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La preghiera e l’angelo custode: così Angela Grignano è tornata a camminare

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 14/01/20
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La ballerina sopravvissuta all’esplosione di Parigi racconta la sua fede: “Non c’è una spiegazione scientifica a quello che mi è capitato”

«Sono tornata a camminare grazie alle preghiere di chi mi ama». Angela Grignano non si è mai arresa: dal giorno della devastante esplosione per una perdita di gas che ha sconvolto rue de Trevise a Parigi, che ha segnato come uno spartiacque la sua giovane vita, quasi per istintiva reazione allo sgomento la sua tenacia è diventata indomabile e la sua ripresa ha lasciato sorpresi e commossi chirurghi e fisioterapisti, contagiati dal suo temperamento positivo.

“Hai una seconda possibilità”

Quando, dopo l’incidente, ancora cosciente, arrivò in ospedale i medici non erano certi di poterle salvare la vita né pensavano di poterle salvare la gamba.

«È stato il momento più duro, guardavo il soffitto pensando che dopo gli studi avevo deciso di trasferirmi a Parigi per avere una possibilità di lavorare nel mondo dello spettacolo e ora il mio sogno andava in frantumi. Però, appena mi sono risvegliata dal coma e ho visto i miei genitori, ho saputo delle veglie e delle preghiere per me, ho guardato la foto di mio nipote, mi sono detta ‘Angela hai una seconda possibilità, giocatela al meglio’. Se questa è una prova io voglio affrontarla e superarla».

Risultati oltre le aspettative

Grazie ad una complessa operazione di ricostruzione fatta da un luminare della chirurgia che ha dato la sua disponibilità ad intervenire per tentare il “miracolo”, Angela – che ha compiuto 25 anni – ha potuto salvare la gamba e iniziare il faticoso percorso della guarigione, intervallato da altri 7 interventi chirurgici e mesi di riabilitazione, tutti in clinica a Parigi, con la mamma che non l’ha lasciata un attimo. I risultati hanno superato anche le più rosee aspettative lasciando a bocca aperta medici e fisioterapisti.

Da novembre la giovane trapanese cammina da sola. «Zoppico un po’, ci sarà un altro anno di riabilitazione ma quando ballo sto benissimo» (Avvenire, 14 gennaio)

Un evento miracoloso

In un’intervista a Itaca Notizie (13 gennaio) racconta:  «Quando ho provato ad alzarmi, ho visto che qualcosa non andava alla gamba destra. Mi accorsi che mancava mezza gamba. Soltanto una striscia di pelle la collegava al piede. Avrei voluto urlare ma ho sentito che urlavano altre persone. Nel mio cuore ho pensato che c’era chi stava peggio di me».


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Cosa fece dopo?

Pensai di fare un laccio emostatico quando mi accorsi che un mio collega era accanto a me in ginocchio. Un vetro, nell’esplosione, si era conficcato nel suo ventre e glielo aveva squarciato. Era un omone e non riusciva più a parlare. Gli chiesi come potevo farmi un laccio emostatico. Lui non rispose e mi guardò preoccupato. Non poteva fare nulla per me ed era dispiaciuto. Lui però stava malissimo. Io ero fredda e determinata nel volere risolvere il problema. Ancora non spiegarmi come mai ero così fredda. La presi in quel modo, ecco.

Riuscì a farsi quel laccio emostatico?

Accadde un miracolo, uno dei 2 miracoli che ho ricevuto. Avevo 2 arterie tranciate però non perdevo sangue. Avrei dovuto avere un’emorragia e invece non usciva una sola goccia di sangue dalla mia gamba destra.

Come mai?

E’ una cosa stranissima, un miracolo, solo questo.

I medici cosa le dissero?

Loro mi dissero che forse il calore aveva chiuso le arterie tranciate ma poi, quando eravamo soli, un chirurgo mi disse se un’arteria si chiude da sola è già di per sé una cosa rarissima. Due arterie chiuse erano un vero miracolo. Mi spiegò che con 2 arterie come le mie, sarei dovuta morire in meno di 10 minuti ed invece ero viva, senza aver perso sangue. Mi disse che un Angelo custode me le aveva tappate con 2 dita.

E’ da brivido, Angela.

Sì, è così. Mi guardavo la ferita: mi mancava l’osso, mi mancavano i muscoli e la pelle ed io ero asciutta. Ho conservato le scarpe che indossavo. Non hanno macchie di sangue.

Questa sua testimonianza crede che possa servire a rinsaldare il dono della fede?

Sì, per me sì. Non c’è una spiegazione scientifica a tutto questo (Itaca Notizie).



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