Nell’islam gli spiriti sono divisi in arcangeli, angeli della tomba e angeli decaduti. Le qualità degli angeli sono l’assenza di difetti, la spiritualità e la bellezzaGli Angeli (“malak”, plurale: “mala’ika”) secondo il pensiero islamico sono forze o enti spirituali che suggeriscono agli uomini pensieri buoni e che rendono felici: agli animali conferiscono istinti che possono salvarli: comunque stanno al servizio della natura e della vita. Le forze, o entità, che agiscono in direzione contraria, si chiamano Diavoli (“shautan”, plurale: “shayatin”).
I nomi di angeli e diavoli
Gli Angeli sono al diretto servizio di Dio; accompagnano gli uomini e tutte le altre creature, li coadiuvano nelle loro azioni. Privi di volontà e di intelligenza, non possono commettere errori. Essi stimolano l’uomo a pensare e sono tantissimi. Per nome sono conosciuti gli Arcangeli, Dibra’il, Israfil, Azra’il, Mika’il, Harut, Marut e i due Angeli della tomba, Munkar e Nakir. Ai Diavoli appartiene anche Iblis, l’Angelo caduto (“Diabolus”), che negò ubbidienza a Dio perché rattristato dalla creazione dell’uomo.
Tra gli Angeli non c’è differenza di sesso ed esistono al di fuori del tempo e dello spazio. Il loro compito è di conservare l’ordine universale. Nessuno oltre a Dio conosce il numero degli angeli. Le loro qualità eminenti sono l’assenza di difetti, la spiritualità e la bellezza. Così Giuseppe l’egiziano viene scambiato per un Angelo dalle amiche di Putifar a causa della sua bellezza.
“Lo spirito fedele”
L’Angelo Gabriele viene descritto nel Corano lo “spirito fedele”, “il nostro spirito” o “il santo spirito” (19, 17; 16, 104). Dibra il (Gabriele) e Mika il (Michele) hanno il ruolo di mediatori nell’evento della rivelazione sovente impiegato come messaggero. Israfil (Seraphin), l’Angelo della morte, non viene nominato specificamente nel Corano.
Anche di Munkar e Nakir non vi si fa alcuna cenno. Secondo la tradizione essi sono maestri delle punizioni nella tomba. Ci sono dunque Angeli violenti e rozzi, i quali possono essere facilmente scambiati per Diavoli.
Il pronipote di Iblis
Gli angeli cherubini (“al-muqarrabun”) segnalano invece che Dio è particolarmente vicino. La mancanza di peccato e di sesso degli Angeli sembra fare eccezione nei casi di Harut e Marut: “Si narra che entrambi questi Angeli, siano imprigionati in una caverna presso Babel e l’insegnino la magia agli uomini”.
Una tradizione riferisce che anche tra i diavoli esista un essere solitario e buon musulmano: un pronipote di Iblis, “che apparve a Muhammad e apprese da questi alcune sure del Corano”. La letteratura islamica che tratta questo argomento si rifà sovente a rappresentazioni del mondo non musulmano (filosofi, Ebrei, Cristiani, dualisti e persino idolatri).
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