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USA: manifestanti bruciano una Bibbia, il video suscita indignazione

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Bérengère Dommaigné - pubblicato il 05/08/20
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Mentre le manifestazioni violente sembrano volgere al termine negli Stati Uniti, spunta un video in cui si vedono dei manifestanti bruciare una bibbia a Portland, nell’Oregon, durante la notte tra venerdì 31 luglio e sabato 1º agosto. Forte l’indignazione suscitata nel Paese.

A Portland, nell’Oregon, in seguito alla morte di George Floyd si sono susseguite quotidianamente manifestazioni del movimento Black Lives Matter, talvolta con contorno di tafferugli con la polizia federale. È in questo contesto che un video pubblicato sui social network alla fine della settimana scorsa ha provocato un’ondata di indignazione. Vi si vedono nella notte tra venerdì a sabato 1º agosto dei manifestanti che bruciano la bandiera americana e una pila di libri, tra cui la Bibbia (la si riconosce dalla dicitura “Holy Bible” in copertina) in un grande rogo acceso davanti al palazzo di giustizia federale. Il video, diventato virale, ha registrato più di 1,8 milioni di visualizzazioni e migliaia di condivisioni. Danny Peterson, giornalista della CBS di Portland presente sul posto, ha segnalato che veniva bruciata una Bibbia.

Portland conosce da più di 60 giorni consecutivi proteste e disordini a seguito della morte di George Floyd, lo scorso 25 maggio, deceduto sotto le ginocchia di poliziotti di Minneapolis. Alcune di queste manifestazioni sono state accompagnate da sommosse e da saccheggi. L’arcivescovo di Portland, mons. Alexander Sample, si è espresso a più riprese contro la violenza nella sua città, incoraggiando parallelamente i cattolici a rinnovare la loro fede e la loro speranza in Dio. In un messaggio video diffuso lo scorso 31 luglio, il presule ha dichiarato che – per quanto egli sia inquieto per lo stato della Chiesa nel mondo – «questo è un grande momento per essere cattolici». «La Chiesa insegna che ogni persona ha una dignità», ha infatti aggiunto, invitando i cattolici americani a rileggere Open Wide our Hearts, la lettera del loro episcopato sul razzismo, diramata nel 2018. Egli ha poi chiesto alle parrocchie di Portland di organizzare gruppi di lettura, studio e discussione su questo documento. L’arcivescovo non ha risposto a una domanda postagli il 3 agosto scorso in cui gli veniva richiesto di commentare proprio l’incendio della Bibbia.

Più in generale, mentre gli Stati Uniti sono teatro di una recrudescenza di atti di vandalismo anti-cristiano, i vescovi degli Stati Uniti, che condannano tali derive, hanno rivolto poche settimane fa un appello «a rispondere alla confusione con la comprensione e all’odio con l’amore».

Sia che quanti ne sono all’origine siano degli individui in difficoltà che chiedono aiuto, sia che si tratti di persone gonfie d’odio che cercano di intimidire, questi atti sono i segni di una società che necessita di guarigione.

Così hanno scritto mons. Thomas G. Wenki e mons. Paul S. Coakley – presidenti rispettivamente del Comitato episcopale per la libertà religiosa e di quello per la giustizia interna e lo sviluppo umano – in un comunicato che condanna le violenze.



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[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]