La mia signorina già grande è ancora troppo piccola per non avere paura. Così come hanno paura i bambini: nel modo più serio e divertente possibile.Due minuti. La mia signorina già grande è ancora troppo piccola per non avere paura. Così come hanno paura i bambini: nel modo più serio e divertente possibile. Eh sì che non abbiamo la televisione! Prima ti chiede a bruciapelo:
Non è che tu e la mamma morite per il Coronavirus e noi dobbiamo andare in orfanotrofio, vero?.
E due minuti dopo si rimette a giocare con le sue bambole, come se niente fosse. Forse due minuti adesso sono pochi, figlia mia. Ma sono abbastanza per un Padre Nostro e per un’Ave Maria. Cos’altro c’è da dire, da capire, da spiegare, da argomentare, da supporre, da sperare, da desiderare? Adesso è presto e forse non basteranno due minuti e nemmeno una vita intera per maturare questa fede: o ci si fida di Lui del tutto, in tutto e per tutto, o non ci si fida per niente. No, qui non bastano due minuti. O si crede nel Signore in pieno, senza residui, nella convinzione che tutti stiamo camminando verso la sua guarigione, verso la sua salvezza, oppure non serve a niente pregare un po’, sperare un po’, amare un po’, sacrificarsi un po’, lottare un po’, fare di tutto un po’.
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Due minuti, figlia mia: tanto tempo ci ho messo io a capire che dovevo cambiare tutto, in meno di due minuti, proprio la prima volta che ti ho preso tra le mie braccia. Due minuti – come un lampo – serviranno a te, un giorno, a capire che hai un Padre e una Madre che stanno più in alto, dai quali stiamo correndo tutti, anche la tua mamma e il tuo papà. E che nulla, alla fine conta, se non credere nel Signore. La vita è una lunga o breve nota a margine di questi due minuti: il tempo che basta per una preghiera.
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