Oltre un milione donato da Giorgio Armani e un abbraccio virtuale di 3 milioni al San Raffaele con il crowdfunding dei Ferragnez: per fare la cosa giusta, non serve chiedere l’estratto conto. La responsabilità passa anche dal modo in cui gestisci la popolarità.L’unione fa la forza: davvero surreale dirlo ora, che dobbiamo stare a un metro e mezzo di distanza gli uni dagli altri. Eppure, forse, nel dolore, nella paura, non ci siamo sentiti mai così uniti: uniti dalla fragilità, dai divieti, dall’incertezza del quanto durerà. Oggi che non possiamo abbracciarci, darci la mano, il calore passa per i gesti, come quelli di solidarietà, tanti, verso sconosciuti o inquilini dello stesso palazzo con cui non avevamo mai parlato prima: andare a fare la spesa per chi deve stare a casa, andare a salutare gli anziani dalla finestra dell’ospizio, guardare i figli della vicina che deve lavorare, le pizze consegnate gratis negli ospedali, la mia fioraia che porta al cimitero i fiori sulle tombe per chi non può andare, ma a quel gesto settimanale ci tiene e non vuole lasciare “solo” il proprio defunto. Molti resteranno silenziosi, a ricordarci che la generosità è un vero contagio, anche più potente del Coronavirus e che diventa virale a tutti i livelli.
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Ad essere risultati “positivi” a questo strano tampone sono anche molti VIP: influencer, personaggi noti del mondo della moda, fino all’imprenditoria. Anche il mondo superficiale e dorato che scorriamo sui social, si fa più vicino e umano. Il web ora come non mai annulla quella distanza che pare abissale di un metro e attraverso un asettico click ci dà la possibilità di abbracciare virtualmente e in modo del tutto responsabile e virus-free gli altri. Un abbraccio da quasi 3 milioni di euro è quello che è arrivato alla terapia intensiva dell’Ospedale San Raffaele di Milano attraverso la raccolta lanciata dai Ferragnez (la coppia Chiara Ferragni e Fedez) con la piattaforma di crowdfunding GoFundMe e subito sostenuta da moltissime donazioni di privati e dal contributo di altre star e influencer. I primi due milioni sono stati sfiorati in sole otto ore dal lancio della campagna “Rafforziamo la Terapia Intensiva”:
Questo è il potere dei social media quando sono usati nel modo giusto,
esulta Chiara sul suo account Ig.
Continuiamo a donare e fare la differenza.
Molti hanno ringraziato per questa opportunità di dare un aiuto concreto dal divano che ci fa sentire un po’ meno impotenti e vicini a medici e infermieri in trincea, molti altri si sono scagliati contro l’iniziativa e l’appello collaterale della fashion blogger a restare a casa attenendosi alle direttive del Ministero della Salute: certo, lei sa come pagare l’affitto, la baby sitter e gli stipendi a fine mese, forse. Ma da quando per fare del bene o schierarsi dalla parte “giusta” c’è bisogno di presentare l’ISEE o un estratto conto? Forse, viste le scene irresponsabili proprio da parte di gente “comune” nei giorni scorsi (dalle piste da scii ai pub pieni, fino alle file tutti ammassati alle casse del supermercato), c’è bisogno di influencer di responsabilità e solidarietà proprio in questo momento. Tante altre personalità hanno supportato l’iniziativa di Chiara condividendo l’attestato di donazione avvenuta come Tommaso Trussardi, Alberto Cerri, Laura Chiatti solo per citarne alcuni o hanno semplicemente diffuso appelli di sensibilizzazione all’#iostoacasa, vedi Francesco Facchinetti con le sue scuse pubbliche per i comportamenti irresponsabili di alcuni VIP rappresentati dalla sua società di comunicazione o Giuliano Sangiorgi, front man dei Negramaro con la canzone di sensibilizzazione a cui si sono uniti anche Jovanotti ed Emma Marrone.
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Insomma, un mondo che scrolliamo di solito velocemente sui nostri schermi, pieno di apparenza e superficialità, un mondo che di solito ci intrattiene, ci fa discutere di tendenze e dell’ultima IT bag perché lontano dalla nostra quotidianità spesso, ora mostra il suo lato più vicino e la sua normalità. Avere milioni di follower non è solo una questione di fama o di “lavoro” come per Chiara e molti altri, è anche una grande responsabilità (e non sono stati pochi, purtroppo, i VIP che in questi giorni hanno dato messaggi non proprio cristallini in merito alla gestione dell’isolamento). Non importa se non puoi permetterti di donare centomila euro come i Ferragnez o un milione e duecentocinquanta mila euro come Giorgio Armani: ognuno fa ciò che può, e nessuno mette in dubbio che le loro possibilità e forse anche difficoltà non siano le nostre, ma questo non toglie grandezza ai loro gesti di solidarietà, al modo con cui hanno usato la loro popolarità per cercare di spronare i tanti che li seguono. Non spetta a noi giudicare le cifre. Spetta a noi fare la nostra, anche se piccola, parte perché l’esempio è sempre contagioso e virale.