Poter entrare per qualche minuto in una chiesa vuota, buia, silenziosa dopo essere guarito: tutto ricomincia da qui, dall’abbraccio di Dio che mi aspettava.Di Antonio e Luisa
Qui a Bergamo la situazione è sempre difficile. Per questo nonostante sia guarito ormai da 20 giorni e mi sia ammalato circa 40 giorni fa ho preferito restare in casa fino all’altro ieri. Non avevo nessun obbligo non avendo fatto tamponi, ma avevo la responsabilità verso chi abita il mio quartiere. Ci sono stati già troppi morti e non mi sarei mai perdonato di essere causa di altri contagi. Per questo ho aspettato tutto questo tempo per uscire a fare la spesa. Ok dove voglio arrivare? Vicino al supermercato c’è la chiesa del mio quartiere.
Leggi anche:
Benedetto maledetto virus, che ci hai ricordato la morte. E la Resurrezione
Dopo 40 giorni, come i giorni della quaresima, come i giorni passati da Gesù nel deserto, sono rientrato in una chiesa. Una chiesa vuota, buia, silenziosa dove però c’era quel lumino rosso che illuminava il tabernacolo. C’era Gesù. E’ stato un momento davvero di eternità come non provavo da tempo. Non sono una persona mistica che sente la presenza di Gesù, non ho mai vissuto esperienze travolgenti. Alcune volte, però, mi succede di avvertire forte la presenza di Gesù vicino a me. Questa è stata una di quelle. In un tempo dove non si può abbracciare ho sentito forte il Suo abbraccio, il Suo amore tenero per me. Davvero mi serviva il deserto per avere un cuore assetato di Lui.
Davvero questi giorni sono stati tra i più fecondi della mia vita. Non sto scherzando. Sempre preso da mille preoccupazioni e tante cose più importanti a cui pensare spesso ho dimenticato di dire a Gesù che gli voglio bene. Cosa è la preghiera se non dire il mio ti amo a un Dio che ha dimostrato innumerevoli volte di amarmi senza condizioni e pronto a perdonarmi sempre? Nei miei articoli scrivo spesso dell’importanza di rinnovare ogni giorno l’amore tra noi sposi. Di dirselo spesso. Con l’atteggiamento ma anche con le parole. Ecco, spesso non sono così bravo con il Signore. Questi quaranta giorni mi sono serviti per sentire la Sua mancanza e una volta entrato in quella chiesa avevo il cuore assetato e aperto ad accogliere Gesù che non aspettava altro che abbracciarmi e stringermi a Lui. Questo abbraccio mi ha donato una grande forza e un desiderio di rispondere a quell’abbraccio. Per questo sono tornato a casa. Erano alcuni giorni che, seppur non lo davo a vedere, ero un po’ irritato con la mia sposa. Lei era completamente assorbita dal suo lavoro, dalla correzioni dei compiti e dalla preparazione delle lezioni, per questo tutta la gestione della casa gravava su di me. Come! Io mi ero appena ripreso da una brutta malattia e lei se ne “approfittava”. Questo mi dava fastidio.
Ho ancora tanta strada da fare nel cammino della santità. Lì in chiesa ho aperto il cuore anche a lei. Ho ricordato quanto mi è stata vicino durante i giorni più difficili, quando ero debole. Nulla è dovuto! Tutto è dono. Riconoscerlo apre alla meraviglia. Sono tornato a casa con un amore grande per la mia sposa. Questa è la Grazia di avere Gesù nel nostro matrimonio. Tutto è stato più bello e anche più facile. Il piccolo risentimento è svanito e nel cuore ho solo sentito un grande amore verso la mia famiglia. Un grande amore e una grande riconoscenza verso Dio per avermela data.
QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO DA MATRIMONIO CRISTIANO