di padre Juan Carlos Vásconez
Abbiamo parlato nei giorni scorsi del progetto di vita come un insieme di pratiche di pietà che si distribuiscono nel corso della giornata e ci portano a cercare Dio, trovarlo e stargli sempre vicino, ammirandolo con amore tra le fatiche della vita quotidiana.
Abbiamo poi affrontato l’importanza di offrire le nostre azioni al Signore, e visto che l’Eucaristia è il centro della nostra vita oggi è il momento di parlare di questo tema, visto che è logico che varie di queste norme o pratiche di pietà ruotino intorno ad essa.
In cosa consiste la visita al Santissimo?
Parliamo qui della visita al Santissimo, che consiste nell’andare in una cappella, in una chiesa o dove vien custodito il Santissimo Sacramento e fargli letteralmente visita. Rimanere due o tre minuti lì recitando una breve preghiera. Un modo per farlo è recitare tre serie di preghiera al Santissimo, costituite ciascuna da un Padre Nostro, un’Ave Maria e un Gloria, terminando poi con una Comunione spirituale.
Ci sono persone che vivono vicino a una chiesa o che la trovano lungo il tragitto per andare al lavoro. È l’ideale per chi non ha tempo ma vuole crescere nell’amore nei confronti dell’Eucaristia. Sappiamo che si deve adorare devotamente questo Dio nascosto nell’Ostia Santa perché è lo stesso Gesù Cristo che è nato da Maria Vergine. Lo stesso che ha sofferto, che è stato immolato sulla Croce, lo stesso dal cui costato trafitto sono usciti sangue e acqua. È quindi logico che vogliamo fargli visita lì dove si trova fisicamente.
È un consiglio che ci danno molti santi. Uno di loro diceva: “Non trascurare la visita al Santissimo”. Dopo la preghiera vocale che desiderate, raccontate a Gesù, realmente presente nel Tabernacolo, le preoccupazioni della giornata, e avrete luci e coraggio per la vostra vita cristiana.
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Se il progetto di vita è volto a innamorarci di più di Dio, questa piccola norma ci riesce. Diceva San Josemaría, “l’amore sboccia, hai iniziato con la tua visita quotidiana… non mi stupisce che tu mi dica ‘Inizio ad amare follemente la luce del tabernacolo’. Non sorprenderti se col tempo ti verrà voglia di dedicare più tempo a questa visita”.
Quando è impossibile recarsi davanti al tabernacolo in modo fisico, possiamo farlo anche con il cuore. A volte ci aiuterà a sentirci sicuri, a recuperare la serenità, ma soprattutto ci servirà a sentirci amati… e ad amare!
Questo articolo fa parte della serie sul progetto di vita “10 Min con Jesús Latinoamérica”. Per visonare altro materiale sulla serie potete seguirci su Instagram o Facebook.
Qui l’articolo originale pubblicato su Catholic Link