Un’iniziativa del brand Pronovias, partita dalla Cina, per ringraziare il personale sanitario che lotta contro il Coronavirus: c’è ancora bisogno di bellezza e di guardare a un domani fatto di grandi promesse.C’è bisogno di tulle e pizzo.
Lo so, è da pazzi anche solo pensarlo in questo momento dove si lotta per trovare mascherine e respiratori, eppure, c’è bisogno anche di questo. C’è n’è bisogno soprattutto ora, ironicamente. Bisogno di perline e raso bianco. C’è bisogno che gli occhi stanchi, circondati dal segno rosso lasciato dagli occhiali continuino a brillare, ora più che mai. Perché non è finita, non ancora. Adesso che i sacrifici sono tanti, che non si vede la fine dei turni di lavoro, che lo sconforto sale con le macabre statistiche, che manca l’abbraccio di familiari lontani per un rischio di contagio alto, sembra banale l’iniziativa lanciata da una casa di moda come Pronovias di regalare al personale sanitario un abito da sposa fino ad agosto 2020.
Chi ne ha bisogno ora? Chi ha tempo di pensare a una cosa così futile e apparentemente fuori luogo in mezzo all’emergenza che stiamo vivendo? “Che mangino brioches!”, mi pare di sentire. Eppure, proprio alla fine di giornate come quelle che sta vivendo chi si trova in prima linea contro il Coronavirus, forse, c’è bisogno di un po’ di leggerezza, di qualcosa a cui guardare, in un domani di ritrovata serenità. Forse, questa emergenza ci sta facendo riconsiderare abbracci che scambiavamo per gabbie, parole come “per sempre” che sappiamo non esistere su questa terra, ma in cui, in qualche modo, non vogliamo smettere di credere e niente, se non un amore impegnato, fatto di sacrificio oltre che di passione, ci può donare. Abbiamo bisogno di ritrovare un po’ di quella bellezza così superflua, non necessaria, che se non c’è non si nota, certo, di cui nessuno ha davvero bisogno, eppure, nonostante tutto, ti fa brillare gli occhi. Proprio come quando trovi l’abito dei tuoi sogni, quello del grande giorno. Oggi più che mai c’è bisogno di guardare al futuro che riprenderà, dopo giornate lunghe e nere, di credere che arriverà davvero, di promettersi qualcosa di vero, di immaginare il momento in cui torneremo a fare festa e anche a pensare alle cose “non importanti” come l’abito da sposa.
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Forse, per ricordarlo a chi sta dando tutto, c’è bisogno anche di merletto e di taffetà. Si chiama “The heroes collection” la selezione esclusiva di abiti da sposa dell’atelier Pronovias pensata per celebrare le donne che combattono in prima linea il Coronavirus e sarà disponibile in tutti i flagship stores del marchio, gratuitamente fino al 31 agosto 2020, per il personale impegnato in ospedale: dalle dottoresse alle infermiere e operatrici socio-sanitarie, fino alle addette alle pulizie, ristorazione, portineria e rapporti con il pubblico. La proposta lanciata con lo slogan #LoveConqueresAll (l’amore vince su tutto), è partita proprio dalla Cina e con la diffusione della pandemia, è stata estesa ad altri paesi colpiti. In Italia, fa parte della selezione il brand, sempre del gruppo Pronovias, «Nicole spose» di Centallo, disegnato dalla stilista cuneese Alessandra Rinaudo.
Amandine Ohayon, CEO di Pronovias, ha sottolineato la
gratitudine del gruppo nei confronti di queste eroine che lavorano senza sosta negli ospedali di tutto il mondo mettendo a repentaglio la propria vita per salvare quella degli altri.” E ha concluso: “Donare i nostri abiti da sposa a delle donne meravigliose è il minimo che possiamo fare per portare gioia e felicità al loro matrimonio, facendole sentire stupende e impeccabili. (da Elle.com)
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C’è bisogno di bellezza, ora più che mai e di dire “grazie”: un “grazie” non dovuto, perché, certo, quello è il loro lavoro e come ci ricordano i medici per primi, lo fanno con la stessa dedizione di sempre, ma è un riconoscimento che tutti, in questo momento sentiamo doveroso. C’è chi regala pizze, chi fa torte celebrative con infermiere in pasta di zucchero, chi dona per rafforzare le terapie intensive, chi sta semplicemente a casa a fare la sua piccola parte, e c’è chi, come Pronovias, di lavoro vende sogni e oggi, vuole regalarli a chi fa difficoltà a sognare magari, perché è immerso nel dolore degli altri. Un’immagine da cui è difficile staccare, soprattutto ora che le condizioni di lavoro sono davvero disperate in tutti gli ospedali. Ci sono cose più fondamentali di altre in questo momento, l’emergenza e l’isolamento ci riportano all’essenziale, ma anche ora, c’è bisogno di bellezza nelle nostre giornate, di non smettere di progettare cose grandi più durature della nostra fragilità, come una promessa fatta in un abito bianco.