattutto, Filippo rideva. Filippo rideva come
ride Colui che sta nei cieli (Salmo 2)
perché, alla fine della fiera, era pienamente consapevole di essere figlio di un Dio vittorioso, un Dio che sbaraglia le tenebre per quanto fitte esse possano sembrare. Ridere è l’arma potentissima che abbiamo, insieme alla preghiera, per reggere le sfide difficili della vita.
Sforzarci di vedere il lato ridicolo delle cose, anche nelle difficoltà che viviamo e che ci capitano, è una preziosissima boccata di ossigeno per l’anima che, ridendo, si spalanca a Dio per tornare rinfrancata dalla Speranza che Lo abita e che ci viene partecipata. Se ci facciamo caso, quanto più le anime sono grandi, tanto più sorridono e ridono delle sventure che capitano loro. E tanto più ridono, tanto più le sanno affrontare con giusta grinta e sano affidamento perché quel “ride Colui che sta nei cieli” è dentro di loro, fa parte di loro nel profondo.
Credo, allora, che sia il momento di chiedere a San Filippo Neri il dono di saper ridere anche se stiamo passando un momento difficile della nostra vita, anzi proprio perché stiamo passando un momento difficile della nostra vita. Credo sia il momento di chiedere a San Filippo Neri di starci accanto per farci scorgere, nelle fatiche, quel particolare che diventa occasione per una boccata di ossigeno per l’anima. E aiutarci a dire, come era solito dire lui: Scrupoli e malinconia, fuori di casa mia. Amen.
QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO DA IMPRESA ORANTE