Il 25 gennaio i cristiani festeggiano la conversione di san Paolo, figura edificante e fondatrice della Chiesa attraverso tutti i secoli.
…affinché il Dio del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione perché possiate conoscerlo pienamente; egli illumini gli occhi del vostro cuore, affinché sappiate a quale speranza vi ha chiamati, qual è la ricchezza della gloria della sua eredità che vi riserva tra i santi.
Ef 1,17-18
Saulo è un uomo istruito e pieno di zelo. Cresciuto tra la nobiltà giudaica dell’Impero Romano, si distingue per la determinazione a combattere tutti quelli che seguono Gesù. Così quando si reca a Damasco a perseguire e perseguitare i cristiani viene colpito da una luce balenante che lo disarciona. Luce folgorante e accecante che lo interpella:
Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? […] Io sono Gesù, che tu perseguiti. Alzati ed entra in città: ti sarà detto quello che devi fare.
At 9,4-6
Saulo perde la vista. Che scombussolamento per quest’uomo brillante e determinato! Obbediente e fiducioso, si lascia dunque condurre a Damasco: questo tempo di accecamento è per lui un’occasione di fare silenzio e di meditare – è pure un messaggio di speranza poiché Dio ha il potere straordinario di ristabilire irrimediabilmente la verità nel cuore di Saulo, e di metterlo sulla retta via. In capo a tre giorni, il Signore manda Anania, discepolo di Damas, a guarire Saulo:
Quest’uomo è lo strumento che ho scelto per far giungere il mio nome alle nazioni pagane.
At 9,15
La Chiesa ha dunque un ruolo-chiave nella conversione di san Paolo, poiché gioca qui un ruolo da mediatrice e da formatrice: Cristo vuole passare per la sua Chiesa per istruire Saulo. Così quest’ultimo ritroverà la vista e riceverà lo Spirito Santo a mezzo del Battesimo. Scelto dal Signore fin dal seno di sua madre per una missione particolare, comprese tutto vedendo la Luce: lo Spirito Santo gli rivelò in profondità il mistero di Dio. Saulo assumerà allora il nome di Paolo, “il piccolo”, e divenne un discepolo di Dio percorrendo il mondo per annunciare il Cristo risorto.
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Se questa conversione è spettacolare e categorica, essa comunque non è destinata solo ai grandi santi e agli apostoli dell’Evangelo: ogni incontro con Dio è personale, ogni chiamata è unica, ogni storia è particolare. Il Signore ci invita tutti a convertirci, vale a dire ad aprire i nostri cuori alla sua chiamata per andargli incontro personalmente. In effetti ogni conversione implica un cambiamento, un passaggio da uno stato all’altro, una spoliazione in vista di una rinascita a vita nuova. Con un atto di volontà, noi decidiamo liberamente di lasciarci guidare dallo Spirito Santo, per rivolgere il nostro cuore verso Cristo Risorto e avanzare verso la santità. San Paolo ci mostra bene questo cammino: accecato e sconvolto, accetta di dare fiducia e di abbandonarsi tra le mani di Dio. Egli accetta la Grazia che scende su di lui perché il Signore lo trasformi. Facendo silenzio per tre giorni, si mette in ascolto di Dio per rispondere alla sua chiamata e cambiare vita.
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Allora a immagine di san Paolo e dei santi che ci precedono, chiediamo a Cristo di entrare nelle nostre vite e di far crescere la nostra fede. Accettiamo di mollare la presa e di dare fiducia a Dio per seguire il cammino che ci indica. Egli solo può appagarci e darci tutta la felicità che desideriamo.
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Facciamo silenzio e prestiamo orecchio al soffio dello Spirito, per rispondere alla chiamata che fa cambiare il nostro cuore e mette il Signore al primo posto nella nostra vita.
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]