Dai limiti di Bach, dal suo non “fuggire”, è nata l’Arte della Fuga, capolavoro che ci incanta e ci commuove. Dai limiti di questi giorni, dal nostro non fuggire, può nascere un capolavoro di vita per il nostro Paese.L’altro giorno mi sono imbattuta in una traduzione automatica di Google in cui si citava “The Art of Flight”. Beh, effettivamente in questi giorni verrebbe voglia di praticare “the art of flight”: fuggire dalle mura domestiche, fuggire dalle città blindate, correre in montagna o nei boschi; fuggire da una realtà che fa paura, fuggire da questi giorni di preoccupazione e di solitudine che non sappiamo quando e come finiranno.
Viviamo limiti pesanti, che colpiscono la nostra quotidianità, le nostre abitudini, le nostre relazioni… la primavera che fuori ci invita a correre ad abbracciarne i primi raggi tiepidi e la sfolgorante bellezza in fiore. Vorremmo fuggire.
Ma in realtà Google aveva sbagliato a tradurre “L’arte della fuga”, e avrebbe dovuto tradurre “fuga” con “Fugue”, il titolo di uno dei massimi capolavori di Johann Sebastian Bach, nato, guarda caso, il primo giorno di primavera del 1685. E proprio nell’Arte della Fuga, Johann Sebastian deliberatamente si pone delle regole compositive di estrema, quasi assurda complessità: si autoimpone delle limitazioni incredibili, che avrebbero bloccato la fantasia e l’immaginazione di chiunque altro, provocando scoraggiamento o, al massimo, musiche aride come giochi enigmistici.
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Ma Johann Sebastian credeva in alcune cose. Che i limiti, nella musica come nella vita, sono un dono: a noi, postmoderni, l’idea non piace, ma persino la nostra stessa mortalità, il limite della nostra vita è un dono, perché se non sapessimo di dover morire non creeremmo, non faremmo figli, non ci alzeremmo mai dal divano. Che lo sforzo dell’uomo di lavorare pazientemente e coraggiosamente all’interno di questi limiti è il contesto in cui possiamo trovare la nostra felicità e la nostra realizzazione, perché, da cristiano qual era, sapeva che dare il meglio di sé nel contesto, nel “recinto” in cui si trova la nostra vita è la fonte della nostra gioia e del nostro vero appagamento. Che abbracciare con coraggio i limiti, senza evadere da essi ma valutandoli con responsabilità è ciò che veramente ci permette di volare, di costruire “Fughe” di incredibile bellezza e complessità.
Dai limiti di Bach, dal suo non “fuggire”, è nata l’Arte della Fuga, capolavoro che ci incanta e ci commuove. Dai limiti di questi giorni, dal nostro non fuggire, può nascere un capolavoro di vita per il nostro Paese, per il nostro mondo, per le nostre famiglie, per la nostra società, per noi stessi e la nostra esistenza.
QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO DA CHIARA BERTOGLIO