In “Sono tutto nelle mani di Dio”, svelati 40 anni di scritti del Pontefice durante gli esercizi spiritualiNel testamento aveva chiesto a Stanislaw Dziwisz di bruciarli. Ma il suo più stretto collaboratore decise di presentarli alla Congregazione delle Cause dei Santi, che invece esaminò con molta attenzione gli appunti personali di Karol Wojtyla in vista del processo di beatificazione, che si è concluso nel 2011.
Quegli appunti, che rivelano il profondo rapporto tra Giovanni Paolo II e Dio, sin da quando era vescovo ausiliare e poi arcivescovo di Cracovia e quindi papa, ora sono stati raccolti e pubblicati nel volume “Sono tutto nelle mani di Dio. Appunti personali 1962-2003“, edito dalla Libreria Editrice Vaticana.
Il metodo di Sant’Ignazio
Gli appunti, spiega don Jan Machniak nell’introduzione del volume, fanno parte di due quaderni chiamati “Agenda 1962” e “Agenda 1985”. Il primo era un quaderno personale di Wojtyla e risalgono principalmente al periodo in cui era arcivescovo. L’altro invece inizialmente apparteneva al segretario personale del papa, don Emery Kabongo.
Gli appunti essenzialmente relativi agli esercizi spirituali del Pontefice, erano scritti in lingua polacca, ma di tanto in tanto, Giovanni Paolo II inseriva anche frasi in latino e in italiano, specie durante gli esercizi in Vaticano. Il metodo con cui effettuava gli esercizi era quello di Sant’Ignazio di Loyola: cioè un ordine del giorno che scandisce con chiarezza il tema delle riflessioni e della lettura spirituale.
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Il Sommo Sacerdote
Attraverso gli scritti privati del papa, si rivela una persona estremamente metodica e molto concentrata sulla tematica spirituale. Non fa trapelare né stati d’animo, emozioni, dettagli degli eventi a cui prende parte. La sua attenzione si concentra solo sulla misura in cui il papa segue nella vita di tutti i giorni Cristo, il Sommo Sacerdote.
La giornata di Wojtyla, durante gli esercizi, era scandita dalla santa messa in cui si preparava attraverso la meditazione mattutina. Dopo la celebrazione faceva il ringraziamento, poi la lettura della Sacra Scrittura, i Vespri e la sera praticava l’Ora Santa davanti al Santissimo Sacramento. Questa scaletta, l’ha mantenuta in ogni occasione di esercizi spirituali.
La centralità di Maria
Negli appunti ha un ruolo centrale anche la figura di Maria. Il Pontefice sottolinea più volte la grandezza della Madonna come Madre del Verbo Incarnato, persona matura nel suo percorso di fede, parte integrante del progetto divino di Salvezza. La fonte a cui Giovanni Paolo II attinge il suo pensiero è la teologia di san Luigi Maria Grignion de Montfort (Trattato della vera devozione a Maria).
Quando la malattia diventa più gravosa, il papa inizia ad annotare sempre meno, la grafia diventa irregolare e segue via radio gli esercizi spirituali dalla cappella “Redemptoris Mater”. In quelle circostanze un affaticato Santo Padre era accompagnato dalle persone più strette con cui aveva condiviso la sua vita: i familiari e il suo segretario Monsignor Stanislaw Dziwisz.
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