I frati cappuccini di Padova hanno ricordato le ultime ore di vita del santo durante il Transito. Ecco la loro testimonianza
Appena il tempo di affidarsi al Signore, prima di spirare. San Leopoldo Mandic, nato nel 1866, moriva il 30 luglio 1942 nel convento di Padova.
Il frate cappuccino, canonizzato il 16 ottobre 1983 da papa Giovanni Paolo II, è stato ricordato dai confratelli, con la toccante cerimonia del transito, la sera del 29 luglio, che quest’anno si è svolta nel rispetto delle norme anti covid, e quindi senza il tradizionale flusso di pellegrini che omaggia il protettore dei malati oncologici.
Confessò 50 persone prima di morire
In occasione del transito, ricorda Agensir (29 luglio), i frati del convento padovano hanno ripercorso gli ultimi momenti di vita di padre Leopoldo: il ricovero in ospedale, le grandi sofferenze dovute al tumore all’esofago, ma anche e soprattutto la sua fede, la sua tenacia nel ministero della confessione fino all’ultimo (confessò circa 50 persone il giorno prima della sua morte) e, infine, la morte, avvenuta al mattino del 30 luglio 1942.
L’alba del 30 luglio 1942
«Alle 5 del mattino del 30 luglio 1942 padre Leopoldo percorse con grande fatica i pochi passi che separavano la sua cella fino alla cappella dell’infermeria del convento (entrambi questi luoghi non sono stati distrutti, dal bombardamento che distrusse la chiesa e buona parte del convento di Padova il 14 maggio 1944). Lì, per un’ora e mezza, si preparò, pregando, alla celebrazione della messa. Era pienamente lucido e sereno.
Le ultime parole
Verso le 6.30, chiamò il fratello infermiere perché lo aiutasse a indossare i sacri paramenti per la messa; ma il Signore aveva disposto diversamente. Fu un istante: un collasso al cuore gli tolse coscienza. Si accasciò al suolo. Fu subito soccorso e trasportato nella sua cella e adagiato sul letto. Si riprese, era calmo e ripeteva: ‘Signore sia fatta la tua volontà. Solo, non guardare alle mie colpe, ma usami misericordia’.
Preghiera del malato
O caro san Leopoldo, tu hai sempre aiutato e consolato quanti ricorrevano a te nelle loro necessità spirituali e materiali.
Animato da grande confidenza, anch’io ricorro a te, così ricco di benevolenza e generosità.
Nella tua vita hai provato il turbamento e la fatica di vivere con il tumore: stammi vicino.
Tu conosci la mia angustia e trepidazione: vieni in mio aiuto.
Sorreggi la mia fede, rafforza la mia speranza, ottienimi la grazia di affrontare la sofferenza e le cure del mio male, superando positivamente questa prova. Intercedi presso il Padre affinché il mio cuore trovi la pace e la serenità vera.
Fa’ che io possa, con animo riconoscente, ringraziare quel Dio misericordioso che tu stesso proclamavi “medico e medicina”.
Amen
Leggi anche:
E’ ufficiale: San Leopoldo Mandic nominato patrono dei malati di cancro
Leggi anche:
San Leopoldo Mandic, segno dell’Amore di Dio
Leggi anche:
San Pio e San Leopoldo Mandic: ostensione in Vaticano per il Giubileo della Misericordia