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Sono sposata da 20 anni e non sento più nulla per mio marito, cosa faccio?

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Verso una coppia felice - pubblicato il 05/11/19
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La confusione è nella testa o nello stomaco? Bisogna far prevalere la ragione o la passione? Risponde Marco Scaramagni (formatore, consulente e mediatore familiare).

Sono sposata da 20 anni, ho un figlio ormai grande ma quello è un altro capitolo: mi dà parecchi pensieri.

Mio marito fa l’assicuratore ed è via quasi tutto il giorno. Torna a sera, stanco lui e demotivata io. Il rapporto tra noi è sempre più tiepido. Non che possa rimproverargli qualcosa, ma per lui non sento più nulla.
Mi fa battere forte il cuore invece un mio collega, 15 anni più giovane di me, appena uscito da una storia deludente. Quando lavoriamo insieme sento una certa complicità, poi lui si confida molto con me, ed io con lui.
Io non penso che succederà qualcosa, ma sono molto turbata. Mi sento a volte una ragazzina, a volte vecchia, a volte sciocca. Senza contare che siamo molto cattolici e che questo fatto mi crea non pochi problemi di coscienza. Non so che fare. Mi verrebbe da buttare tutto all’aria. Se mi stacco dal mio collega sento di non essere sincera con me stessa. Ho molta confusione in testa. Cosa fare quando la coppia è in crisi?
Luisa

 


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Quando la coppia è in crisi la confusione è nella testa o nello stomaco?

Molta confusione nella testa e altrettanta nello stomaco, vero Luisa? Molte persone che incontro mi dicono: «Con mio marito (o moglie) c’è tranquillità e noia, con l’altro (o l’altra) sento passione e trasporto». È come se i coniugi, arrivati ad un certo punto, dovessero vivere interiormente scissi. E quindi – vita grama – o si costruisce una coppia stabile rinunciando alla passione, o si vive la passione rinunciando alla favola dell’amore per sempre.

Ethos è l’assunzione di responsabilità verso il partner

Come se ne esce? La famiglia – scrive Vittorio Cigoli – è il luogo dove convivono l’ethos (cioè l’alta assunzione di responsabilità nei confronti dell’altro/a) e il pathos (che è la facoltà squisitamente umana di sentire le gioie e le pene dell’incontro profondo).
Senza il pathos l’amore diventa sterile, forzato, piatto. Senza l’ethos resta un bambino che vive delle emozioni e dei capricci del momento, e non permette lo sviluppo del legame, necessario per affrontare le tappe che la vita ci propone.
Non è semplice farli convivere, ma neppure impossibile.



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Occorre coltivare anche il pathos, ovvero la passione

Che cosa hai fatto per riattivare la passione nel rapporto con tuo marito? Perché ti sembra tutto più faticoso? Perché tuo figlio se ne accorge e non ti lascia in pace?
E non ascoltare le chimere di chi risolverebbe tutto con un completino intimo sexy. Queste cose, da sole, sono la fiera della banalità. La passione parte da dentro, dalla voglia di ringraziare di ogni giorno come se fosse unico, dal riconnettersi alle emozioni che ti hanno fatto innamorare proprio di tuo marito. Noi cristiani proponiamo anche di pregare insieme.
A seguire gli istinti, a mendicare abbracci appassionati che sfioriscono al calar del sole, o letti roventi che sbolliscono all’alba, sono capaci tutti. Così come non è proprio onorevole trascinarsi in un matrimonio senza vita.
I giovani di qualche anno fa – gli “alternativi” – hanno cominciato a sfottere la stabilità delle vecchie coppie. Risultato? Un disastro!
Affrontare gioie e dolori (non troppi, si spera), conquistarsi per una vita il proprio coniuge, riscoprirlo ogni giorno. Questa è la sfida! I veri “alternativi” siamo noi. Coraggio!

 

QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO DA VERSO UNA COPPIA FELICE