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Cos’è l’emotional eating? Perché mette in pericolo la nostra salute in quarantena?

NERVOUS HUNGER,
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Silvia Lucchetti - pubblicato il 17/04/20
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La forzata inattività e l’emotional eating possono alterare non poco il nostro equilibrio nutrizionale, ecco come difenderciSono almeno due le domande principali che ci stiamo ponendo in questo difficile periodo riguardo l’alimentazione: c’è una dieta che aiuta a difendersi contro il Coronavirus? deve cambiare la dieta che normalmente seguiamo ed in che modo? Ci aiuta a fare chiarezza un articolo della professoressa Simona Bertoli, Responsabile Centro Ambulatoriale Obesità dell’Istituto Auxologico italiano.

C’è una dieta che aiuta a difendersi contro il Coronavirus?

Riguardo il primo punto dobbiamo prendere atto che ancora sappiamo troppo poco di questo virus, e quindi non siamo in grado di individuare dei nutrienti specifici che potrebbero aiutarci a prevenirlo e combatterlo. Tutto quanto si dice al riguardo sui social sono fake news destituite di qualunque fondamento scientifico. Questo non vuol dire però che in linea generale non esistono sostanze di cui è nota la proprietà immunostimolante: fra queste alcune vitamine, in particolare la C e D, zinco, selenio e i probiotici. La nostra dieta mediterranea fornisce un apporto ottimale di tutti i nutrienti in grado di giocare un ruolo trasversale nell’aumentare le nostre difese immunitarie. Essa è infatti caratterizzata dall’abbondanza di alimenti vegetali (verdure, legumi, frutta e frutti secchi, olio di oliva), una moderata razione di cereali, meglio se integrali (pane e pasta), pesce, carne bianca, piccole quantità di carne rossa e modesto consumo di vino ai pasti.

Il decreto che ci ha imposto di rimanere a casa ha notevoli effetti sul nostro comportamento alimentare e sul nostro peso corporeo. La contrazione dell’attività motoria giornaliera conseguente allo smart working, all’impossibilità di frequentare palestre e piscine, alla difficoltà di correre all’aperto, alla richiesta di effettuare le sole uscite essenziali, e per i minori la chiusura delle scuole e l’assenza di tutte le attività ludico-sportive normalmente svolte, determina una notevole riduzione del fabbisogno energetico giornaliero.

L’emotional eating

Ansia, cattivo umore, rabbia, stress e noia, stati d’animo frequenti in questo frangente possono favorire o peggiorare l’emotional eating, l’uso del cibo come strategia di compensazione con cui cercare di gestire emozioni negative. La fame nervosa porta a prediligere il consumo di alimenti ricchi di zuccheri e lipidi, e pertanto ad alto livello calorico, elevato indice glicemico, livello di colesterolo e di acidi grassi saturi: tutti fattori di rischio per le malattie cardiovascolari e metaboliche. La necessità di diminuire le uscite per effettuare la spesa comporta un maggior ricorso agli alimenti conservati, generalmente a più elevato consumo di sodio, grassi, conservanti e a consumare una minore quantità di frutta e verdure fresche, il che determina un peggioramento complessivo della qualità della dieta.



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Le conseguenze

Le conseguenze sono purtroppo abbastanza semplici da prevedere: aumento del peso corporeo, tanto da giungere al sovrappeso o alla vera e propria obesità a seconda dei chili di partenza, comparsa di intolleranza glicidica fino ad arrivare al diabete franco, aumento della pressione arteriosa e sviluppo di crisi ipertensive co-determinate dalla notevole attivazione emotiva, sviluppo di sindrome metabolica.

Alcuni rimedi

Per contrastare l’alimentazione scorretta possiamo mettere in campo rimedi abbastanza semplici: collaborando con i vicini per osservare la riduzione della frequentazione del supermercato, l’acquisto di prodotti freschi può essere fatto alternativamente per le necessità reciproche da due gruppi familiari che sfasano opportunamente le loro uscite; svolgendo attività fisica domestica anche salendo semplicemente più volte le scale di casa previa divisione con gli altri condomini degli orari di rispettiva fruizione; evitando di mangiare con la televisione accesa dove imperversano le notizie non certo rassicuranti sull’epidemia; mantenendo un ritmo sonno-veglia fisiologico che possa permettere il consumo degli alimenti in 5 frazioni durante la giornata; cucinando con fantasia seguendo il più possibile il modello mediterraneo, visto che adesso il tempo per stare ai fornelli non manca.

Ultima avvertenza: evitare il pigiama giorno e notte e le tute da ginnastica h24. Perché? È il modo migliore per non avvertire che sotto qualcosa sta lievitando (aiutooo!), e non è certo solo il nostro desiderio di recuperare la libertà perduta.