La risposta è “a monte”. Nel rapporto tra la Vergine, i frati e San Giovanni Rotondo
Nel convento dei frati cappuccini di San Giovanni Rotondo, Padre Pio lo si vedeva sempre girare con un rosario tra le mani. La sua non era solo una preghiera continua alla Vergine, ma a Lei comunicava ogni sospiro, che fosse di serenità o bisogno e sofferenza. «Amate la Madonna e fatela amare», esortava, «recitate sempre il Rosario». In particolare, il frate delle stimmate confidava alla Vergine delle Grazie le ansie del suo cuore.
L’inaugurazione di Casa Sollievo
Lo faceva di giorno e la notte, senza pausa, sul matroneo dove trascorreva le ore in profonda preghiera dinanzi allo stupendo mosaico della Madonna delle Grazie e lo confidò nel messaggio ai fedeli il 5 maggio 1957, primo anniversario dell’inaugurazione di Casa Sollievo della Sofferenza: «Maria Santissima delle Grazie – disse – che è la regina alla quale ogni giorno manifestiamo il nostro amore e alla quale chiediamo assistenza materna, regni sempre sovrana nella città che sorgerà intorno al suo Tempio, e assista noi tutti».
Il quadro
Perché Padre Pio si rivolgeva proprio a questa Vergine e non ad un altro simulacro? Perché il culto della Madonna delle Grazie, all’interno del convento di San Giovanni Rotondo, è quello più radicato. In questo luogo, già nel corso del XVIII secolo, i cappuccini custodivano gelosamente un quadro su cui era dipinta la Vergine della Grazie, e a Lei rivolgevano preghiere quotidiane. Il quadro fu poi temporalmente trasferito in un’altra chiesa cittadina, la chiesa di San Nicola, quando il convento fu soppresso nel 1866.
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La processione miracolosa
In città, la venerazione per quel simulacro della Madonna è stata sempre profonda, poiché la Vergine avrebbe concesso, per sua intercessione, grazie e favori ricevuti, a molti cittadini.
Un episodio significativo è ricordato da Francesco Morcaldi, sindaco di San Giovanni Rotondo e amico stretto di Padre Pio: «Nel primo ventennio del 1900, un anno, una prolungata siccità minacciava il raccolto dei cereali, risorsa vitale della popolazione. Si levò allora l’appello alla Madonna. Il quadro fu portato in processione dal Convento alla Chiesa matrice per un novenario di preghiera ma l’acqua desiderata non calò dal cielo. A novena ultimata la sacra icona fu riportata in convento tra la popolazione che faceva ala e reclamava a gran voce la grazia».
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Il prodigio della pioggia
«Il padre guardiano – prosegue Moncaldi – fece posare il quadro sul sagrato della Chiesetta del Convento e fattosi interprete della volontà popolare esclamò: “Maria Santissima, tu non ci dai l’acqua e noi ti lasceremo all’aperto. Rientrerai in chiesa quando avrei fatto piovere”. Nel cielo sereno si levarono all’orizzonte neri nuvoloni che avvolsero la montagna. Sospinti da un vento impetuoso, coprirono la città e rovesciarono giù l’acqua a catinelle».
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Il ritorno al convento
Dopo quell’episodio il legame con la Madonna – da parte della popolazione locale – fu ancora più forte.
Con la riapertura definitiva del Convento avvenuta nel 1909 e il ritorno dei Frati cappuccini, questi reclamarono che la Madonna tornasse al convento e vennero a patti con il popolo.
Nell’intesa si stabili: “Il 31 agosto di tutti gli anni il telo sarà portato in paese per i festeggiamenti patronali il 10 settembre tornerà processionalmente in convento”.
Siamo negli anni che precedono l’arrivo di Padre Pio sul Gargano e i fiori sparsi del culto alla Madonna delle Grazie sono destinati a moltiplicarsi nel giardino fiorito della spiritualità del frate di Pietrelcina. La devozione alla Vergine, in particolare a quelle delle Grazie, sarà la componente essenziale della vita di Padre Pio e dei suoi insegnamenti (www.teleradiopadrepio.it, 11 settembre).
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