All’ospedale Bambino Gesù di Roma è stato eseguito con successo un delicato intervento su un feto di 28 settimane per cui era stata diagnosticata una grave forma di ernia diaframmatica congenita.È veramente confortante in questo periodo di brutte notizie collegate alla pandemia in corso poter innalzare un inno alla vita per lo straordinario intervento eseguito per la prima volta presso l’Ospedale Bambin Gesù di Roma il 17 aprile su un feto di 28 settimane, per cui era stata diagnosticata una grave forma di ernia diaframmatica congenita. (Ansa.it)
Cos’è l’ernia diaframmatica congenita?
Quest’ultima è una patologia fortunatamente rara che si presenta ogni 2.500-4000 nati vivi e in Italia colpisce circa 150-180 bambini l’anno. Consiste in una interruzione della struttura del diaframma – la cupola muscolare che separa torace ed addome e concorre alla dinamica respiratoria – che determina lo spostamento verso l’alto degli organi addominali (fegato, intestino, milza, stomaco), i quali vanno quindi a comprimere i polmoni limitandone lo sviluppo e aumentando la pressione del sangue al loro interno. La mortalità collegata a questo difetto anatomico può arrivare al 90% a causa dell’insufficienza respiratoria che si determina subito dopo il parto, quando il bambino comincia a respirare per via autonoma.
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L’intervento è riuscito!
I medici del Bambino Gesù, insieme a quelli della Clinica Mangiagalli di Milano e dell’Ospedale San Pietro-Fatebenefratelli di Roma, hanno dovuto inserire un “fetoscopio” (una sonda molto sottile munita di telecamera a fibre ottiche) nell’addome della gestante, entrare in utero e raggiungere la bocca del bambino lungo appena 35 centimetri e con un peso di 1,2 chili. Da qui si è scesi in trachea per posizionare e gonfiare un palloncino che si comporterà come un tappo impedendo la emissione del liquido normalmente prodotto dal polmone, la cui fuoriuscita ne comprometterebbe irrimediabilmente lo sviluppo. Il fluido così mantenuto all’interno dei polmoni ne permette la graduale espansione per poi poter assicurare, al momento del primo respiro, una adeguata ossigenazione. L’intervento è durato solo 45 minuti e si è svolto senza complicanze: a distanza di dieci giorni i controlli ecografici effettuati hanno fatto apprezzare l’aumento volumetrico dei polmoni del piccolo feto.
In questi tempi difficili in cui assistiamo impauriti ai limiti attuali della scienza rispetto al Covid-19, il successo in imprese di questa difficoltà ci aprono alla speranza, e stimolano alla fiducia nelle capacità dell’uomo, sostenuto dal suo Creatore, di combattere con successo contro le tante avversità con cui è costretto a confrontarsi.