“Perché se si chiude in cella la speranza, non c’è futuro per la società”
Detenuti, pena, carceri: Papa Francesco fa rumore su tre temi molto sensibili. Il Papa ha ricevuto sabato 14 settembre in Udienza la Polizia Penitenziaria, il Personale dell’Amministrazione Penitenziaria e della Giustizia minorile e di comunità.
In Piazza San Pietro, Francesco si è rivolto con toni molto chiari e decisi nei loro confronti. In particolare ha ringraziato per il lavoro svolto quotidianamente gli operatori delle carceri e i cappellani. Poi, ha lanciato un messaggio di speranza ai detenuti.
Gesù vi dice: coraggio
«È la parola coraggio – afferma il pontefice – Gesù stesso la dice a voi: “Coraggio”. Questa parola deriva da cuore. Coraggio, perché siete nel cuore di Dio, siete preziosi ai suoi occhi e, anche se vi sentite smarriti e indegni, non perdetevi d’animo. Voi che siete detenuti siete importanti per Dio, che vuole compiere meraviglie in voi. Anche per voi una frase della Bibbia. La Prima Lettera di Giovanni dice: «Dio è più grande del nostro cuore» (1 Gv 3,20). Non lasciatevi mai imprigionare nella cella buia di un cuore senza speranza, non cedete alla rassegnazione. Dio è più grande di ogni problema e vi attende per amarvi. Mettetevi davanti al Crocifisso, allo sguardo di Gesù: davanti a Lui, con semplicità, con sincerità».
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Rinasce la pace
Da lì, ha proseguito il Papa, «dal coraggio umile di chi non mente a sé stesso, rinasce la pace, fiorisce di nuovo la fiducia di essere amati e la forza per andare avanti. Immagino di guardarvi e di vedere nei vostri occhi delusioni e frustrazione, mentre nel cuore batte ancora la speranza, spesso legata al ricordo dei vostri cari. Coraggio, non soffocate mai la fiammella della speranza. Sempre guardando l’orizzonte del futuro: sempre c’è un futuro di speranza, sempre».
Gli sbagli del passato
Ravvivare questa fiammella è «dovere di tutti. Sta ad ogni società alimentarla, fare in modo che la pena non comprometta il diritto alla speranza, che siano garantite prospettive di riconciliazione e di reinserimento. Mentre si rimedia agli sbagli del passato, non si può cancellare la speranza nel futuro».
L’ergastolo, ha sentenziato Francesco, «non è la soluzione dei problemi – lo ripeto: l’ergastolo non è la soluzione dei problemi – ma un problema da risolvere. Perché se si chiude in cella la speranza, non c’è futuro per la società. Mai privare del diritto di ricominciare! Voi, cari fratelli e sorelle, col vostro lavoro e col vostro servizio siete testimoni di questo diritto: diritto alla speranza, diritto di ricominciare. Vi rinnovo il mio grazie. Avanti, coraggio – ha chiosato il Papa – con la benedizione di Dio, custodendo coloro che vi sono affidati».
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