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Michelle Hunziker e le domande della figlia su Dio: anche i grandi devono chiedere!

MICHELLE HUNZIKER
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Giovanna Binci - pubblicato il 17/02/20
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Michelle Hunziker ha postato un video in cui racconta delle domande esistenziali su Dio sollevate in auto dalle sue figlie più piccole, Sole e Celeste. Una situazione in cui tutti i genitori si sono trovati almeno una volta!I momenti drammatici, nella vita di una madre, arrivano quando meno te li aspetti. Finire la carta igienica quando sei sola per una volta, dico una da quando sei diventata madre, quella in cui tua figlia, sempre al bagno con te, tornava davvero utile, è uno di questi. C’è quando devi allacciare i 354236 automatici delle tutine di un neonato che si divincola come un coccodrillo braccato (che mi sono sempre chiesta se il tipo che le ha inventate, quelle tutine, ne abbia provata ad allacciare una tutta intera), tua figlia che urla nel bel mezzo della consacrazione “Voglio la patata” (mai più patatine come snack da portare a Messa. Mai più.)
Ma direi che sul podio ci sono le domande. “Quelle” domande. Da “come nascono i bambini?” a “perché la scrittura di papà assomiglia a quella di Babbo Natale?” oppure “Dio esiste?”. E nessuno scampa alle domande. Se ti va bene, puoi interpellare il libro di fisica nucleare dell’università di tuo marito. Se ti va bene. Perché è meno difficile spiegare come funziona una centrale nucleare anche per te che hai fatto lettere che trovare le parole “adatte” per trattare temi come Dio, la morte, il sesso e compagnia. Neanche Michelle Hunziker ce l’ha fatta (hai tutta la mia solidarietà, Michelle) a giudicare dall’ultimo video che ha postato sul web, come riporta Il Fatto: le sue risposte non devono essere state poi così soddisfacenti se la figlia Cece (Celeste, 4 anni), ha concluso il dibattito con un “Mamma allora io voglio morire perché voglio conoscere Dio, se Dio ha tutte le risposte meglio morire”.

Come sono difficili le domande dei bambini e come ci spiazzano le loro risposte e le loro conclusioni così semplici, ma piene di verità. Come sono belli questi improbabili viaggi in macchina, in una mattina frenetica qualunque, quando tu, in apnea dalle sette concentrata su tutt’altro, non hai ancora neanche avuto il tempo di capire cosa ti sei messa addosso oggi e invece ti trovi a dover fronteggiare una Sole (l’altra figlia di Michelle avuta con Tommaso Trussardi) e una Cece che se ne escono con: “Cos’è l’eternità? Quando posso conoscere Dio? Quando è nato Dio? Quanto ci ha messo Mosè a portare il popolo ebraico nel deserto?“.



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E’ vero Cece, per certe cose bisogna chiedere al “principale”, perché neanche i grandi hanno le risposte a volte anzi, le domande come queste spesso riaprono abissi che abbiamo preferito non sondare, porte chiuse, per paura o perché è più comodo ascoltare le nostre verità e dirci che va bene così. Ma voi bambini non avete paura, neanche di fare domande imbarazzanti ai genitori. E allora non fate come noi grandi, che ci arrabbiamo o che preferiamo arrangiarci da soli, ma continuate a fare come fate voi piccoli: non stancatevi mai di cercare la verità in fondo alle cose, continuate pazientemente a chiedere, a martellare quel papà, lassù, con quei “perché?” pieni di genuina curiosità e voglia di scoprire il Mistero. Lui, proprio come ogni papà, alla fine (se non altro preso per sfinimento!), vi darà le risposte che cercate. Forse all’inizio sembreranno non abbastanza, forse vorrete che siano più precise, forse non vi piacerà quello che ha da dirvi, ma se avrete fiducia in Lui, come ce l’avete nella vostra mamma, scoprirete che sono tutto quello di cui avete bisogno. Capirete che si cresce non quando si hanno tutte le risposte, ma quando si continua a sollevare domande, aprendo strade negli abissi che ci fanno paura, gettando piccole luci nell’oscurità di misteri come la morte o l’esistenza di Dio, la sofferenza.

Invece a Michelle e ai genitori come me, che si trovano di fronte a una Sole e una Cece e alle loro questioni esistenziali su Dio, mi sento solo di riproporre le parole di Padre Maurizio Botta, in un video in cui parla del suo libro su questo tema, “Le domande grandi dei bambini”:

 

 

Bisogna difenderle le domande dei bambini…e bisogna prenderle seriamente.

Dobbiamo avere

lealtà rispetto alla grandezza delle loro domande,

non scansarle con sufficienza, con l’atteggiamento del “sei troppo piccolo per capire”, perché spesso, dietro a questo c’è l’ansia dell’adulto e la nostra mancata voglia di metterci in gioco per primi, di tornare a farcele anche noi, quelle domande di senso che abbiamo magari accantonato o con cui abbiamo dei conti in sospeso. Non ci sono manuali, né certezze o risposte assolute: forse, la lealtà più grande è mettere a nudo anche la nostra piccolezza di fronte a certi misteri, anche noi dobbiamo tornare a camminare insieme ai nostri figli, possiamo dare un’altra chance al nostro lato bambino, quello perennemente curioso, che vuole capire e crescere, anche se costa fatica e perseveranza. Forse, per certe questioni irrisolte, dobbiamo tornare a interpellare con insistenza e fiducia il nostro Papà!