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Santa Veronica Giuliani, la mistica che ha sperimentato le stigmate della Passione di Gesù

ŚWIĘTA WERONIKA GIULIANI
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Sandra Ferrer - pubblicato il 11/04/20
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La sua è stata una vita di dedizione a Cristo, e ha accettato di subire lo stesso dolore che Egli ha sperimentato sulla CroceFin da molto piccola, Veronica Giuliani, che in realtà si chiamava Ursula, ha saputo che voleva consacrare la sua vita a Dio.

Nata nel 1660 in una famiglia religiosa di Mercatello, nel ducato di Urbino, Ursula era profondamente devota:

“Ancora non camminavo, ma quando vedevo le immagini in cui era dipinta la Vergine santissima con il Bambino in braccio mi agitavo finché non mi ci avvicinavano perché potessi dar loro un bacio”.

Questi sentimenti la portarono a scontrarsi con il padre, Francesco Giuliani, vedovo da quando Ursula aveva sette anni e che credeva che la figlia dovesse sposarsi e formare una famiglia cristiana. Lei, però, non rinunciò a diventare monaca.

Anche tre delle sue sorelle abbracciarono la vita religiosa. Ursula ricordò anni dopo che il Bambino Gesù le appariva quando usciva in giardino per raccogliere fiori con lei.

Ursula tardò vari anni a raggiungere il suo obiettivo, ma non si arrese mai.

“Man mano che crescevo, sentivo più forte il desiderio di diventare religiosa. Lo dicevo, ma non c’era nessuno che mi credesse; tutti sostenevano il contrario, soprattutto mio padre, che piangeva e mi diceva che non voleva, e per togliermi dalla testa quel pensiero portava dei signori a casa e poi mi chiamava alla loro presenza e mi prometteva ogni tipo di intrattenimento”.

Alla fine il padre cedette.

A 16 anni, Ursula entrò nel convento delle Clarisse cappuccine di Città di Castello, e adottò un nome assai significativo per lei: Veronica, in onore della Passione di Cristo.

Suor Veronica si dedicò totalmente alla vita conventuale, collaborando in tutti i compiti necessari e assumendo le responsabilità che le venivano assegnate.

Per più di trent’anni fu maestra delle novizie e lavorò intensamente per migliorare la vita delle consorelle. Il suo lavoro quotidiano nel convento non le impediva di dedicare lunghe ore alla preghiera e ad approfondire la sua vita spirituale.

“Signore, non tardare oltre: crocifiggimi con Te! Dammi le tue spine, i tuoi chiodi: ecco le mie mani, i miei piedi e il mio cuore! Feriscimi, Signore!”


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Prima di diventare religiosa, Veronica aveva già avuto visioni di Gesù e della Vergine Maria, ed era quindi solo questione di tempo perché dietro le mura del convento avesse un’intensa esperienza mistica collegata soprattutto alla Passione di Gesù.

Fu concretamente a partire dal 1693 che iniziò un lungo cammino spirituale che sfociò in un’intensa attività mistica. Un anno dopo il suo corpo iniziò a ricevere le stigmate della Passione di Cristo.

La sua esperienza mistica fu plasmata in un’estesa opera su indicazione del suo confessore, un Diario di oltre 40 volumi e 20.000 pagine in cui si impegnò per tutta la vita e che si sarebbe rivelato molto utile per il suo processo di canonizzazione.

“Sposa mia – mi sussurra Cristo crocifisso –, mi sono gradite le penitenze che fai per chi è in disgrazia davanti a me… Poi, schiodando un braccio dalla croce, mi fece cenno di avvicinarmi al suo costato… E mi trovai tra le braccia di Cristo crocifisso. Quello che ho provato allora non riesco a raccontarlo: sarei voluta rimanere per sempre sul suo santissimo costato”.

Quando le religiose del convento scoprirono che Veronica aveva le stesse ferite di Gesù sulla Croce, il Sant’Uffizio la sottopose a una dura prova per verificare che non si trattasse di un’impostura. L’Inquisizione finì poi per accettare la sincerità della sua sofferenza e la veracità delle sue stigmate.

Nel 1716 Veronica venne eletta badessa, incarico che ricoprì fino alla morte, avvenuta nel 1727. Prima di morire, confidò al suo confessore che nel cuore portava incisi gli strumenti della Passione di Cristo.

Quando i chirurghi realizzarono l’autopsia sul suo corpo, davanti a vari testimoni, scoprirono che la futura santa non mentiva. Si scoprì anche aveva subìto la forza della croce poggiata sulle spalle, perché le sue ossa erano infossate.


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Nel 1804 venne beatificata da Pio VII, nel 1839 canonizzata da Gregorio XVI. Durante la celebrazione del 350º anniversario della sua nascita, Papa Benedetto XVI ha lodato la figura di Santa Veronica Giuliani ricordando che come il suo nome, che significa “vera icona”, è diventata “una vera immagine di Cristo crocifisso”.

“Il Cristo a cui Veronica è profondamente unita è quello sofferente della passione, morte e risurrezione; è Gesù nell’atto di offrirsi al Padre per salvarci”.

Nel 2018 il regista Giovanni Ziberna ha presentato un documentario sulla santa, Il risveglio di un gigante. Vita di Santa Veronica Giuliani, che ha aiutato a diffondere la sua devozione. Lo stesso regista, ateo, è arrivato a confessare che la realizzazione del film lo ha aiutato nella sua conversione.