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Suore contemplative con la sindrome di Down? Sì!

Irmãzinhas Discípulas do Cordeiro
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Aleteia - pubblicato il 11/03/20
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Religiose Down o meno convivono nella stessa comunità, testimoniando che Dio chiama tutti noi alla santitàLa congregazione religiosa cattolica delle Piccole Suore Discepole dell’Agnello stupisce spesso molti perché accoglie giovani donne affette dalla sindrome di Down che desiderano consacrarsi a Dio.

Le suore che compongono questa congregazione abbracciano la vocazione religiosa contemplativa seguendo il carisma di San Benedetto (con il suo famoso motto Ora et labora) e quello di Santa Teresina del Bambin Gesù, noto come “Piccola Via”.

Suore Down e non convivono nella stessa comunità, in base alle stesse regole, testimoniando con la propria vita che Dio chiama tutti noi alla santità.

Irmãzinhas Discípulas do Cordeiro 2

La comunità è nata nel 1985 da due donne: madre Line, attuale priora, e suor Veronique, giovane con la sindrome di Down oggi religiosa, ma che all’epoca trovava riluttanza quando cercava di essere accettata in altre congregazioni religiose, che non si ritenevano pronte a ricevere una postulante con la sindrome.


SOFIA JIRAU
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La comunità di madre Line si è adattata a questa novità, e nel 1990 è stata riconosciuta da monsignor Jean Honoré, allora arcivescovo di Tours, come associazione pubblica di fedeli laici. Nel dicembre 2011 è giunta l’approvazione definitiva della costituzione dell’Istituto delle Piccole Sorelle Discepole dell’Agnello da parte del vescovo di Bourges, monsignor Armand Maillard. Per la celebrazione delle Sante Messe e degli altri sacramenti, la comunità riceve assistenza dal monastero benedettino di Fontgombault.

Commemorando i 20 anni dalla fondazione, nel 2005, il vescovo monsignor Pierre Plateau ha detto alle suore:

“Gesù vi ha chiamate perché vi ama, probabilmente perché vuole che la vostra piccola comunità mostri a un mondo propenso ad essere molto egoista che Dio è tenero con tutti coloro che Lo riconoscono, e che i piccoli sono capaci di dimostrare molto amore, anche più degli altri. È questo il vostro modo di proclamare la Buona Novella”.

L’enciclica Evangelium Vitae, di Papa San Giovanni Paolo II, ci ricorda al riguardo:

“Il coraggio e la serenità con cui tanti nostri fratelli, affetti da gravi menomazioni, conducono la loro esistenza quando sono da noi accettati ed amati, costituiscono una testimonianza particolarmente efficace dei valori autentici che qualificano la vita e che la rendono, anche in condizioni di difficoltà, preziosa per sé e per gli altri”.