Un viaggio nella sala più suggestiva ed emozionante del santuario di Materdomini tra testimonianze da brividi, foto commoventi, atti di affidamento dei piccoli al santo patrono delle mamme e dei bambini
San Gerardo Maiella nacque nelle vicinanze di Potenza nel 1726 e morì giovanissimo a 29 anni a Materdomini, in provincia di Avellino. Si ricorda ogni anno il 16 ottobre, data della sua ascesa in cielo, avvenuta nel 1755.
San Gerardo è universalmente riconosciuto e invocato “Angelo delle culle”, “Patrono delle mamme e dei bambini”, “Protettore delle partorienti”, proprio perché Dio ha operato miracoli e prodigi a favore delle mamme nel periodo delicato della gestazione. Capita spesso che nelle situazioni più complicate ci si affidi totalmente al santo nella speranza che la strada verso il parto si possa spianare.
Non a caso l’ambiente più suggestivo nel santuario di Materdomini è la sala dedicata alle nuove nascite, divenuta famosa come la “stanza dei fiocchi”.
Migliaia di fiocchi che pendono dal soffitto
Migliaia di fiocchi rosa e azzurri pendono dal soffitto e dalle pareti, abbinati alle fotografie dei piccoli che San Gerardo benedirà lungo il cammino della loro vita. Drappi fitti e colorati a cui sono allegati nomi, auguri, piccole frasi, con tanto di firma, tutte “dedicate” al pazzerello di Dio.
«I nostri bimbi proteggili tu», recita la scritta azzurrina nella stanza, impressa su una parete in legno con al centro un quadro di San Gerardo che benedice un nascituro ancora in fasce. Tutt’intorno sono disegnati fiori colorati, vivaci, luminosi, emblemi dell’inno alla vita che si manifesta ogni giorno nella “sala dei fiocchi”.
Il miracolo del fazzoletto
La sala dei fiocchi si collega ad uno degli episodi più straordinari del Santo, ed è legato ad un fazzoletto e una fanciulla. Già da giovanissimo Gerardo iniziò con i suoi miracoli, e che fossero tali ne era convinta tutta la popolazione. Un giorno, poco prima di morire, Gerardo fece finta di dimenticare un suo fazzoletto presso la casa di una famiglia che l’ospitava ad Oliveto Citra, in provincia di Salerno.
Il parto più difficile
Accortasene, una bambina gli corse subito dietro. «Gerardo, Gerardo!», urlò, «hai dimenticato il tuo fazzoletto». Ma Gerardo non volle riprenderlo indietro. «Tienilo, un giorno ti potrà servire», le rispose.
Alcuni anni dopo, quando quella bimba, cresciuta, si sposò finì in ospedale gravissima per una complicanza, durante il parto. Oramai in fin di vita la ragazza si ricordò del fazzoletto di Gerardo,ormai morto, e chiese di aprirlo e posarlo sulla sua pancia. Non appena l’azione fu compiuta, i dolori cessarono e la donna partorì un meraviglioso bambino.
Il rito del 16 ottobre
Questa è una storia molto sentita dai devoti che viene tramandata di madre in figlia. Per questo, ogni anno, il 16 ottobre, giorno della morte di San Gerardo, durante la celebrazione eucaristica il parroco benedice tutte le partorienti consegnando loro un fazzoletto da tenere con sé al momento del parto.
Inoltre, per sottolineare questa particolare devozione nei confronti del “Santo delle mamme e dei bambini”, è stata collocata, nella Basilica del santuario di Materdomini, una vetrata istoriata rappresentante proprio il miracolo del fazzoletto (Avellino Today.it).
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“I medici erano pessimisti…”
Nella “stanza dei fiocchi” si incontrano oggi le storie di molte donne che dicono di aver avuto un miracolo in gravidanza per intercessione di Gerardo.
Carmela, 29enne, di Gravina di Puglia, visita la stanza dal 2000. «Devo tutti a lui, al nostro San Gerardo», esordisce questa giovane madre, ora sorridente e in compagnia del marito Gianni, ma che ha attraversato momenti difficilissimi all’alba di quel 16 maggio 1999 quando il suo Manuel rischiava di perdere la vita al momento del parto. «I medici erano pessimisti, c’erano state delle complicazioni nelle ultime due settimane di gravidanza, il bambino aveva seri problemi con la nutrizione – ricorda la giovane madre – mi dissero che bisognava accelerare i tempi e fare un cesareo. Pregai tanto e San Gerardo mi ha ascoltata. Ora siamo felici e Manuel sta bene. Mio marito pochi giorni dopo la nascita corse subito qui al santuario per consegnare il fiocco azzurro».
I fiocchi, tra gioie e dolori
Storie a lieto fine, storie di speranza, storie infelici echeggiano tra i drappi, sulle foto dei bambini, tra le parole impresse per sempre accanto ai fiocchi. Capita di scorgere immagini di gemellini sorridenti, di piccoli provenienti dalla stessa famiglia che ad ogni nato ha consegnato un simbolo a San Gerardo. In altri casi si hanno di fronte le storie di bambini nati con una menomazione o con gravi problemi fisici. Le porte di San Gerardo si spalancano soprattutto per loro.
Spesso capita che genitori con il volto scavato dai sacrifici e dell’emozione vengano qui a depositare il fiocco della speranza, per affievolire il dolore che li affligge quotidianamente, sapendo che il loro figlio dovrà affrontare un’esistenza non delle più semplici e ben lontana da quella che si sarebbe augurato ogni genitori.
E’ per questo che chiedono a San Gerardo di vegliarlo, di attutire quelle “mancanze” di cui la vita l’ha privato.
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Ambiente “internazionale”
La sala dei fiocchi può certamente essere definita anche come una delle stanze più “internazionali” dell’intero complesso gerardino.
In questa stanza hanno fatto tappa devoti provenienti da ogni parte del mondo, Canada, Stati Uniti, Svizzera, Inghilterra, Francia, Germania. Ci sono passati mamma Silvia e papà Nicola della piccola Greta di Vancouver, oppure mamma Teresa e Nicola Ricciardi, genitori della piccola Lena nata in Belgio. Tra le comunità di emigranti italiani all’estero, il culto di San Gerardo è sentitissimo. E allora ogni occasione è buona, al rientro in Italia, per raggiungere il santuario, magari con i propri figlioletti appena nati, e appoggiare il fiocco nella sala, adornato da un fiore o da una foto del “nuovo arrivo”.
Oppure come nel caso di Florence, ragazza americana nata nel New Jersey da genitori originari di Sala Consilina – cittadina a cavallo tra salernitano e Lucania – la tappa nella sala giunge durante il periodo di gravidanza. «E’ in arrivo il terzo figlio», dice la sorridente devota gerardina d’oltreoceano. E appena nascerà, Florence già promette che al prossimo rientro in Italia, visiterà nuovamente il santuario. «Il bambino si chiamerà Simon e ho già pronto il fiocco azzurro che lascerò qui, in questa meravigliosa sala, sapendo che su Simon veglierà il nostro San Gerardo».
La festa delle mamme e dei bambini
C’è un evento, oltre al 16 ottobre, che rinnova, in particolare modo, questa protezione per i più piccoli richiesta al santo. Ogni anno, l’ultima domenica di maggio, si celebra a Materdomini la “Giornata delle mamme e dei bambini”, con la processione al parco della Mater Domini dove, dopo la celebrazione della santa Messa, le mamme affidano i loro bambini alla protezione della Madonna e di San Gerardo. E’ forse questa la giornata in cui la “sala dei fiocchi” è tradizionalmente più affollata.
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