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Se i miei genitori mi avessero incoraggiato sarebbe andata diversamente

GIRL, PORTRAIT, SERIOUS
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Giulia Cavicchi - pubblicato il 16/07/20
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Le parole con cui ci relazioniamo agli altri, soprattutto ai nostri figli, sono potenti come il DNA: in positivo e in negativo sono capaci di segnare profondamente la persona.Non è vero che solo le fate pronunciano formule magiche per cambiare la realtà.

La parola ha il potere di creare e ri-creare la realtà. Ciascuno di noi possiede una “bacchetta magica” che può utilizzare per rendere il mondo migliore o peggiore. Questo è vero in modo particolare per i genitori: le parole che si utilizzano nel relazionarsi con i figli sono tanto potenti quanto il DNA che ha determinato il colore dei capelli, la lunghezza del naso e il taglio degli occhi.

Questo è evidente quando gli adulti che incontro nel mio lavoro si confrontano con il loro passato, e si rendono conto di quanto alcune frasi, dette o mancate, hanno determinato il loro futuro.


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Ad esempio, mi ricordo quando N. si rese conto che da bambino e poi da ragazzo non era mai stato incoraggiato ad affrontare le difficoltà, ma queste ricadevano addosso a lui come una colpa:

Se i miei genitori mi avessero incoraggiato sarebbe andata diversamente.

Sì, perché le parole di incoraggiamento creano la fiducia, ri-creano le condizioni per riprovarci ancora una volta con più forza, perché sostenuti e non più da soli.

Un altro esempio è P.: anche per lui, come accade a ogni bambino, ciò che dicono la mamma e papà è oro colato. Così, quando da piccolo sentiva la mamma predire catastrofi riguardo alla propria salute, certa che da un banale raffreddore si passasse ad una polmonite, o che mangiare una caramella significasse perdere i denti perché si sarebbero cariati in due e due quattro… non c’è da meravigliarsi se P. abbia vissuto in uno stato costante di preoccupazione per la propria salute, e di profonda insicurezza perché i pericoli sono sempre e comunque dietro l’angolo, anche se fai qualcosa di piacevole come succhiare una caramella.

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Allora, al contrario, possiamo dire che le parole di rassicurazione fanno scomparire, o meglio diminuire, la paura, e non è poco, perché portare dentro di sè il modello che il mondo è un posto bello e sicuro, è molto diverso da vivere in un mondo percepito minaccioso e pericoloso.

E ancora, quante magie fanno le parole di bene ad un bambino, tutte quelle che nutrono il suo sano bisogno di sentirsi speciale per qualcuno. “Sei bella”, “Ti voglio bene”, “In quest’occasione sei stata proprio brava…”, “Mi hai reso orgoglioso perché hai fatto questo…” sono tutte “formule magiche” dal potere incredibile, perché creano l’autostima, quel senso realistico delle proprie capacità fondamentale in tutti gli ambiti della vita.

All’opposto, quanto scolpiscono diversamente sentenze come “Tu sei …. timida/un asino/goffo/stupido…” oppure “Tu non capisci”. Queste frasi non definiscono un comportamento, ma la persona: tu sei così. E quel bambino crescerà con questa definizione che non lascia scampo a rivalutazioni o ripensamenti, per cui non gli rimarrà che essere proprio ciò che gli viene detto, ciò che gli altri si aspettano da lui, in base a quel fenomeno noto come “profezia che si autoavvera”.

Cari genitori, non sottovalutate le parole che utilizzate con i vostri figli, perché sono potenti quanto una formula magica, che cambia la realtà in base alle parole che pronuncia.

QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO DA GIULIA CAVICCHI