Era il 2 ottobre del 2006. L’ultima confessione l’avevo fatta ai tempi del catechismo delle medie. Stavo addirittura valutando di farmi protestante… Ma quella Messa è stata diversa. di Giovanni Biolo (che già in passato aveva scritto su questo blog, a questo link un assaggio)
Può sembrare strano, ma ho incontrato Cristo in università. Strano perché di solito in università è più facile, per tanti motivi, allontanarsi dalla fede. Invece il mio incontro con Dio è avvenuto proprio lì.
Era il 2006. Ricordo anche il giorno: 2 ottobre. D’altronde non mi sarebbe possibile dimenticare il giorno in cui la mia vita è cambiata.
A me non piacciono i numeri pari, ma quell’anno è stato davvero fondamentale per me, e non solo perché durante l’estate l’Italia ha vinto il suo quarto campionato del mondo.
Quel 2 ottobre cascava di lunedì, un lunedì pomeriggio dal tempo incerto. Incerto come ero io, un insicuro e timido diciottenne appena immatricolato al corso di laurea in Odontoiatria.
Il giorno prima avevo scaricato la mia valigia in una stanza tripla con soppalco di un collegio universitario maschile, situato nel centro storico di Verona. Poco dopo, il direttore della struttura mi aveva chiamato nel suo studio.
“Giovanni, domani vedrai un viavai di gente qui in collegio. Non perché sia la norma, ma perché domani è una ricorrenza speciale per il nostro collegio e celebreremo una Messa nel pomeriggio. Se vuoi partecipare anche tu, sei il benvenuto”.
Dopo quella Messa la mia vita è cambiata. Ma perché avevo accettato? Per curiosità.
Curiosità, sì, perché per il resto ero ateo, o meglio “non interessatamente credente”.
Che cosa intendo per “non interessatamente credente”? Che magari non negavo l’esistenza di una divinità, di un creatore, ma questa cosa non aveva niente a che fare con me, non aveva effetti reali. Per scaramanzia una preghiera la facevo, ma una cosa era sicura: Dio non doveva darmi regole che limitassero il “s’ei piace, ei lice”, ciò che piace è lecito.
L’ultima confessione l’avevo fatta ai tempi del catechismo delle medie e se mia madre non mi obbligava ad andare a Messa la domenica ero contento. Anzi, nell’ultimo anno stavo valutando di farmi protestante… mi sembravano meglio i protestanti dei cattolici.
Ma quella Messa è stata diversa.
Per la cura nella celebrazione da parte del sacerdote. Per un’omelia che sembrava fatta apposta per me.
Finalmente mi veniva mostrato un Dio vero, in carne e ossa, un Dio che ti accetta così come sei perché ti conosce, conosce i tuoi difetti e le tue debolezze più recondite.
Non dovevo più indossare maschere da “bravo ragazzo”, perché quel nuovo Dio preferiva invece che gli raccontassi le peggiori nefandezze; ma allo stesso tempo non era un Dio “buonista”, che dopo avermi accolto mi dava una pacca sulla spalla dicendomi “poverino, sei fatto così”. Questo nuovo-vecchio Dio mi accoglieva sì così com’ero, senza giudicare, ma spingeva affinché migliorassi, che coltivassi le mie inclinazioni e talenti, che puntassi al 30 e lode, non al 18! Mi voleva curioso di imparare e ambizioso verso un traguardo di felicità chiamata santità!
Quel 2 ottobre è stato il giorno in cui ho iniziato a cambiare veramente. Certo è un cammino lungo e altalenante, ma Dio ci lastrica la strada con dei segni, come i mattoni gialli nel Mago di Oz.
Dio mi aspettava a Verona, al mio prima anno di Odontoiatria. Forse già sapeva che sarei diventato un DentoTeologo (ma di questo e di altre storie vi parlerò altre volte).
QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO SUL BLOG DEI MIENMIUAIF – MIA MOGLIE ED IO