Il conflitto riguarda la coppia, ma la rabbia che lo genera è personale: fare questa distinzione è cruciale per superare un momento difficile. Ecco perché.
Caro Marco,
sarà pure il clima cupo della crisi dei mercati, sarà che abbiamo tanti sassolini arretrati, sarà che alcuni nodi sono ancora da sciogliere ma ultimamente il rapporto con mio marito (che non è mai stato proprio liscio) pare essersi molto incrinato. Discussioni estenuanti e – soprattutto da parte sua – tanta tanta rabbia. Pare che ormai abbia i nervi scoperti. Ogni volta che non siamo d’accordo su qualcosa alza la voce, si agita, se ne esce di casa. Gli ho detto che ti avrei scritto. Ma secondo te è giusto sfogarsi o è meglio un po’ trattenersi? Non sono molto ferrata in psicologia di coppia. Attendiamo una tua risposta. Ciao, Antonella
Cara Antonella,
siete talmente abituati a vivere con rabbia il confronto che tendete a sovrapporre due aspetti della relazione che invece è opportuno tenere separati. Tranquilli, è un errore molto comune.
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Molti per questo contattano una psicologa di coppia. Sentite però cosa scrive molto acutamente il pedagogista piacentino Daniele Novara:
“il conflitto non coincide con l’emozione, anche se l’emozione necessariamente fa parte del conflitto”.
Se non consideriamo questo semplice assunto, corriamo parecchi rischi, come per esempio considerare “una bella litigata” solo quella in cui ci siamo espressi con veemenza, o addirittura affezionarci alle emozioni che il conflitto provoca.
Cos’è la rabbia? La rabbia è un’emozione primaria (la “collera” ad esser precisi). Come tale non è né positiva né negativa, ma una informazione che il nostro apparato somatico ci dà per farci capire velocemente che siamo in una situazione in cui è necessaria una reazione.
Quindi vi potete chiedere: qual è la situazione stressante che provoca questa emozione?
Domandiamoci: cosa genera l’emozione della rabbia?
La frustrazione di vedere limitata la libertà? Non sentirsi ascoltati? Non riuscire a spiegarsi? Voler essere in pace a tutti i costi?
Ecco, vedi, già fare questo passaggio ti fa capire che l’emozione è mossa da un’alchimia molto personale. Occorre un po’ di psicologia di coppia.
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Allora, quando hai realizzato che l’emozione di rabbia – che poi scatena delle azioni – è una faccenda personale, perde di importanza disquisire se sia opportuno sfogarla o trattenerla.
È più utile capirla, darle voce delicatamente e permetterle così di incanalarsi verso reazioni più costruttive, come cercare spiegarsi meglio, o trovare soluzioni creative.
Riguardo a come si esprimono le emozioni, il buon senso e la cultura popolare mettono in guardia sia dal reprimerle che dall’esprimerle in modo plateale. Quando ci si sente nell’impossibilità di trovare la via di mezzo, abbandonare il campo può essere un’ottima strategia temporanea.
Ma provate a darne un senso diverso: non “vado via altrimenti spacco qualcosa” ma “mi stacco un attimo da questa relazione per rientrare in me stesso e riappropriarmi della mia capacità di riflettere”.
Marco Scarmagnani
QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO DA VERSO UNA COPPIA FELICE